GovernDanceIl disprezzo per l’incompetenza

Basterebbe solo meno arroganza e piu' competenza fra i banchi del Parlamento per fare meglio e rispettare di piu' chi sta fuori di esso

Essere competenti è una questione di dignità umana. La competenza è, nella mia visione, la misura di quanto una persona puo’ contribuire al miglioramento di se stessa in primis, ma anche di coloro che la circondano, coi quali si condivide vita e professione, per esempio.

La competenza è una responsabilità individuale verso il collettivo, è uno strumento evolutivo e attraverso di essa si puo’ costruire un mondo migliore. E’ un ingrediente della fiducia fra persone; posso fidarmi di qualcuno solo se lo ritengo in grado di essere capace; capace di fare bene qualcosa di specifico, capace di essere, per esempio, un buon essere umano. Si, anche per essere dei buoni esseri umani, degni di questo nome, ci vuole competenza. Quella che ti fa discernere fra cio’ che è costruttivo o distruttivo per la tua comunità, quella che ti fa essere veloce o lento nel trovare soluzioni ai problemi piu’ comuni o piu’ complessi, quella che ti fa essere un elemento di valore o inutile orpello della società.

La competenza è anche un tema centrale della sostenibilità. Ci sono possibilità molteplici per ottenere una buona performance, ma per assicurarci che possa reggere nel tempo solo la competenza vera e profonda puo’ generare prosperità a lungo termine.

Eppure viviamo in un tempo in cui la competenza è umiliata, annichilita, disprezzata.

Viene ignorata in maniera arrogante e odiata sistematicamente.

Sembra, che di proposito, si premino con ruoli e denari, con visibilità e celebrazioni, proprio i piu’ lontani dalla visione competente, dalla prestazione competente, dalla comprensione competente, dall’azione competente.

C’è un che di definitivo nel disprezzo. Il disprezzo è una forma di relazione con l’altro in cui è sparito l’amore, è sparita la stima, rimane solo odio e distanza. Il disprezzo non si recupera, è irreversibile.

Per questo ho profondo terrore che sia ormai troppo tardi, per la nostra società attuale, recuperare una dimensione competente; c’è troppo disprezzo nella politica, nella finanza e finanche nella comunicazione a cui siamo sottoposti quotidianamente. Disprezzo per la competenza e per chi sta all’ascolto di cio’ che accade. Diceva Ennio Flaiano che “i nomi collettivi sono una fregatura “popolo”, “pubblico”….sei fregato prima di accorgerti che si stanno riferendo anche a te”. Ecco mi sento un po’ cosi dopo l’ennesimo video su cio’ che è avvenuto oggi in Parlamento.

Eppure basterebbe solo un pizzico di competenza umana per abbattere la crescente tendenza alla disuguaglianza e all’abbruttimento, all’indifferenza di chi se lo puo’ permettere, verso la sofferenza sviluppata negli ultimi mesi. Sofferenza per i morti, per l’irrazionale gestione dell’emergenza, per la mancanza di progetti di ripresa. In una parola per la sofferenza causata dall’incompetenza.

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