Sta prendendo le forme surreali e antipatiche di uno scontro generazionale sul ritorno della movida nei centri storici con giovani tornati alla carica senza mascherina e con i loro cocktails d’ordinanza in mano. Le polemiche sugli aperitivi (vette altissime diciamo…) è solo una della patate bollenti lasciate nelle mani dei sindaci, le vere vittime sacrificali nella gestione del territorio della fase due. Ciò con buona pace dei cosiddetti governatori (di regione) che fanno le dive urbi et orbi con la furbizia mica tanto nascosta che tanto poi se la smazza il governo a monte e i comuni a valle. Insomma una pacchia che prima o poi (pensando al presidente ANCI Antonio Decaro più volte critico sul tema ) finisca e riconduca garbatamente le regioni e le province autonome al loro posto nella geometria dei livelli amministrativi ovvero il nulla.
Fuor di battuta, seria è la vexata quaestio sul passeggio della gioventù in giro per le città ad alzare i calici a non so che cosa: cosa c’è da brindare dopo un’apocalisse di questa portata? La ritrovata libertà di che? E’ successo qualcosa da festeggiare che noi brutti e cattivi over quarantenni non abbiamo colto?
Annegare nei fumi di un innocente (e buonissimo) mojito 32.199 vittime sinceramente non me la sento, non so voi. E nel momento in cui si passa dalla coercizione alla “convinzione” ci si aspettava illusoriamente quel grano di responsabilità capace di riempire un granaio ma girano immagini inquietanti da tante città da Palermo come a Padova sotto i portici della zona universitaria e di altre vie del centro, dove si brinda e ci si convoca in gruppi numerosi, ravvicinati e senza mascherine. E quando a tarda notte per disperdere la folla intervengono i carabinieri, un giovane militare viene colpito al volto da un giovane di 23 anni. Lasciateci esclamare un grosso grasso “mah”.
Certo da un lato si comprende quanto si voglia tornare alle abitudini pre-covid ma dall’altro – spiace per tutti – la pandemia che stiamo vivendo non è uno snap (schiocco) o una delle stories sui social. Non la si cancella, che ci piaccia o no. Quindi mettiamola brutalmente così: non è questione di indignazione pro forma degli adulti nei confronti dell’euforia under 30 ma facciamo chiarezza sul piano dell’equilibrio delle libertà: tutti i drink che si vuole, tutte le esortazioni che desideri ma poi come la mettiamo se il tuo bicchiere di oggi diventa domani la flebo di chi contagi?
Ultima osservazione, mica tanto stramba: ci avete fatto caso che non è un buon periodo per il mojito? Tanto gustoso ma galeotto per far cadere governi di mezza estate o illusioni sulla meglio gioventù.