(quello che pubblichiamo qui come articolo è un commento del lettore Angelo D’Anna al post “Le donne sono di più” nel blog “Officine democratiche”)
La soluzione della questione femminile risiede nella risoluzione del problema maschile. Tre anni fa, per circostanze conseguenti alle prime avvisaglie di crisi economica, decisi di rimettermi in discussione: sono tornato a scuola, per ulteriori specializzazione. Nel frattempo, il lavoro per me è diminuito per collocarsi tra il poco, l’intenso e il niente. Oltre a studiare, mi è sembrato doveroso fare il casalingo. La mia compagna lavora a tempo indeterminato a turni, percependo un buon stipendio. Fare il casalingo significa governare la casa: rifare i letti, spazzare, stendere la roba ad asciugare, stirare, lavare le stoviglie, andare a fare la spesa. Preparare e accompagnare i bambini da casa a scuola e viceversa. Cucinare. Approntare la cena per il ritorno della mia compagna, amica, amante, mamma (dei nostri figli).
All’inizio, lo trovavo persino divertente. Poi la noia del lavoro ripetitivo quotidiano ha preso il sopravvento e ho cominciato a capire. La corvée! Una intrusa nella mia vita. Mi impedisce di concentrarmi sulle cose che mi piace fare. Eppure, ho dovuto abituarmi a conviverci con una fatica non ancora sopita. Però, però ho fatto una bellissima scoperta: i figli. Li vedo crescere giorno per giorno, fisicamente ed intellettualmente. Le prime frasi compite, le prime parole e numeri scritti. I primi balbettii in inglese. I primi amori. Sono diventato il confidente al pari della mamma. Quasi, quanto alla ragazzina. E mi capita sempre più spesso di pensare a loro in proiezione. Al loro futuro. In prima persona. Prima era la loro mamma ha pensarci in prima persona. Adesso anch’io penso ai programmi per il loro futuro. Mi accorgo che questi progetti (per il futuro) mettono ordine anche nella mia vita. La vita della donna era già ordinata. A volte non lo capivo.
È la differenza tra pensare all’oggi per un futuro indefinito e organizzare il presente per costruire il futuro. Probabilmente è questa la differenza tra l’eterogenesi* della donna e la visione che l’uomo ha del mondo. Vi sono incrostazioni millenarie, di carattere culturale e religioso nel nostro paese in particolare, che sono difficili da rimuovere. Forse dovremmo aggiungere la mancanza dell’istinto proprio materno: la sopravvivenza della progenie. Non appaia semplicistico, ma imparando a fare il mammo, questo istinto comincio a sentirlo, perchè probabilmente è il sentimento che entra a contatto più volte al giorno, tutti i giorni. Ecco, potremmo dire che in generale, le donne hanno una visione dell’oggi per il domani, molto più accentuata della nostra. Che questo produca ulteriori punti di Pil, è probabile; ciò che è certo è che sono capaci di dare maggior concretezza ai risultati futuri.
* Alvaro: “ella vive ora in tutte le sue parti. Non come un essere solo, ma come cento esseri; gli esseri eterogenei di cui è composta una donna, campionario della creazione, natura e geometria, forma di tutte le forme.”