“Quella di Repubblica è una guerra che non finirà con armistizi”

“Quella di Repubblica è una guerra che non finirà con armistizi”

Malgrado il meditato esercizio di diplomazia del direttore di Repubblica Ezio Mauro, la guerra fra il fondatore Eugenio Scalfari, censore della Procura di Palermo e difensore di Giorgio Napolitano, e i giustizialisti Gustavo Zagrebelski, Franco Cordero e, sullo sfondo, Franco De Benedetti, censori del Capo dello Stato e supporters del pm palermitano Antonio Ingroia, non si risolverà con un armistizio.

Chi, come chi scrive, conosce Scalfari dagli anni ’50, sa che il fondatore quando dà battaglia non batte mai in ritirata, né ricerca la conciliazione a tarallucci e vino. Non ci fu conciliazione ai tempi del conflitto che oppose Mario Pannunzio, Franco Libonati e Nicolò Carandini a Leopoldo Piccardi ed Ernesto Rossi. Non ci fu armistizio dopo la dichiarazione di guerra di Scalfari e del Gruppo L’Espresso a Bettino Craxi.

L’abbandono della copertura dei magistrati straripanti da parte di Scalfari è stato graduale e crescente. Cammin facendo, il fondatore ha definito “demagogo” il ras di Montenero di Bisaccia. Poi si è formata e consolidata l’alleanza con Napolitano e Mario Monti. E ha anche preso il sopravvento, oltre alla sensibilità politico-istituzionale, la radice liberale dell’animo di Scalfari, antico lettore del Montequieu, teorico e propugnatore della divisione dei poteri.

Forse c’è anche un sottofondo autocritico. Sull’onda di Mani pulite e delle inchieste a senso unico, la Magistratura è diventata un potere dominante, incontrollato e incontrollabile. E così la rottura con i vecchi sodali è diventata irreversibile; si estende anche al marchese Flores D’Arcais, il maestro-fustigatore di Micromega.

Per di più, Zagrebelski e soci possono essere accusati di intelligenza con il nemico: Marco Travaglio, Antonio Padellaro e gli altri laudatori di Ingroia, che dalle colonne del “Fatto Quotidiano” intendono conquistare l’ala forcaiola dei lettori di Repubblica. L’accusa più urticante è presto detta: Scalfari è in sintonia con Giuliano Ferrara. 

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