«Ragazzi, la Biancofiore ha sbroccato ancora!». Questo è il commento più comune (e cortese), che si può leggere nell’implacabile e incarognito mondo virtuale di Twitter, nei confronti del sottosegretario alla Semplificazione, Michaela Biancofiore, dopo ogni sua esternazione. In un’intervista oggi a la Repubblica, l’amazzone bionda torna alla carica per difendere il Cavaliere, che lei considera un buon padre di famiglia, dall’accerchiamento giudiziario… E lo fa con tanto di citazione classica, paragonando Berlusconi al re spartano Leonida. «Noi termopiliani, berlusconiani eroici,di fronte al tentativo di annientare il loro capo rispondono ai vari Serse che ci intimano di gettare le armi “Molon Labè” venite a prenderle, se ne siete capaci», ha affermato.
Sorprendente per una che è stata definita «onorevole s’ignorina» per il suo travagliato rapporto con l’italiano. Del resto Michaela Biancofiore, Miki per gli amici, è una donna che non si spaventa mai. Come quando il premier Enrico Letta, un mesefa, le tolse la delega alle Pari Opportunità per le sue posizioni poco laiche verso omosessuali e matrimoni gay. Peraltro note da tempo. Come dimostra questa nota dichiarazione, involontariamente umoristica: «Chi va con i trans, ha seri problemi di posizionamento sessuale» disse qualche mese fa a Klaus Davi durante un’intervista nel suo canale YouTube, Klauscondicio.
Infatti dopo che la comunità omosessuale ha eretto barricate per impedirle di approdare al dicastero delle Pari Opportunità, l’ex deputata del Pd, Anna Paola Concia, ha osservato con sarcasmo: «La sua nomina mi ha fatto pensare a Crudelia De Mon, messa come guardiana dell’allevamento dei cuccioli di dalmata», Michaela Biancofiore ha accusato gli omosessuali di «ghettizzarsi» e di essere «una casta». E il premier, per il bene di un governo di difficili larghe intese che vorrebbe sobrio, se non taciturno, l’ha spostata nel dicastero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione.
Michaela Biancofiore, 43 anni, nata a Bolzano, che venne definita in modo dispregiativo la “biondona” da Enzo Biagi, è l’esatto contrario della presidente della Camera, Laura Boldrini. Politicamente scorretta, disinvolta, spregiudicata, sembra aver raccolto il testimone di Daniela Santanchè. Per i tacchi a spillo e il piglio da granatiere; per le provocazioni e i toni di sfida, ma soprattutto per quell’attaccamento morboso al Cavaliere, che lei, la pasionaria berlusconiana dell’Alto Adige, ha sempre definito “simbiosi”.
Descritta da suoi avversari come una «Schwarzenegger in gonnella, solo più carina e schizzata». «Tailleur-dipendente», lei non si ferma davanti a nessuno. Insultata, derisa, sbeffeggiata, sembra farsi scivolare addosso tutto. In nome dell’accanita difesa del Verbo di Berlusconi. Al punto che il Cavalierel’ha chiamata affettuosamente “Michaela-Caterpillar”. Criticata addirittura da Giorgio Holzmann, l’alleato di An, durante le elezioni comunali di Bolzano nel 2005, con cui era però in competizione.
Durante la campagna elettorale la definì una ragazza spensierata, nel senso letterale del termine, che passava il suo tempo fra «coiffeur e profumerie». Allora lei venne considerata come l’artefice della vittoria del centrodestra di Bolzano. Anche se solo per sette voti (e infatti la giunta durò solo un mese). In quell’occasione spiegò in modo schietto la sua fede politica: «Totale berlusconismo, totale rispetto delle gerarchie. E applicarsi, applicarsi, applicarsi perché il partito è come una società per azioni». Una frase che marca la discontinuità con chi invece crede nella politica come servizio ai cittadini o come arte del possibile.
Devota amazzone di Berlusconi, per molto tempo fedelissima di Franco Frattini – di cui è stata consigliere nel ministero degli Affari Esteri – rappresenta la corrente dei falchi alla corte del Cavaliere. Entra in politica giovanissima, subito dopo la fondazione di Forza Italia, a 22 anni. Secondo lei «facendo le fotocopie». O beneficiando dell’estrema benevolenza del Cavaliere verso ogni forma femminile, secondo i suoi avversari. Miky ha raccontato così la sua fede nell’ex premier: «Mi piaceva da morire Berlusconi. È l’unico uomo che può cambiare il destino del nostro Paese». Approda a Montecitorio nel 2006, anche se forse sarà ricordata soprattutto per il progetto di legge presentato quando era ancora consigliere provinciale di Bolzano: nel 2005 tentò di dare incentivi a chiunque comprasse un nuovo modello di tagliaerba, meno inquinante.
Dopo lo smottamento ai vertici del Pdl per la logorante guerra con Gianfranco Fini e la batosta elettorale alle elezioni amministrative del 2011, non mollò il suo mentore. E ingaggiò una battaglia contro i coordinatori del Pdl, soprattutto con Maurizio Gasparri, che definì «arrogante, autoritario, violento con le donne». Così leale da creare un gruppo di amazzoni azzurre per difendere Berlusconi dall’assalto alla diligenza. Al punto che fu lo stesso Berlusconi a dirle, scherzando: «Ora che sei un’amazzone, ti devo regalare un cavallo». Fiera berlusconiana, così si definisce lei, l’ex-imprenditrice di wellness, ha ammesso che la simbiosi con Berlusconi potrebbe essere materia di studio psichiatrico. Anche se quando Berlusconi era sul punto di essere seppellito, vivo, lei non pensò al film di Carlo Verdone, “Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato” ma predisse ciò che poi è accaduto: «Il capo del Pdl è Berlusconi e risorgerà».
Così innamorata, che durante le elezioni al Quirinale, Miki, come la chiamano gli amici e i colleghi, ha proposto Matteo Renzi premier e Berlusconi al Quirinale.
Ma io insisto , l’Italia si salva con Berlusconial Quirinale e Renzi Presidente del Consiglio. Che Paese rock sarebbe..
— Michaela Biancofiore (@BiancofioreMiky) 14 aprile 2013
E ha persino aperto un sito web per fare una campagna e portare al Colle il suo Capo, per lei molto pop. Con un sondaggio singolare, che prevedeva solo due opzioni: “Sì” e “Sottoscrivo con firma qui sotto”.
La vita politica per le amazzoni bionde con gli occhi azzurri deve essere infernale, visto che lei è stata derisa persino quando annunciò una cosa molto normale. E cioè di essersi iscritta a un corso di tango. Durissima per una che è stata insultata con modalità sessiste anche dal giornalista de il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi. Davanti alla sua proposta di portare Berlusconi al Colle perché «sopra le parti» durante una puntata di Otto e Mezzo, Michaela ha subito la replica indignata e (greve) di Scanzi: «Forse sopra le sue parti e sopra qualcosa d’altro».
Lei ha reagito con piglio da guerriera, ma ormai ci ha fatto il callo, visto che sin dall’inizio degli scandali sessuali dell’ex premier è sempre stata dalla parte del suo mentore, senza riserve. Infatti alla trasmissione radiofonica de La Zanzara, ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo. E ha affermato «Berlusconi ha il difetto di amare le donne ma almeno non va con i transessuali come Marrazzo…»
Per difendersi dagli attacchi degli omosessuali, ha fatto ricorso addirittura al vicario di Cristo: «Le mie posizioni (sui gay) sono uguali a quelle di papa Francesco». Forse, però,non ha avuto torto Gian Antonio Stella, che le ha ricordatoin un articolo di non avere l’immunità ortografica e grammaticale. Basta leggere uno dei suoi ultimi cinguettii su Twitter, il 14 aprile scorso, in cui, in risposta a qualcuno che probabilmente la insultava, ha scritto queste parole:
marchettara o marchettaro sarei te, tutta la tua famiglia, discendenti ascendenti e tuttii collaterali.Siete il polo della maleducazione
— Michaela Biancofiore (@BiancofioreMiky) 14 aprile 2013