Mira alto: ecco un rendering di un velivolo senza equipaggio e alimentato con l’energia solare che Facebook vuole operare a un’altezza di 20 chilometri per distribuire l’accesso a Internet nelle aree sottostanti. Secondo i ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, e Google, Larry Page, il futuro di Internet giace nella stratosfera superiore. Facebook ha annunciato di aver organizzato un team che lavorerà a un velivolo a energia solare capace di sorvolare a un’altezza di 20 chilometri le aree suburbane del mondo in cui la connettività è più scarsa.
Il progetto, denominato Internet.org, è una partnership tra Facebook e giganti dell’industria telecom quali Nokia e Qualcomm. Per descrivere le tecnologie che verranno ricercate, Facebook ha pubblicato un breve video. Il progetto sarà sviluppato all’interno del nuovo Connectivity Lab di Facebook. Alla sua realizzazione contribuiranno certamente l’esperienza maturata dalla startup britannica Ascenta (acquisita da Facebook), specializzata nella costruzione di Uav (Unmanned Aerial Vehicles) a energia solare, e il contributo della Nasa.
Esiste un solo problema. Questo è un territorio in cui Google sta investendo per la sua flotta di palloni d’alta quota, concepiti con il piano di migliorare l’accessibilità a Internet nelle regioni povere del mondo. Google ha già condotto alcuni voli di prova e dice che i suoi palloni opereranno tra i 18 e i 27 chilometri di altitudine. Entrambe le società hanno scelto quelle altezze perché mettono i propri velivoli al di sopra delle condizioni atmosferiche e del traffico aereo commerciale. Nessuna delle due ha specificato come i rispettivi velivoli dovrebbero evitare collisioni fra loro.
Google e Facebook si sono persino accordate sull’utilizzo di diverse modalità di trasmissione a terra dei dati. I test di Google fanno uso di una frequenza radio per connettere il pallone alle antenne montate sul tetto di abitazioni o aziende. Facebook mira invece a dotare i propri velivoli di laser a infrarossi che possono garantire velocità di trasmissione dati prossime a quelle dei cavi a fibra ottica. L’azienda è interessata anche a un eventuale utilizzo di satelliti alla stessa maniera. Entrambe le società dovranno combattere la maggior parte delle loro battaglie a terra, se intendono realmente espandere in maniera significativa l’accesso a Internet. Quando David Talbot, di Mit Technology Review, ha guardato ai piani di Facebook sul finire dell’anno scorso, ha identificato un groviglio di problemi politici ed economici che ostacolano la diffusione della connettività Internet nei paesi in via di sviluppo. Quei problemi, assieme alla stratosfera, dovranno esser conquistati prima che i droni o i palloni possano trionfare (vedi “Facebook’s Two Faces”).