Viaggio nel cuore dei quartieri popolari di Cagliari

Viaggio nel cuore dei quartieri popolari di Cagliari

Prendi due fotografi inglesi. Calali nei quartieri popolari di Cagliari. E chiedi loro di raccontare la vita tra quei palazzoni. Il risultato è This Is Mirrionis, laboratorio d’arte partecipata promosso dall’agenzia Prospekt e dal Comune di Cagliari che rientra all’interno del progetto Eureca! per la candidatura della città a capitale europea della cultura 2019. I fotografi in questione non sono due qualunque: si chiamano Vanessa Winship e George Georgiou, compagni nella vita e nel lavoro. Lei vincitrice del premio Henri Cartier Bresson nel 2011; lui ha esposto al MoMa di New York, vincendo due World Press Photo. Le loro foto ora sono in mostra ai Musei civici di Cagliari e raccontano le storie dei quartieri Is Mirrionis e San Michele, dove hanno vissuto per quaranta giorni. Immagini che non si trovano nelle cartoline estive della Sardegna e che raccontano una quotidianità che non trova spazio nemmeno tra le pagine dei giornali.

Prima di vivere a Is Mirrionis e San Michele tra la fine di marzo e l’inizio di maggio 2014, Vanessa e George non erano mai stati in Sardegna. Non parlavano l’italiano, tantomeno il sardo. Accompagnati da una traduttrice, sono stati ospitati nelle residenze d’artista. Da QUI è partita la loro esplorazione alla ricerca dei volti meno conosciuti della città. «All’inizio hanno avuto qualche difficoltà, gli abitanti del quartiere vedendo i due fotografi erano un po’ sospettosi», racconta Samuele Pellecchia, direttore dell’agenzia Prospekt e direttore artistico del progetto, «ma nel giro di un mese e mezzo ha prevalso l’accoglienza, sono diventati i due ospiti del quartiere e gli sono state aperte tutte le porte». George con in mano una piccola camera digitale, Vanessa con il banco ottico alla vecchia maniera. «È capitato che mentre i due fotografi erano in cima a una collina, è passata una macchina sgommando con tre ragazzi che urlavano “Hi George, Hi Vanessa, Hi friend”».

I due fotografi sono entrati nelle case, hanno camminato per le strade, hanno guardato i quartieri dall’alto. «Dove ora sorgono Is Mirrionis e San Michele prima degli anni Cinquanta c’erano campi dediti all’agricoltura e alla pastorizia con una caserma in mezzo, poi diventata un ospedale», spiega Pellecchia. «Dagli anni Cinquanta in poi la zona è stata interessata dall’edilizia popolare, stratificatasi di anno in anno anche in maniera disordinata». Al centro di questo conglomerato urbano si snoda via Is Mirionis, che parte dal Castello (su Casteddu) della città. «Oggi rimane una zona popolare, con un alto tasso di disoccupazione. La novità degli ultimi anni è che molti studenti universitari fuori sede sono andati ad abitare lì».

La mostra nei Musei civici di Cagliari ha addirittura preso il posto del padiglione dedicato all’arte sarda. «È il primo lavoro perfettamente integrato tra Vanessa e George», racconta Samuele Pellecchia, «che di solito lavoravano ognuno per conto proprio». Lei scattando in bianco e nero, lui realizzando foto a colori, griglie di immagini e anche video.

Mentre Vanessa Winship e George Georgiou immortalavano visi e luoghi dei due quartieri, è partita anche la seconda fase del progetto – che ha visto la partecipazione anche di Claudio Jampaglia come direttore artistico e Arianna Cocchi come project manager – con tre workshop (foto, video e audio) che hanno coinvolto 60 cagliaritani, compresi gli abitanti di Is Mirrionis e San Michele. Anche a loro è stato chiesto di lavorare sugli stessi posti su cui stavano lavorando i due fotografi professionisti. E il risultato sono 120 lavori che verranno messi in mostra a settembre su quattro schermi che proietteranno tutte le storie raccolte, insieme alle foto storiche del quartiere e alle immagini di Vanessa e George. In modo da raccontare il cambiamento del quartiere, da quando in quella parte di Sardegna c’erano solo capre, pecore e campi coltivati.  

Sul sito dedicato al progetto e creato dall’agenzia, è possibile leggere e consultare alcuni dei materiali raccolti durante l’esperienza.

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