Avrebbero dovuto essere l’occasione della grande rivincita, ma per il centrodestra le Comunali di Milano sono per ora soprattutto un problema. Hai voglia a dire che nello schieramento avversario non se la passano bene. E’ vero, nel centrosinistra non c’è un quadro chiaro delle candidature e dei rapporti di forza, dopo la rinuncia di Pisapia a un eventuale secondo mandato da sindaco. Ma lì almeno, oltre alla data del 7 febbraio per le primarie, c’è un gran fermento di nomi. Nel centrodestra non c’è nemmeno questo: finora tutti i nomi emersi, come quello di Alessandro Sallusti, sono stati presto congelati. Un po’ perché non convincevano tutti, un po’ per via dei sondaggi, un po’ anche perché nessuno dei leader della coalizione che comprende Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ha la capacità di imporre una scelta. Riccardo De Corato, esponente storico della destra milanese, vice-sindaco per tre lustri con Gabriele Albertini e Letizia Moratti, oggi vice-presidente del Consiglio comunale milanese, è l’unico che si è fatto avanti per mettere un po’ di pepe ai suoi alleati. Ma la sua è una candidatura di parte, sostenuta dal suo partito Fdi, in attesa che la trattativa fra alleati entri nel vivo. A Linkiesta De Corato spiega che è impossibile fare paragoni con il 2011, perché allora c’era ancora il Pdl, Silvio Berlusconi era capo del Governo e rappresentava la prima forza di coalizione, la Lega era guidata da Umberto Bossi. E non c’era Matteo Renzi a sinistra. Però se si vuole tornare a vincere, bisogna darsi una mossa: e tutto, dice l’ex vicesindaco, è ormai nelle mani proprio del nuovo leader della Lega, Matteo Salvini, che deve decidersi una volta per tutte a fare il leader.
Perché il centrodestra non ha ancora preso una decisione su Milano?
La prima ragione: il candidato naturale è Salvini, ma ha già detto che non vuole candidarsi se non come capolista. Oggi il primo partito a Milano è la Lega e proprio per questo spetta alla Lega decidere. Salvini è stato per vent’anni consigliere comunale ed è il leader naturale in questa sfida. Poi c’è una seconda ragione per la quale ancora non abbiamo un candidato, ed è che Silvio Berlusconi ne cerca uno che sia accondiscendente rispetto alla sua visione della città. E oggi non è facile trovarlo, un tempo magari, quando Forza Italia aveva il 38%… Forse se Berlusconi non avesse riufiutato le primarie, avremmo già risolto il problema, perché lo avrebbero risolto i milanesi.
Quindi chi deve decidere?
Mi auguro che a decidere siano i tre leader insieme, Berlusconi, Salvini e Meloni, credo che la prossima settimana potrebbero esserci novità. Ma chi si deve fare carico della decisione è proprio Salvini: gli vorrei ricordare che se si perde Milano, per la Lega sarà dura proporre la propria leadership a livello nazionale. Se si è la prima forza della coalizione non basta andare in giro a dirlo, ci sono onori e anche oneri da sostenere.
Abbiamo una minima speranza di vincere è se la sinistra si spacca. Se gli altri si presentano con un altro Pisapia, che sia la Balzani o Majorino, senza nessun altro a sinistra, sarà tutta un’altra partita
Che caratteristica dovrebbe avere un candidato di centrodestra competitivo a Milano, che non si presenti per perdere?
Deve rimotivare l’elettorato di centrodestra. E farlo andare a votare a elezioni che, con ogni probabilità, si terranno il 12 il 27 giugno. Voteremo in infradito. I milanesi che saranno al mare non torneranno a Milano per votare un candidato debole: devono pensare che ne valga la pena.
Il centrosinistra ha fissato le primarie per il 7 febbraio. Il percorso è stato incidentato. Quanto vi possono far gioco le divisioni degli avversari?
Anzitutto, dobbiamo sapere che non possiamo arrivare all’8 febbraio senza avere un candidato nostro. Detto questo, a noi questa situazione a sinistra fa gioco. Vi dirò di più: sono da sempre convinto che se il candidato sindaco sarà Giuseppe Sala, a noi questo farà ancor di più gioco perché con Sala la sinistra non sarà unita in una città in cui i renziani sono in minoranza. E non mi fa neanche paura chi dice che Sala prenderà i voti dei moderati: primo perché se i moderati vanno al mare per noi andranno al mare anche per lui, secondo perché lui ha dalla sua parte i poteri forti che non significa avere dalla propria parte tutti i moderati”.
Quindi secondo lei il centrodestra sarebbe favorito se in campo ci fosse il commissario Expo, nonostante si pensi il contrario?
Abbiamo una minima speranza di vincere è se la sinistra si spacca. Se gli altri si presentano con un altro Pisapia, che sia la Balzani o Majorino, senza nessun altro a sinistra, sarà tutta un’altra partita. Nel 2011 Pisapia vinse perché aveva messo insieme i salotti buoni e i centri sociali. Oggi nessuno sta riuscendo a mettere insieme questi due mondi.
Ma perché nonostante la vostra opposizione alla Giunta arancione non avete allevato in questi anni candidature forti e siete arrivati così in ritardo a pensarci?
Il centrodestra che venne eletto nel 2011 è cambiato, si è diviso, non c’erano Forza Italia, Fratelli d’Italia, Ncd. C’è stata una frantumazione che non ha consentito di fare quello che era naturale fare. Per dire, se ci fosse ancora il Pdl, io sarei un candidato naturale, chi potrebbe dirmi di no dopo aver fatto il vice degli ultimi due sindaci di centrodestra?.
Twitter: @ilbrontolo