EditoriaMentre l’affaire Mondazzoli è in sospeso, Giunti va all’attacco

Acquisizioni editoriali, accordi internazionali, assunzioni importanti e una campagna acquisti aggressiva tra gli autori. Mentre sul campo aleggia una grande nuvola di incertezze sull'affaire Mondazzoli, Giunti fa le prove da piccolo gigante

L’editoria italiana ha vissuto nell’ultimo paio d’anni un momento di sconvolgimento la cui dinamica principale è stata la concentrazione. Il primo movimento di concentrazione, avvenuto più o meno nell’indifferenza generale, è stato quello distributivo, dove la joint venture tra i due più importanti distributori del mercato – Messaggerie (Gruppo GEMS) e PDE (Feltrinelli) – ha creato nel dicembre 2014 un polo che, secondo le stime dell’Agcom, occupa il 60 per cento del mercato della distribuzione, con 70 milioni di libri all’anno.

Il secondo, più recente e decisamente più celebre anche al grande pubblico, è stato quello editoriale. L’acquisizione di RCS libri da parte di Mondadori, anche se non è ancora stata chiusa e si aspetta la decisione ultima dell’Antitrust, ha creato una creatura chiamata Mondazzoli, un ciclope che nella sua ipotesi iniziale — già stoppata dall’Antitrust — avrebbe avuto una dimensione inedita nell’editoria europea per quota di mercato, arrivando a sfiorare il 40 per cento.

In questo momento, se il mondo dell’editoria italiana fosse un campo da battaglia, i generali che osservano dall’alto della collina farebbero un po’ di fatica a scorgere i reali movimenti delle truppe. Troppa polvere si è alzata sul campo e tante decisioni sono rimaste sospese o in attesa di concretizzarsi, la sorte di Bompiani, Marsilio e Sonzogno, prima di tutto. Se a tutto ciò si somma il fatto che il mercato, pur se per la prima volta quest’anno con un debole segno positivo, sta diventaando con gli anni sempre più complesso, verrebbe da dire senz’altro che c’è una gran confusione.

“La confusione è grande sotto il cielo. La situazione è eccellente” recita il detto. Un paradosso? No. La situazione che si è creata è sul serio eccellente. Ma non è detto che lo sia per chi si muove con più fragore, ovvero per il gigante Mondazzoli. No, perché quando si naviga in un oceano in tempesta a largo di Terranova con onde alte venti metri e iceberg in vista da ogni parte, essere un gigantesco Titanic come Mondazzoli è sconsigliabile.

La situazione attuale, per l’insorgere di nuovi rapporti disintermediati tra produttori e consumatori e per il contemporaneo declinare di vecchie rendite di posizione, sembrerebbe aprire la strada a chi si sa e si può muovere senza il fragore e la miopia dei ciclopi, bensì a chi ha una visione chiara e, soprattutto, a chi ha le carte giuste in mano per sedersi al tavolo dei grandi e vincere qualche mano.

Insomma, sembrerebbe che a questa gara sia meglio essere gli “outsider” inseguitori piuttosto che i campioni da battere. E tra gli “outsider” sono tre le realtà a cui guardare: Gems, Giunti e Feltrinelli, che rispettivamente hanno il 10, il 6,1 e il 4,6 per cento delle quote di mercato del mondo editoria nel 2015 (Dati Gfk).

Quando si naviga in un oceano in tempesta a largo di Terranova con onde alte venti metri e iceberg in vista da ogni parte, essere un gigantesco Titanic come Mondazzoli è sconsigliabile

Tra questi tre grandi editori, ce n’è uno, in particolare, che in questi mesi sta dimostrando una determinazione inedita. È l’editore fiorentino Giunti, che attraverso alcune mosse sta guadagnando pezzi importanti, magari non tanto per mettersi a giocare una partita col ciclope Mondazzoli, ma sicuramente per giocare grosso e guadagnare spazio sui concorrenti diretti.

«Giunti in questi anni ha dimostrato di voler giocare all’attacco», ha detto la direttrice editoriale Beatrice Fini a illibraio.it. Sì, perché è un’azienda molto più complessa di quella che sembra, che non solo è presente in tutti i settori dell’editoria tradizionale — bambini, ragazzi, illustrati, fumetti, scolastica —, ma che, anche, ha messo in fila negli anni tutta la filiera, ben oltre la semplice produzione: ovvero dalla stampa, di cui si occupa Giunti Industrie Grafiche S.p.a., fino alla vendita, con i 190 punti vendita delle librerie Giunti al Punto, “la prima catena di librerie in Italia per numero di punti vendita, distribuiti su tutto il territorio nazionale”. Un punto fondamentale

A questa situazione di partenza si sono aggiunte negli ultimi mesi diverse mosse, su diversi orizzonti. La prima è stata una campagna acquisti di impatto, grazie alla quale la casa editrice si è portata in casa prima di tutto Antonio Franchini, storico editor Mondadori e ora direttore editoriale della narrativa, della saggistica e della varia non illustrata di Giunti, e insieme a lui Giulia Ichino, anche lei ex di Mondadori.

Insieme a loro la casa editrice fiorentina si è accaparrata nomi importanti della letteratura italiana contemporanea, da Andrea De Carlo a Antonio Moresco. Quest’ultimo, attaccato da molti in Italia, ma riconosciuto e stimato all’estero, sarà la carta di Giunti per cercare di portarsi a casa il prossimo Premio Strega. E sarebbe un colpo per i fiorentini, non lo hanno mai vinto.

A tutto ciò vanno sommati i patti chiusi con Disney Italia per il settore dei libri per bambini, con Amazon per la distribuzione di Kindle, o ancora, con l’agenzia di scouting americana Aram Fox, e alcuni altri investimenti interessanti nel campo delle startup digitali. Tutte scelte che, quando la nube di polvere generata dall’affaire Mondazzoli si depositerà, saranno carte importanti in mano a Giunti.

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