Madonna, declino di una popstar in affanno

A 58 anni Veronica Ciccone non è più la battistrada del pop mondiale, anzi è costretta a inseguire le sue allieve (da Lady Gaga a Rihanna), e con mezzi vocali mediocri. Il declino di una popstar

Madonna compie 58 anni. Oggi. Un tempo, fino a pochi anni fa, si sarebbe detto: buon compleanno all’indiscussa regina del pop. Oggi, 16 agosto 2016, la faccenda è decisamente diversa. Intendiamoci, il buon compleanno rimane, anzi, lo diciamo ancora più forte, ma se si parla di Madonna e del ruolo di regina del pop tocca usare il passato, e neanche il passato prossimo.

​La storia la conoscete già. Veronica Loiuse Ciccone è stata dagli anni Ottanta figura centrale del pop, al pari di un Michael Jackson o di un Prince. Ha indicato di volta in volta la strada che il mainstream avrebbe intrapreso poi, a volte anche a distanza di anni. Poco dotata da un punto di vista vocale, ha dimostrato una capacità di cogliere lo zeitgeist unica, intuendo quello che sarebbe stato e molto spesso decidendolo di sana pianta. Stacanovista come poche altre, ha azzeccato singoli, suoni, look, video, fatto tendenza e incarnato per circa due decenni un ruolo anche sociale, donna che non si fa sottomettere dagli uomini in un mondo, quello detto spettacolo, assolutamente maschilista, donna che se n’è sempre fregata dei generi, così come della comune morale.

Ma il problema, se di problema si può parlare analizzando un naturale declino, sta proprio qui. La sensazione (dopo oltre un decennio di rincorse affannate è ben più di una sensazione) è che la cifra di Madonna sia stata legittimamente superata dalle nuove generazioni, da coloro, cioè, che generalmente vengono indicate come sue eredi.
Poco dotata vocalmente, si diceva, quindi costretta, giocoforza, a puntare su altri aspetti, Madonna ha sempre giocato a costruire maschere e messe in scena che della sua poetica hanno costituito un buon 50 per cento, condividendo l’altra metà con il suono pop del momento. Le nuove generazioni, quei nomi cui si faceva vagamente riferimento prima, con quelle messe in scena sono cresciute, le hanno giustamente prese alla lettera, fatte proprie e metabolizzate nella maniera più naturale possibile, superando la matrice proprio per questa naturalezza, non più maschere ma incarnazioni reali.

Poco dotata vocalmente, si diceva, quindi costretta, giocoforza, a puntare su altri aspetti, Madonna ha sempre giocato a costruire maschere e messe in scena che della sua poetica hanno costituito un buon 50 per cento

Prendete quattro nomi, ma se ne potrebbero fare altri, volendo parcellizzare il tutto: Lady Gaga, Beyoncé, Sia e Rihanna. Sono, con l’eccezione di Sia che ha fornito ad altri il suo genio musicale squisitamente pop, quello che Madonna ha mostrato nel tempo, con risultati ai botteghini decisamente altrettanto interessanti, fatta la tara dei tempi moderni, e senza correre il rischio di derive baracconistiche.
Lady Gaga ha fatto del suo “monsterism” poetica altissima, avendo dalla sua, al pari della sola Sia, in questo gruppo, un talento musicale che Madonna ha sempre dovuto vampirizzare appoggiandosi a produttori e autori scovati, da detto, con grande intuito. Beyoncé, invece, altra stacanovista, ma questa è caratteristica che accomuna tutti i nomi che hanno mandato Madonna metaforicamente in pensione, è oggi, complice una lieson più professionale che sentimentale con Jay-Z, la femminista più influente dello show business occidentale, come l’ultimo Lemonade, non solo l’album, ma tutto quel che ci gira intorno sta a dimostrare. Sia ha un talento nel cogliere i suoni che girano intorno e trasformarli in perfetti brani pop che, un tempo, avrebbero indotto Madonna a intercettarla per prima e a chiuderla in una torre. Non bastasse, ha in qualche modo avuto questa intuizione di giocare sul non esserci, nascosta dietro parrucche freak e impersonata dalla sua miniatura, la mini-ballerina protagonista di alcuni suoi video, che ha mandato a casa tanti geni del marketing.

Rihanna è, oltre una che azzecca singoli come poche, la popstar più sessualizzata al momento, e ben sappiamo quanto Madonna abbia giocato sulla carta del sesso e della sessualizzazione, divenendo, va riconosciuto, figura centrale nel momento in cui l’Aids ha fatto il suo tragico ingresso nel nostro immaginario e soprattuto nelle nostre vite. Mentre questi nomi prendevano artisticamente vita, ripeto, in maniera tanto naturale da far passare tante trovate di Madonna per quello che sono, geniali intuizioni di una immensa comunicatrice, Madonna si perdeva degli eccessi. Non gli eccessi del passato, intendiamoci, perché non ha probabilmente più l’età per giocare sul filo dello scandalo (credo sia del tutto inutile ricordare che è stata Madonna a sdoganare i pizzi, la biancheria intima nera, e il concetto di Toy Boy). Qui si parla di eccessi comunicativi. L’ultimo tour australiano, in cui ha provato a virare sull’acustico e sul recital, attesta in maniera impietosa come non sia la musica la carta che Madonna può giocare per tentare di restare in gioco, e mostrare tette e culo a cinquantotto anni, dopo che ce li hai fatti vedere dagli anni Ottanta, a parte sdoganare la categoria Granny, non sembra poi questa idea così originale. Madonna sa, perché la lucidità è sempre stata una sua caratteristica specifica, anche negli anni di eccessi veri, quando ha sconvolto il perbenismo americano coi suoi messaggi divenuti di pubblico dominio, Madonna sa, si diceva, che non potrà mai mettere da parte la recita, la messa in scena, virando su situazioni più intimistiche, giocate sulla voce, che non ha, si trova quindi costretta nello scomodo ruolo di quella che insegue le sue figlie, cercando di fare loro il verso.

Madonna sa, si diceva, che non potrà mai mettere da parte la recita, la messa in scena, virando su situazioni più intimistiche, giocate sulla voce, che non ha, si trova quindi costretta nello scomodo ruolo di quella che insegue le sue figlie, cercando di fare loro il verso

Scena, questa, piuttosto mesta, perché vedere chi ha sempre battuto la strada ormai dietro e in affanno non è spettacolo edificante. È almeno dai tempi di Music, e si parla di quando i millenni si erano da poco dati il cambio, che Madonna non è più rilevante da un punto di vista musicale.
Nessuno guarda più alle sue produzioni per scovare il prossimo Re Mida del pop, e non fosse che per certi scazzi avuti coi figli o per le vacanze passate in Puglia, probabilmente, se ne leggerebbe poco anche nelle pagine di costume, dove un tempo dettava la linea. Il fatto che non ci sia un solo nome che ne abbia preso il posto, ricordiamo quando ambivano a farlo Britney Spears e Christina Aguilera, presto finite a bordo campo, attesta come Madonna sia stata la più grande.

Su questo nessuno può esprimere dubbi. Ma il presente e il futuro ci parlano di altre regine, sicuramente Lady Gaga, Beyoncé, Sia e Rihanna, presumibilmente altre, da Iggy Azzalea a Jessie J, passando per Charli XCX, via via fino a Miley Cyrus, altro nome che ha tutte le carte in regola per ambire a entrare nel gruppo, dotata di una voce bellissima, capace come le sue colleghe di manipolare gli immaginari da dentro, diventando non solo simbolo ma anche matrice, e dotata di grandi intuizioni, come forse solo Lady Gaga, a fianco del crooner Tony Bennet tanto quanto a Rile Rodgers e Elton John, su tutte la sua collaborazione con i Flaming Lips e la sua serie di iniziative legate al finanziamento di case di accoglienza per ragazzi scappati da famiglie con situazioni borderline. Non è un caso che Terry Richardson, fotografo eccentrico e di tendenza, la abbia scelta come musa, al pari dell’ex pornostar Sasha Grey, altra situazione molto alla Madonna anni novanta, ma vissuta con leggera naturalezza, senza sovrastrutture.

Se poi vogliamo anche parlare di numeri, Taylor Swift e Katy Perry, le più “normali” e musicalmente pop della covata, grandi canzoni mainstream, immagine pulita, capacità di usare i social come poche altre, numeri di album venduti che ricordano quelli del passato, quando gli album si vendevano ancora, non possono che emettere d’accordo tutti, anche i più accaniti fan di Miss Ciccone.
Oggi, fosse ancora vivo, sarebbe il compleanno di Charles Bukowski, detto Hank. Grande scrittore del secolo scorso, morto nel 1994. Sulla sua tomba, mi ha ricordato su Facebook il grande cantautore Leandro Barsotti, c’è scritto Don’t try, Non provare. Ecco, Madonna dopo molti anni in cui ci ha in tutti i casi provato, non essendo, ma riuscendoci, da troppi anni non è, ci sta solo provando.
Quindi, buon compleanno a Madonna, quindi, un tempo regina del pop. È grazie per il pesce

Ps. Sempre oggi, in piena rivoluzione punk, Elvis Presley moriva comodamente seduto sulla tazza del cesso. Ecco, ci sono regine che non mollano il proprio trono nonostante l’evidenza e re che, capito che i troni non sono più quelli di una volta optano per uscire di scena, sempre da re. Lunga vita al rock ‘n’ roll

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter