Oggi è il ”Bloomsday”. Vi dice niente questa ricorrenza?

Molto più rilevante del giorno della marmotta, o del blue monday, o del giorno del ringraziamento. È una ricorrenza per amatori (di letteratura)

Il giorno più importante della letteratura moderna è il 16 giugno. Per la precisione. Il 16 giugno del 1904. Questo è l’oblò. Il bunker. Il colpo formidabile del cecchino. Il 16 giugno del 1904 è il Giorno dei Giorni della letteratura occidentale, quello che la ricapitola e la rifà. Il giorno in cui Leopold Bloom, che “mangiava con gran gusto le interiora di animali e volatili”, s’aggira per Dublino col ceffo da Odisseo moderno, surfando tra birra e cemento, sorbendosi sermoni biblici, biberoni di Giambattista Vico, fettine impanate di Shakespeare e rigurgiti di gergo irish. Lì, quel giorno, che risorge, in forma di libro, nel 1922, a Parigi, nasce la letteratura che si fa oggi, vien posta una pietra tombale sulla letteratura che fu. Proprio così. L’Ulisse di James Joyce è la pietra miliare e tombale della letteratura del Novecento – niente di più dopo di lui – diventando, quasi, Bibbia laica ed esoterica per i letterati. Tanto che Leopold Bloom è diventato il Padre Pio degli scrittori e il 16 giugno, ribattezzato “Bloomsday”, rievocando la memoria dell’Ulisse

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