Un’idea peggiore in un momento peggiore non poteva venire. Fossimo in Carola Rakete, e Pia Kemp, capitane della Sea Watch, non accetteremmo la massima onorificenza del Comune di Parigi, la medaglia Grand Vermeil “per aver salvato migranti in mare”, e in quanto “perseguitate dalla giustizia italiana”.
Sarebbe bene uscire dalla tempesta emotiva che da mesi sta scuotendo l’opinione pubblica e social e ultimamente sta dividendo l’Italia in bestiali odiatori di Carola (con il corollario vergognoso e solito di violenze verbali e minacce) e più contenuti, ma ugualmente feroci, odiatori del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Sarebbe il caso di uscire dall’emotività innanzitutto per rispetto dei veri protagonisti della tragedia che si sta consumando nel Mediterraneo. I migranti. Se ci sono degli eroi in questa vicenda sono per primi quelli che hanno avuto il coraggio di lasciare tutto, affrontare spostamenti in condizioni disumane, detenzioni con tortura, traversate alla deriva. La medaglia, semmai bisognerebbe darla a loro. Gli eroi nel senso classico, omerico, sono innanzitutto loro.
Non che Carola e Pia non meritino la medaglia, dunque, ma la domanda da farsi è un’altra. Questa medaglia chi gliela dà?
Carola Rackete e Pia Kemp sono fragili e generose interpreti del senso di colpa d’Europa. Non è detto che i sensi di colpa siano un male, se c’è, effettivamente, la colpa. E in questo caso c’è.
L’Africa, “continente bambino” (Hegel) è stata sfruttata per secoli col colonialismo, massacrata con la decolonizzazione, e adesso viene venduta a pezzi al mercato globale. Occuparsene, anche con azioni che fanno confliggere legge e giustizia è un atto corsaro, ma soprattutto una piccola, doverosa, riparazione.
Non che Carola e Pia non meritino la medaglia, dunque, ma la domanda da farsi è un’altra. Questa medaglia chi gliela dà?
Gliela dà un Paese che qualche mese fa ha condannato sette attivisti con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, solo per aver manifestato in solidarietà con i migranti. Pene da sei mesi a un anno, con reclusione. In questo caso non si ha granché titolo a parlare di perseguitati dalla giustizia italiana. E specie se ci sono notizie di brutalità della polizia nei confronti di migranti bambini (come da rapporto Oxfam dell’anno scorso). O vogliamo parlare dei diversi sconfinamenti della polizia francese in Italia per riportare indietro i migranti? O delle irruzioni sui treni, (si è parlato di uso di spray urticante), per far scendere i clandestini?
Ci sarebbe appunto da aggiungere che una costante europea, oltre alla politica ondivaga -puro scaricabarile- su migranti e rifugiati è anche mettere sotto processo le molte Carole (circa 160) che si aggirano nei pressi dei confini.
Il bombardamento di Taojura (oltre cento morti e decine di dispersi) è stato fatto da Haftar, appoggiato dai francesi
E visto che parliamo di senso di colpa d’Europa nei confronti di altre aree del mondo, in particolare l’Africa da dove proviene, attualmente, il grosso di migranti e rifugiati, diciamo pure che le politiche francesi nell’area mediterranea e africana sono quantomeno discutibili.
È il caso di ricordare che il rovesciamento del (pur terribile) regime di Geddafi è avvenuto per iniziativa francese, presidente Sarkozy, che ha portato alla spaccatura e alla rovina della Libia.
Ed è il caso di notare che dopo gli oltre cento morti e le decine di dispersi nel centro per migranti a Tajoura sono risultate due cose 1) Il bombardamento era a carico di Haftar, che gode dell’appoggio francese 2) Nella base strategica di Haftar c’erano missili anticarro di fabbricazione Usa venduti alla Francia nel 2010. Pronta dichiarazione di Parigi: si trattava di missili fuori uso. Vogliamo crederci?Ecco, oltre al discorso sull’opportunità politica di premiare la Capitana alimentando la polarizzazione emotiva su cui il Capitano gioca a fini di consenso ( per cui verrebbe da dire in modo spiccio: se volete regalare voti alla destra accogliete i migranti e regalate consensi a Marine Le Pen) ci sono molti motivi per cui Carola e Pia non dovrebbero accettare l’onorificenza parigina. Molti, e molto seri.