Sono raffinati, istruiti e soprattutto educatissimi. I cittadini di Kyoto sono noti per i loro secolari contatti con la storia e l’arte e per il loro immenso senso dell’estetica. E per questo motivo, se mai uno di loro dovesse dirvi: “Lei possiede davvero un bell’orologio”, bisogna stare attenti. Non è un vero complimento.
Lo spiega in modo chiaro su Twitter questo utente, che spiega di essere cascato nel tranello teso da un educatissimo abitante della città. Di fronte all’elogio dell’orologio, addirittura, il malcapitato si è dilungato nella descrizione del suo oggetto, vantandone le virtù, descrivendone il funzionamento e l’origine. Sbagliando.
Perché il messaggio che il suo interlocutore voleva comunicargli era del tutto diverso. Era un modo per segnalargli che, per quanto lo riguardava, la conversazione era finita. E il delicato riferimento all’orologio era un trucco per indurre l’altro a guardare l’ora. Come ha potuto non capirlo?
Tutto il Giappone è noto per la sua comunicazione indiretta, per l’incapacità di dire “no” (anche quando servirebbe), per la cerimoniosità delle sue conversazioni. Eppure la città nota anche per il protocollo in materia ambientale firmato nel 1997, è quella in cui questa abitudine di parlare tra le righe raggiunge il suo massimo grado. E sia il giapponese medio che lo straniero faticano a districarsi tra osservazioni reali e critiche coperte. L’unica soluzione è esaminare il tutto caso per caso. E non diventare paranoici.