Il piatto più famoso di Roma è senza dubbio la carbonara: un voluttuoso connubio di carne di maiale, uova e fomaggio pecorino. Una bomba di proteine animali, insomma, che soddisfa certamente la gola, ma non lascia spazio all’idea di una cucina cruelty free. Eppure, nonostante una identità culinaria così connotata – non dimentichiamo le frattaglie, le code alla vaccinara, l’amatriciana, il fritto di baccalà e via elencando – da qualche anno, anche nella capitale, si sta progressivamente affermando un modo diverso di fare cucina che rinuncia ai prodotti di origine animale senza rinunciare al gusto e alla fantasia, con il valore aggiunto della leggerezza e della salubrità. E poi, ormai lo sappiamo (ne abbiamo già parlato su Linkiesta nel focus sui ristoranti vegani di Milano), quella vegana, per alcuni, è ormai diventata una filosofia di vita se non, quasi, una “religione”. E allora ecco qui la nostra lista dei 10 migliori indirizzi vegani nel cuore della Città Eterna.
Mater Terrae
Al sesto piano dell’Hotel Raphaël, ex quartier generale di Bettino Craxi, a pochi metri da piazza Navona, il ristorante Mater Terrae propone piatti belli e garbati, dai sapori armonici ed equilibrati. Naturale è bello: questa la filosofia che ispira le pietanze dello chef catanese Ettore Moliteo. Dopo l’esperienza siciliana alla Locanda di Don Serafino a Ragusa e alla Fattoria delle Torri a Modica, Moliteo si sposta a Milano dove apprende le tecniche della cucina vegetariana e vegana nel ristorante Joia di Pietro Leeman (di cui Linkiesta vi ha già raccontato). Proprio grazie al sostegno e alla consulenza di Leemann – l’unico chef italiano ad aver ottenuto una Stella Michelin con la cucina vegetariana – Moliteo avvia l’avventura romana all’interno dell’albergo sito in Largo Febo 2. La spettacolare vista sui tetti della capitale completa il fascino di questa meta gourmet.
Le Bistrot
A pochi passi dal palazzo della Regione Lazio (Via delle Sette Chiese 160), in zona Garbatella, Barbara e Daniela animano un piccolo ristorante dall’atmosfera rilassata, arredato come un antico salotto di casa. Tra gli antipasti ecco le crocchette di broccoletti con purea di fave, il burger di riso alla senape, i crostini di polenta alle noci e cannella. Tra i primi c’è il risotto alle rape rosse e tartufo con aceto balsamico e vino rosso e i paccheri all’Amatriciana vegani. Da provare, tra i secondi, il brasato di seitan al vino rosso, il fagottino di verza ai porcini e lo sformato di radicchio, uvetta e noci. Si finisce con gelato di soia, noci, caramello e cannella e il vegamisù al pistacchio. Ecco alcuni spunti dal menu invernale di Le Bistrot, locale vegetariano e vegano che propone gusti semplici, vicini ai sapori tradizionali, capaci di avvicinare tutti e di convincere anche i più scettici.
Romeow Cat Bistrot
Il nome parla chiaro. Siamo nel mondo dei gatti, che circolano indisturbati tra gli arredi del ristorante. Ma questo in Via Francesco Negri 15 (zona Ostiense) è anche un raffinato bistrot con una ricca proposta di piatti originali e internazionali. Tra gli antipasti il Malai Kofta (crocchette di mandorle fermentate e patate) e la Fantasia invernale di legumi della Tuscia e finferli. Tra i primi segnaliamo la fregola sarda con broccolo siciliano ripassato e olive e la “CarbonaRAW” fatta con spaghetti di daikon, cocco affumicato e formaggio vegetale di macadamia. Tra i secondi: tempeh arrosto su salsa vellutata di carote e Curry di Jack fruit con crostone di polenta integrale grigliato. Il progetto – gli animali, il cibo naturale e il design – rappresenta la personalità e le passioni di Valentina e Maurizio. L’ambiente è affascinante, la presenza dei gatti enigmatica.
So What?
Frittelline di lenticchie benauguranti, crostone di polenta taragna al tartufo e formaggio vegetale, crespella di farro con funghi e spinaci, insalatina fresca che da una vaga illusione digestiva, sartù di riso ripieno, sformato di tagliolini di farro ai broccoli e porcini, salame di cioccolata aromatizzato allo zenzero con panna, tofucake all’arancia. Questo era il menu di capodanno di So What?, il piccolo ristorante del Pigneto (si trova in via Ettore Giovenale 56) dove val la pena di fare una sosta. Qualcosa di quel menu lo ritroverete di sicuro, anche dopo i bagordi delle feste, e non mancheranno alle altre specialità della casa, sempre in chiave veg. Per fortuna degli avventori, infatti, dopo la chiusura di ottobre e due mesi di stop, il ristorante ha riaperto: continuerà a proporre con il solito stile ironico la propria filosofia di vita e di alimentazione.
Margutta vegetarian food&art
Dalla colazione del mattino al brunch all’aperitivo alla cena. Ampia l’offerta dello storico ristorante di Via Margutta che, nato nel 1979 grazie all’iniziativa di Claudio Vannini, ha il primato di essere il primo vegetariano della capitale. Negli anni il concept si è migliorato e aggiornato per l’opera di Tina Vannini che ha reso questo luogo un punto di riferimento della gastronomia gourmet e della fruizione culturale con una serie di eventi dal teatro al jazz. Dalla cucina emerge la mission di promuovere e diffondere la cultura di un cibo allo stesso tempo goloso, sano ed eco-sostenibile, in continuità con la tradizione gastronomica italiana e mediterranea. Il menu cambia spesso, ma resta fedele allo sforzo di coniugare bellezza e leggerezza. Chi vuol rivivere il mito dell’arte, storicamente legato a questa via, può trovare qui un buon programma di esposizioni.
Lizard Bistrot
In via Virginia Agnelli 98 tra Monteverde e Portuense, dal 2014 il Lizard Bistrot si ispira ai piatti della cucina tradizionale italiana e li rivisita sostituendo alla carne ingredienti alternativi: il seitan fatto in casa, il tofu, la soia e il muscolo di grano, prodotto a base di farina di frumento arricchita con legumi e oli, utilizzato come sostituto della carne. La carbonara vegana è preparata, per esempio, con seitan autoprodotto, panna di soia, tofu, curcuma, pepe, gondino (formaggio vegetale da grattugiare sui primi piatti al posto di pecorino o parmigiano). Da segnalare, inoltre, la frittata di ceci con zucchine, patate e porro, i medaglioni di lupini, carciofi o barbabietole rosse, patate, pomosorini secchi e avocado, infine la tagliata di legumi con riduzione all’aceto balsamico e mirto. La cucina è semplice e casalinga.
Ma Va?
Il ristorante propone ricette della tradizione culinaria italiana e mediterranea in generale. Le materie prime, quando è possibile, sono di provenienza biologica e a chilometro zero. Ambiente piccolo ma accogliente, con cucina a vista. Ampia varietà di scelta. Tra gli antipasti: polpette di patate e cicoria su crema di lenticchie rosse al latte di cocco, curry e paprica affumicata oppure l’hummus Ma Va, con cous cous di mare e tempeh marinato. Tra i primi da segnalare i paccheri radicchio, noci e tofu affumicato. Tra i secondi lo spezzatino di soia al latte di cocco, il seitan alla vaccinara e le crêpes di ceci con cime di rapa e pomodorini secchi. Si finisce in dolcezza con vari tipi di torte: panna, limone e zenzero, carote con crema di vaniglia, cioccolato con marmellata di arance. Il locale si trova in via Euclide Turba 6-8, zona Prati-Vittoria, a 500 metri dalla Metro Ottaviano.
Orto
Ingredienti bio, piatti saporiti, porzioni generose e prezzi contenuti. Questa la filosofia di Orto, ristorante vegetariano – con qualche piatto vegano – nel cuore di Trastevere in via Gioacchino Belli 142, aperto per il brunch e per la cena. Il menu serale propone, tra l’altro, la tartare di avocado, asparagi e limone su un letto di scamorza affumicata, l’involtino di tonnarelli con crema di zucchine, zenzero e pepe rosa, i ravioli di pasta fresca ripieni di patate e menta conditi con sugo fresco di pomodorini ciliegino gialli, le fettuccine verdi di spinaci con pomodoro fresco e ricotta, le zucchine tagliate a spaghetti con pesto di pomodori secchi, olive e peperoni. Si può accompagnare il pasto con una selezione di etichette di vini biologici.
Vegusta vegan street food
A Centocelle, in via delle Palme 31, ha sede una nuova meta dello street food capitolino che ha avuto l’audacia di proporre una cucina innovativa e originale in un quartiere popolare, in parte ancora vergine rispetto ad alcune nuove tendenze, ma che vuole trovare una sua strada, cercando di emulare il Pigneto e San Lorenzo. Arianna, Antonio e Valentina – giovani imprenditori fra i 30 e i 40, nessuno di loro è romano – hanno fatto del loro stile di vita un nuovo business. L’idea è quella di proporre piatti saporiti e accessibili. Niente tofu e niente seitan, alimenti a base di soia che di norma sostituiscono carne, pesce e derivati nella cucina veg. VeGusta preferisce proporre cereali, legumi e verdure di stagione acquistati dal mercato di quartiere. E l’intero quartiere risponde bene, non solo gli appassionati vegani.
La Sciuscella Taverna Vegetariana
In via Gerolamo Cardano 105, tra Portuense e Marconi, si trova la Sciusciella taverna vegetariana che – spiegano i titolari – «nasce dall’esigenza di ampliare la cultura culinaria e accontentare il palato di tutti attraverso un’alimentazione eticamente più sana e rispettosa». Le pietanze sono in maggioranza vegetariane ma la scelta per i clienti vegani (o con intolleranze al glutine o lattosio) è ampia. Tra i piatti proposti in queste ultime settimane dal locale si trovano gli involtini di bietola rossa con anacardi e riso rosso, il tortino di zucca e paprika su crema di mais, zensero e anacardi, il polpettone di quinoa e cavolo nero con humus di ceci, il risotto con funghi porcini e shitake, mirtilli, ribes rosso e castagne, il seitan con variazione di carciofi e salsa di mandorle tostate. Tra i dolci la millefoglie con crema al mandarino e scaglie di cioccolato di Modica.