Un’altra giornata imbarazzante, a cura di Giuseppe Conte e del suo entourage, che ormai oltre a Rocco Casalino comprende anche il Pd, il partito a vocazione dissolvente. Un altro discorso al paese convocato con metodo Grande Fratello e poi cancellato allo stesso modo, senza comunicazioni ufficiali, ma solo con le veline, come se fossimo una repubblica delle banane e non un grande Stato.
Un’altra surreale celebrazione di inadeguatezza al governo: gli italiani chiusi in casa sanno che ufficialmente la quarantena finirà dopo Pasquetta, ma informalmente sanno benissimo che prima del 4 maggio non se ne parla, anche perché Palazzo Chigi lo ha fatto trapelare con i soliti mezzucci di chi non ha il coraggio di dire la verità agli italiani sperando che a prendersene le responsabilità sia il famigerato comitato tecnico-scientifico. Conte avrebbe dovuto parlarne in diretta ieri sera, poi ha cambiato idea, forse lo dirà stasera oppure sabato come faceva nelle prime settimane di emergenza.
La giornata di ieri è cominciata nella tarda notte tra mercoledì e giovedì, con la pubblicazione tardiva del decreto liquidità, annunciato tre giorni prima, ma rinviato perché l’azionista di maggioranza del governo, Luigi Di Maio, ha provato a giocare una partita piccina intorno alla Sace per la gestione del denaro della ripartenza come se fosse un’opportunità politica da non farsi scappare. Di Maio è stato respinto con perdite, ma il danno economico e morale che lui e il suo partito stanno arrecando all’Italia e agli italiani è di quelli che difficilmente saranno dimenticati.
Ieri è stata anche la giornata in cui l’Eurogruppo ha dovuto trovare una mediazione tra le posizioni degli olandesi che non si fidano della possibilità degli italiani di ripagare il debito e quelle di Conte che su suggerimento di Vito Crimi ha imposto al governo di non accettare nemmeno le più banali condizionalità di questa massa di miliardi di euro che gli alleati dell’eurozona sono disposti a concedere alle vittime del virus attraverso il Meccanismo europeo di stabilità detto Mes.
La preoccupazione di Vito Crimi, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte era quella di non lasciare il fronte populista antieuropeo a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, i quali sparano bordate contro l’Europa di concerto con gli amichetti estremisti di destra in Olanda e in Germania, gli unici che davvero non vorrebbero aiutare l’Italia e che a loro volta con la loro demagogia da quattro soldi spaventano i loro stessi governi con lo spauracchio dell’italiano spendaccione e irresponsabile perfettamente incarnato da Salvini e Di Maio e dal loro governo Conte.
Alla fine l’Eurogruppo ha trovato il modo di intervenire in modo possente per aiutare i paesi colpiti dal virus, anche con il Mes che Conte aveva detto che mai e poi mai avrebbe accettato. Insomma, uno spettacolo grottesco sulla pelle del paese. Con Di Maio che nel giro di pochi giorni ha ringraziato i russi nonostante le minacce del Cremlino a un giornale italiano e poi ha preteso le scuse della Germania per un articolo di un giornale tedesco che, invitando a non aiutare l’Italia perché mafiosa, non ha fatto altro che riportare senza errori di grammatica il manifesto politico grazie al quale Di Maio oggi è ministro degli Esteri.
Alla riunione dell’Eurogruppo di Bruxelles c’erano Paolo Gentiloni e Roberto Gualtieri e, per il momento, invece che coprirci di ridicolo l’Europa ha deciso di stanziare 540 miliardi di euro. Il problema è che la settimana prossima, quando il Consiglio europeo dovrà prendere la decisione finale sulla base del pacchetto elaborato dall’Eurogruppo, al tavolo dei 27 capi di governo ci sarà Giuseppe Conte (si spera senza i suggerimenti di Vito Crimi e di Luigi Di Maio).