Un’iniziativa concreta, ma dal valore simbolico importante. E forse, anche una lezione per il futuro. È il “Programma Rinascimento”, lanciato da banca Intesa Sanpaolo insieme al Comune di Bergamo: 30 milioni di euro, messi a disposizione dall’istituto per sostenere, fin da subito, la ripartenza economica del territorio.
L’obiettivo è favorire un rinascimento, nel vero senso della parola, per una delle città più colpite dal virus e «dove i contraccolpi sull’economia», spiega il sindaco della città Giorgio Gori nella conferenza di presentazione del progetto, «rischiano di essere tra i più pesanti».
Il progetto, che mira a supportare le micro e piccole attività di impresa, esercizi commerciali di zona, e piccoli artigiani della città, si presenta con una formula innovativa di collaborazione tra pubblico e privato.
Dei 30 milioni, 10 saranno erogati a fondo perduto attraverso il Fondo di Mutuo Soccorso, mentre gli altri 20 saranno concessi come prestito di impatto, cioè con lunghe scadenze (da 5 a 10 anni) e tassi di interesse molto bassi, da 0,4 fino a 0,0 (cioè niente) se vengono rispettati alcuni indicatori chiave di prestazione specifici, come il mantenimento dei posti di lavoro o l’aiuto a forme di mobilità dolce.
Non solo. «Dei 10 milioni a fondo perduto, tre sono destinati a coprire le spese sostenute durante il lockdown», mentre gli altri sette sono abbinabili ai prestiti d’impatto, finalizzati agli investimenti necessari per l’adattamento degli spazi e dei servizi alla nuova realtà post-Covid.
In particolare il settore del turismo e della ristorazione, i più colpiti, che «avranno meno capienza e dovranno modificare il layout dei locali».
Il compito di coordinare le operazioni di erogazione, monitoraggio e rendicontazione, insieme alla fornitura di servizi di affiancamento alle imprese e di progettazione, sarà affidato a una onlus come CESVI, realtà importante del terzo settore bergamasco, con cui il Comune ha definito una convenzione specifica.
In più è previsto un Comitato Tecnico del progetto, con cinque membri che rappresentano le istituzioni coinvolte, avrà l’incarico di supervisionare le operazioni e fornire una regia. Una struttura snella, insomma, per mettere in moto subito le operazioni.
Il programma, come spiega in conferenza Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, «vuole contribuire in modo concreto e veloce al rafforzamento della coesione civica e sociale». Soprattutto punta «a dare risposte rapide». In una situazione come questa «non possiamo perdere tempo».
Bergamo «è un territorio fantastico, che vanta alcuni tra i migliori imprenditori d’Italia». E “Programma Rinascimento” è «un esperimento unico in Europa», una soluzione esportabile e – aggiunge – «una lezione per chi, in Europa, cede all’egoismo», per cui «è difficile immaginare che venga concesso denaro a fondo perduto. Ma è una scelta vitale per ripartire e preparare il terreno per il futuro».
Secondo i termini dell’accordo l’unico debitore sarà il beneficiario del prestito, ma il Comune offre una garanzia: un milione di euro per gli eventuali kpi negativi, «che spero non dovremo dare», ha aggiunto il sindaco.
Sui tempi, si va spediti: entro una settimana saranno definiti i criteri del bando, poi cominceranno le prime richieste. Per le erogazioni si prevede, insomma, tre settimane. «È importante agire subito», ha concluso Messina, «anche perché la velocità e inversamente proporzionale all’infiltrazione di fenomeni come l’usura e la criminalità organizzata».
Il modello Bergamo è in rampa di lancio. Se avrà successo, sarà sperimentato anche in altri Comuni. Al momento non ci sono indicazioni su quali e quando. Ma tra i possibili candidati c’è la vicina Brescia, anche questa importante realtà industriale colpita, con molta durezza, dal virus.