Si chiama “Reddito d’emergenza”, Rem. È una delle novità assolute introdotte dal decreto rilancio per il sostegno al reddito di chi rimane senza la copertura di ammortizzatori sociali e indennità.
Il beneficio, previsto all’articolo 87 del provvedimento, verrà erogato in due quote. Le domande dovranno essere presentate entro la fine del mese di giugno.
A quanto ammonta? Ciascuna delle due tranche partono da un minimo di 400 euro fino a un massimo di 800 euro, a seconda del numero di componenti del nucleo familiare e della presenza di persone in condizioni di disabilità o non autosufficienza.
Come chiederlo? Il Rem viene erogato dall’Inps previa domanda da presentare secondo le modalità che l’istituto stabilirà con una apposita circolare. Le richieste possono essere anche presentate ai centri di assistenza fiscale e ai patronati. L’Inps, insieme all’Agenzia delle entrate, verificherà il possesso dei requisiti previsti.
Chi può usufruirne? La misura è destinata ai nuclei familiari che al momento della domanda abbiano un Isee non superiore a 15mila euro. Tra i requisiti, c’è anche un patrimonio mobiliare familiare inferiore a 10mila euro, aumentato di 5mila euro per ogni componente fino a un massimo di 20mila euro. La sogli, in ogni caso, viene aumentata di altri 5mila euro nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente un disabile.
Il Rem non è compatibile con altre indennità, pensioni (a eccezione dell’assegno di invalidità) e reddito di cittadinanza. Non ha diritto al Rem chi si trova in stato di detenzione. Nel caso in cui emerga il mancato possesso dei requisiti, il beneficio è immediatamente revocato, con la restituzione di quanto indebitamente percepito e le sanzioni previste.
Al Fondo per il reddito d’emergenza vengono destinati 954,6 milioni. L’Inps, come per altre misure, provvede al monitoraggio dei limiti di spesa. Oltre questa soglia, non sono previsti altri provvedimenti.