La Commissione europea ha presentato la pagella sulla lotta all’inquinamento: molti Stati membri non stanno facendo i compiti a casa. Solo 17 Stati stanno davvero attuando la direttiva Nec sugli impegni per riduzione le emissioni entro il 2020.
Non è una questione burocratica in gioco ci sono le 400mila morti premature causate ogni anno dall’esposizione dell’aria inquinata. Per evitare questa strage annuale nel dicembre 2016 la Commissione ha approvato delle norme specifiche per rendere l’aria sempre più pulita. Finora 10 Pesi su 17, tra cui l’Italia hanno raggiunto gli obiettivi minimi. Ma solo quattro Paesi Bassi, Finlandia, Croazia e Cipro potranno raggiungere con certezza i target per il 2030.
Se la direttiva europea fosse pienamente attuata gli Stati potrebbero ridurre entro i prossimi dieci anni il 50% degli impatti negativi sulla salute dell’inquinamento atmosferico che oltre alle morti premature influenza anche la nascita di alcune patologie come il cancro o il diabete.
«Questo rapporto invia un messaggio chiaro. In tutta Europa, troppi cittadini sono ancora a rischio dall’aria che respirano. Abbiamo bisogno di misure più efficaci per ridurre l’inquinamento in numerosi Stati membri e per far fronte alle emissioni atmosferiche in tutti i settori, compresi l’agricoltura, i trasporti e l’energia», ha spiegato nella sua prima relazione il commissario Ue Virginijus Sinkevičius, responsabile per l’ambiente, la pesca e gli oceani.
«Non c’è mai stato un momento migliore per fare questi cambiamenti: investire in aria più pulita significa investire nella salute dei cittadini, nel nostro clima ed è il punto di partenza di cui la nostra economia ha bisogno. Questo è il pensiero alla base del Green Deal europeo ed è la logica di cui l’ambiente ha bisogno»,
Uno degli obiettivi principali della commissione guidata da Ursula von der Leyen è quello di rendere l’Unione europea carbon neutral. Tradotto: ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo che non superino la capacità della terra di assorbirle.
Nei prossimi mesi la Commissione continuerà a monitorare e sostenere gli sforzi nazionali con degli aiuti finanziari e non. L’obiettivo più importante da raggiungere secondo Bruxelles è la riduzione delle emissioni di ammoniaca. È su questo campo in cui gli Stati non riescono ad attuare in modo efficiente le norme europee.
Oltre alla relazione, la Commissione ha anche pubblicato l’analisi sui programma nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico e sulle proiezioni delle emissioni di ciascuno Stato membro.
Nel documento ci sono cinque parametri da osservare: ossidi di azoto, anidride solforosa, ammoniaca, particolato fine, e composti organici volatili. Le emissioni dei primi quattro si sono ridotte in Italia e sono in linea con gli obiettivi da raggiungere entro il 2020. Mentre per l’ultimo punto, quello delle emissioni organiche volatili dovute ai solventi l’Italia è ancora indietro.
Mentre per il 2030 la situazione è ancora peggiore. Secondo le proiezioni se il nostro Paese non applicherà in modo pieno la direttiva europea, le misure attuali basteranno solo per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride solforosa.