Anche il mondo della musica vuole fare sentire la sua voce. Mentre è in corso in Parlamento la discussione per gli emendamenti al Decreto Rilancio, il lavoratori e i professionisti del settore (sono tanti: artisti, tecnici, imprenditori, professionisti, proprietari di club e spazi culturali, agenzie e promoter) si sono mobilitati in un coordinamento unico, “La musica che gira”.
Hanno inviato proposte di modifica, cioè misure specifiche per risollevare il mercato della musica, colpito con durezza dalla crisi. Alcune di queste sono state presentate alla Camera e si avviano in queste ore a essere discusse.
È l’occasione per ripartire con il piede giusto. Per questo è stata promossa la campagna social #senzamusica. Mira a sensibilizzare tutti gli appassionati di musica, fan, pubblico di concerti (ma non solo) per far sì che anche al settore sia data la giusta importanza.
Per l’iniziativa si sono spesi personaggi di richiamo come i Pinguini Tattici Nucleari, Elisa, Cosmo, ma anche Brunori, Levante, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, i Negrita, Mannarino, Piero Pelù e Roy Paci.
Non è solo una questione di fondi, anche se – si fa notare – il settore culturale produce il 16% del Pil ma con l’emergenza ha ricevuto soltanto l1% delle risorse disponibili, oltre a essere danneggiato dal fatto che continua a navigare nell’incertezza.
È un problema più ampio che riguarda i diritti dei lavoratori e degli operatori del comparto, le lacune legislative, i disequilibri che intercorrono nella complessità dell’universo della musica (per la maggior parte addirittura escluso dal Fus, il Fondo Unico dello Spettacolo).
Riaprire è importante, ricominciare è giusto. Ma occorre anche riconoscere le esigenze di chi ogni giorno lavora perché tutti possano sentire, ascoltare, vivere sulle note di belle canzoni e ottima musica. Stavolta è giusto ascoltare cosa hanno da dire. Perché #senzamusica non c’è rilancio.