Algoritmo cornutoLa stravagante idea di far decidere il campionato a un computer (e a chi lo programma)

In caso di sospensione della stagione, lo scudetto potrebbe essere assegnato con i playoff. Ma c’è anche un’altra soluzione, quella di far decidere la classifica finale (testuali parole del presidente della Federcalcio Gravina) a «un procedimento sistematico di calcolo, un metodo per arrivare a un prodotto che si chiama ponderazione delle classifiche»

MARCO BERTORELLO / AFP

Molti tifosi di Inter e Juventus ricorderanno la profezia, o presunta tale, di Fabio Caressa in vista del derby d’Italia dell’andata. Il suo algoritmo aveva quasi previsto tutto l’andamento della partita, il risultato e i marcatori: 2-2 con reti di Lautaro, Dybala, Ronaldo e de Vrij, con pareggio in extremis del difensore nerazzurro. Il telecronista non andò poi lontano dalla realtà. A San Siro è finita 1-2, reti di Lautaro per l’Inter e Dybala e Higuain per la Juve.

Per anni Caressa ha azzardato pronostici sulla base di calcoli aritmetici, soprattutto sulle grandi partite. Due giorni fa è entrato in studio al suo Sky Calcio Club gongolando: «Mi avete preso in giro per anni, questa è la grande vittoria dell’algoritmo». Non poteva essere altrimenti, l’argomento calcistico di questi giorni è proprio l’algoritmo. Ma non quello di Caressa. È il sistema di calcolo che sta mettendo a punto la Figc e potrebbe decidere la classifica, con molte società che già tremano al pensiero che un agente esterno, peggio ancora un computer, possa decidere l’esito della stagione.

In questo caso, almeno, non c’è nessun legame con i numeri di Caressa.

Il punto è che la Serie A riparte, è già tutto pronto: c’è il calendario, ci sono gli orari, il protocollo per le misure di sicurezza. E ovviamente c’è un piano b e anche un piano c. La prima alternativa al normale svolgimento del campionato una conclusione della stagione con playoff e playout. Soluzione che potrebbe tornare utile per ridurre il numero di partite da giocare e assegnare comunque lo scudetto, i piazzamenti nelle coppe europee, e ovviamente salvezza e retrocessioni.

La seconda alternativa, quella più drastica, è appunto la soluzione che prevede l’uso di un algoritmo. La premessa è che si tratta della terza opzione sul tavolo, quindi sarà presa in considerazione solo in caso di nuova interruzione, e se al momento dello stop non ci sarà modo di fare i playoff. È una misura estrema: la stessa Figc che ne ha previsto l’uso non si augura di doverla applicare.

Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina l’ha presentato come lo strumento che permetterà di stilare la classifica più oggettiva possibile in caso di stop definitivo. Dovrebbe presentarlo nei prossimi giorni – probabilmente giovedì – alle Leghe di A, B e C, calciatori, allenatori e arbitri.

«È semplicemente un procedimento sistematico di calcolo, un metodo per arrivare a un prodotto che si chiama ponderazione delle classifiche. Mi fa sorridere come nel nostro Paese ci piaccia avvitarci su espressioni che sono semplicemente votate a trovare equilibri e dare certezze. Io non so se tra 3 o 4 giornate di campionato tutti avranno disputato le stesse gare: cosa vogliamo fare, cristallizzare la classifica e non tenere conto che qualcuno ha giocato meno ed è penalizzato? Io chiedo questo a chi si stupisce e grida allo scandalo per l’algoritmo. È un modo per mettere a disposizione del calcio uno strumento che metta tutti alle stesse condizioni», ha spiegato Gravina in un intervista a Radio 24.

Sono soluzioni già prese in considerazione altrove. In Inghilterra per le serie inferiori c’è una media ponderata (con possibilità di adottarla anche in Premier League): si calcola la media punti casalinga e la si moltiplica per 19 (il numero di partite da giocare nel proprio stadio in un campionato), poi si segue lo stesso procedimento per le partite in trasferta e si ottiene la classifica finale.

Non sarà attendibile come un campionato giocato dall’inizio alla fine, e ancor meno di un campionato giocato dall’inizio alla fine durante il suo naturale periodo di svolgimento. Ma a questo punto soluzioni del genere sono già scartate quindi occorre trovare strade alternative.

La Serie A sta costruendo la sua, si sta dando dei parametri, anche se la formula precisa ancora non c’è ancora nel dettaglio. Roberto Coramusi, Responsabile Relazioni Esterne ed Istituzionali della Figc spiega a Linkiesta che «i coefficienti ancora non sono stati stabiliti, tutte le classifiche che sono uscite sulle testate giornalistiche sono speculazioni».

Quel che si sa, fin qui, è che l’algoritmo considera il rendimento in casa e trasferta – quindi le medie punti casa e trasferta proiettate sul numero di partite residue per arrivare alle 38 gare – e i gol segnati in casa e in trasferta, da usare come correttori.

Non conterà il valore delle squadre affrontate in passato: una vittoria contro la Juventus, la Lazio o l’Inter non ha un valore maggiore di una vittoria contro Brescia, Spal e Lecce.

Questa soluzione estrema, che risolve il campionato al computer, esclude l’assegnazione dello scudetto: per il titolo bisognerà necessariamente passare dal campo, al massimo tramite playoff, altrimenti sarà una stagione senza campione.

Già circolano voci su presunte polemiche sollevate dai club, di sicuro ce ne saranno quando sarà spiegato l’algoritmo. E ce ne saranno ancor di più nel caso in cui questa soluzione diventi indispensabile. Chi sarà svantaggiato vorrà appellarsi al Tar, dal momento che perdere l’accesso alle coppe europee, o scivolare indietro di qualche posizione può costar caro: tra una posizione e l’altra nella classifica finale ci sono differenze che oscillano tra i 500 mila euro e i 4 milioni.

L’algoritmo non sarà la soluzione migliore possibile, non sarà nemmeno la più accattivante per i tifosi. Ma almeno sembra attendibile. E non è una profezia di Fabio Caressa.

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