Mi sono svegliato da un delirio solo per scoprire di essere in un delirio. Le strade e i palazzi sembrano sempre gli stessi.
Ma come è possibile? Gli edifici che erano in fase di costruzione sono rimasti in fase di costruzione e, molti mesi dopo, non si registrano cambiamenti. Il silenzio è diventato più raro. Il canto degli uccelli è più riservato. Il ruggito del traffico, più forte. Dove sono finito, allora?
A casa, ma non a casa. Il tempo non si è fermato del tutto, ma non è del tutto chiaro capire quale sia il giorno della settimana.
Scopro leggendo il New York Times che Disneyland ha riaperto in Florida, dopo essersi impegnata a dovere per essere senza contagi. La gente sta correndo là: la capisco. Oh, come vorrei trascorrere un pomeriggio a Disneyland, a guardare i castelli e i cartoni!
Ho letto José A. Ramos Sucre, il poeta venezuelano, maestro dei micro-saggi. Ho notato che, nei suoi micro-saggi, Sucre non aveva alcun problema a viaggiare ovunque volesse. Ha visitato i villaggi spagnoli che si incontrano in Cervantes. Ha vagato nei boschi con Virgilio.
Potrebbe essere anche meglio di Disneyland o, in ogni caso, quasi bello uguale. In un parchetto, alcuni bambini di sei anni fanno le corse sui loro monopattini e io, dalla mia posizione, su una panchina verde e un libro in grembo, faccio le corse in lungo e in largo per tutto il cosmo con Ramos Sucre.
(Articolo pubblicato in inglese su Tablet)