Il 77,9 per cento dei cittadini russi ha votato a favore della riforma costituzionale di Putin. Dopo aver contato il 100 per cento dei voti espressi, il risultato è na vittoria netta per il presidente russo: le riforme costituzionali volute da Vladimir Putin, che prevedono tra le altre cose la possibilità per lo stesso Putin di rimanere al potere fino al 2036, sono state appoggiate dal popolo russo.
Il referendum si è svolto nel giro di sette giorni nonostante i rischi provocati dalla pandemia da coronavirus, con un’affluenza di più del 64 per cento. Il verdetto finale era ampiamente atteso, ma diversi esponenti dell’opposizione russa hanno parlato di irregolarità nel voto e della mancanza di regole chiare che garantissero la trasparenza del processo elettorale. Putin ha 67 anni ed è stato al potere in Russia, o come primo ministro o come presidente, negli ultimi 20.
La legittimazione della nuova carta fondamentale prevede anche alcune modifiche di stampo conservatore. Si prevede infatti la prevalenza del diritto russo sui trattati internazionali (con buona pace, ad esempio, delle sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani), il russo definito lingua-madre dello Stato, la menzione alla fede in Dio e il matrimonio inteso come unione fra un uomo e una donna.