Ci sono partite che durano più di 90 minuti e valgono una vita intera. Lo sa bene Rocco Borgese, segretario generale della Flai Cgil di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, il sindacato dei lavoratori dell’agroindustria, che ha messo in piedi una squadra di calcio con giocatori tutti migranti e richiedenti asilo. Braccia per l’agricoltura locale, piedi che fanno meraviglie, testa che guarda avanti. La prima partita l’hanno vinta con il mirabolante risultato di 8 a 1. Solo per poco sono arrivati secondi nella classifica finale del torneo, dove giocavano altri calciatori dilettanti, magari più freschi, che non si allenavano dopo una giornata a spaccarsi la schiena nei campi. Un risultato finale che renderebbe orgoglioso qualunque patron di una squadra di calcio. Ma Rocco Borgese, funzionario sindacale e mago del pallone, ha mire molto più alte.
La squadra rosso-bianca della riscossa sociale
I calciatori della Flai Cgil, maglietta rossa con scritte bianche, arrivano dall’Africa subsahariana. Hanno attraversato il deserto, sono passati per la Libia, sono arrivati in Italia sui barconi. Hanno passaporti del Mali, della Nigeria, del Burkina Faso, di Senegal e Nigeria. Hanno tra i 17 e i 30 anni, età media 22-23 anni. Qualcuno è un vero talento: «Ci sono ragazzi che meriterebbero di andare avanti nel mondo del calcio. Non solo tra i dilettanti. Magari in serie D, o in C…»