L’utopia a TorinoIl progetto inedito di Club To Club per il 2020, sempre in nome della musica e dell’indipendenza

Rimandate al 2021 le celebrazioni del ventennale, il festival di musica sperimentale inventa un nuovo format: C0C (Club Zero Club), fatto di spettacoli e performance audio-visive per accompagnare l’autunno con idee innovative e immaginazione artistica

La locandina di C0C, "Club Zero Club"

Al caos di questi tempi incerti si risponde con progetti nuovi. Almeno, è quello che ha fatto Club To Club, il festival di musica di avant-pop ed elettronica fondato a Torino nel 2000 dall’associazione culturale Xplosiva e diventato negli anni, grazie alla sua proposta di altissima qualità musicale, un punto di riferimento unico in Italia e in Europa (basti pensare che lo scorso novembre ha contato ben 30mila partecipanti da 45 Paesi).

Per loro avrebbe dovuto essere l’edizione del ventennale, ma si rimanda tutto al 2021. Invece, per venire incontro a questo 2020 segnato da pandemia, crisi e chiusure, il festival ha inventato un nuovo format: C0C (CZEROC) show speciali e performance site-specific in prima assoluta, con pubblico o senza pubblico. Saranno installazioni sonore pubbliche, conversazioni e pubblicazioni a tema, spettacoli visivi che giocheranno con le architetture di Torino (e non solo), di giorno e di notte e sempre seguendo il filo dei dipinti di Vittorio Amedeo Cignaroli, pittore del XVIII secolo dal gusto arcadico che sarà al centro di una rivisitazione contemporanea. Il tutto accadrà dal 5 all’8 novembre, insieme al ContemporaryArt Torino + Piemonte.

Una risposta al caos, si diceva, in cui «lo zero rappresenta il nuovo punto di partenza del festival», spiega Sergio Ricciardone, direttore artistico, «è il tentativo di dare inizio a una nuova ideazione e produzione artistica che ha, tra i vari obiettivi, quello di indagare una possibile utopia contemporanea a supporto delle scene e delle community locali».

Progettare, insomma, un nuovo mondo, ma sempre nello stile della manifestazione: indipendente, in perenne equilibrio tra avanguardia e nuovo pop e con contaminazioni creative provenienti da settori lontani e diversi (un esempio è quello di Audi, partner ufficiale del progetto).

L’autunno dell’avant-pop si snoderà allora tra preview dei progetti a Milano e installazioni e incontri a Torino. Lo spirito è quello di illuminare, attraverso la scelta delle location, le tre anime del capoluogo sabaudo: barocca, industriale e contemporanea.

Si comincia giovedì 5 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che ospiterà l’installazione visiva di Nationhood X We Call It Avant-Pop, per passare ai due show, entrambi in prima assoluta, alle OGR– Officine Grandi Riparazioni: lo spettacolo audiovisivo di Caterina Barbieri e Ruben Spini, in cui le elaborazioni sonore della compositrice accompagnano le indagini sull’arte sacra dell’artista visivo e la performance di Lorenzo Senni e Daniel Sansavini, fatta in supporto alla recente uscita del disco “Scacco matto”.

Il giorno successivo toccherà a due realtà torinesi, il collettivo SPIME.IM, che metterà in scena il suo spettacolo di esplorazione dell’identità umana attraverso doppi virtuali, mentre Mana, l’ultima incarnazione del compositore Daniel Mana, presenterà “Mania”, il suo spettacolo con la danzatrice contemporanea Nicole Neidert, con cui rivede il rapporto tra corpo e immaginazione.

Intanto a Porta Palazzo si potrà scoprire l’installazione del collettivo Artetetra, specializzato in indagini di suoni esotici e psichedelia: ispirandosi al mercato della piazza, hanno creato una suite di suoni e rumori che diventa una guida allo spazio urbano. La si potrà ascoltare attraverso alcuni totem posizionati in alcuni punti strategici seguendo un percorso indicato sullo smartphone.

Il cartellone artistico è completato da due show site-specific: il primo è quello del musicista Bienoise, che al teatro Carignano, il 7, rilegge il brano “To Be Banned From Rome”, la colonna sonora del Festival nell’ambito dell’iniziativa Allarme Rosso (Red Alert) per sensibilizzare sulla crisi della musica dal vivo (con la pubblicazione, sia in formato fisico che digitale di questa traccia si inaugurerà la nuova etichetta C2C Festival”).

Il secondo è “All Work And No Play Make NDB Dull Boys”, spettacolo de Ninos Du Brasil, che si farà all’alba alla Fondazione Accorsi-Ometto. È il progetto degli artista contemporanei Nico Vascellari e Nicolò Fortuni, che mescolano techno, samba e danza per un carnevale dal sapore catartico. Fatto forse per rompere l’incantesimo del 2020, con ritmi, balli e immaginazione.

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