Circo ItaliaIl decreto per chiudere la sagra della porchetta e altri problemi di percezione

A sentire ministri, sindaci e rappresentanti di categoria, la seconda ondata di contagi è serissima, ma riguarda sempre gli altri. Alla fine anche i metri di distanziamento si contano per i nemici e si interpretano per gli amici

ALEXANDER HASSENSTEIN / POOL / AFP

A prima vista, un decreto del presidente del Consiglio dei ministri e un suo messaggio in diretta alla nazione per chiudere la sagra della porchetta può forse sembrare eccessivo. Ma è un errore di prospettiva.

Un problema di percezione, come direbbe la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, la quale due giorni fa ha assicurato che non c’è motivo di abbassare il limite della capienza sul trasporto locale, fissato all’80 per cento, pari cioè a «cinque persone per metro quadrato», giacché studi approfonditi dimostrerebbero che solo una minima percentuale dei contagi avviene sui trasporti (alla fine in Italia pure i metri di distanziamento, a quanto pare, si contano per i nemici e s’interpretano per gli amici).

Tanto meno c’è ragione di preoccuparsi per la scuola, perché anche qui, come assicura la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, fior di studi dimostrano come solo una parte infinitesima dei contagi avvenga nelle aule.

Quanto a palestre, piscine e centri sportivi, si può stare più che tranquilli, poiché il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, giusto ieri ha chiarito che «nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati».

Non parliamo poi dei luoghi di lavoro, a proposito dei quali il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, solo tre giorni fa ha garantito che sono «in linea con la percentuale di contagio, anzi, sono i più sicuri».

Esclusi dunque scuole, luoghi di lavoro e luoghi di svago, nonché treni, autobus e metropolitane, evidentemente, non restava che la sagra della porchetta. Intesa peraltro come sagra locale, e sempre fatte salve le sagre della porchetta di carattere o interesse nazionale, sulle quali il nuovo dpcm si guarda bene dall’intervenire.

Non è chiaro se in circostanze di particolare gravità potrebbero farlo i sindaci, o se anche qui, come nel caso di eccezionali assembramenti nel centro di Strangolagalli, in provincia di Frosinone, o nelle strade della movida di Golasecca, in provincia di Varese, debba intervenire direttamente l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, il segretario generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità o quello delle Nazioni Unite.

Ciò di cui non si può dubitare è la ragione di tale mancato intervento governativo a danno di fiere e sagre di interesse nazionale, da rintracciare senz’altro nell’abbondanza di studi certamente e doverosamente effettuati, che ne certificheranno in modo inequivocabile la scarsissima incidenza sui contagi.

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