Di fronte alla crescita dei contagi e alle difficoltà che incontrano gli ospedali di tutta Europa diventa sempre più chiaro che sarà necessario prendere decisioni drastiche. Parlare di lockdown, dopo l’annuncio fatto dal presidente francese Emmanuel Macron – comincia venerdì –, non è più tabù.
L’obiettivo è quello di rallentare la diffusione del virus, alleggerire la pressione sugli ospedali e riuscire a riprendere il controllo dei tracciamenti, anche in vista delle feste di fine anno. Ma non è detto che sia la cosa giusta. Secondo Frédérique Jacbos, infettivologa belga dell’ospedale Erame de Bruxelles, forse è il caso, per il 2020, di rimandare il Natale a tempi migliori. Per esempio, in estate, «quando il tempo è bello».
La proposta è caduta nel vuoto e, con ogni probabilità, non sarà considerata. «Le feste natalizie sono un momento dell’anno che tutti amano», ha spiegato la virologa, «non possiamo dimenticarlo». Però, «adesso l’obiettivo è di salvare la popolazione. Il virus circola a livelli altissimi, ci sono tante persone malate. Tutti ne conoscono almeno una». Gli ospedali sono ormai al limite e il Natale quest’anno potrebbe diventare più un rischio che una occasione di serenità. «Anche se si riuscisse a ridurre la curva entro dicembre, rimane ovvio che festeggiare come si è sempre fatto, con il virus in circolazione, sia pericoloso». Riunire i parenti in lunghe tavolate al chiuso, dove ci si scambiano i regali, o festeggiare con gli amici in feste pirotecniche qualche giorno dopo è la cosa più sbagliata che si poss fare. «È il tipo di ritrovi che fanno ripartire i contagi», spiega. Ed è difficile darle torto.
E allora, visto che la Pasqua 2020 è andata come è andata – in Italia, almeno, era piena quarantena – per garantirsi almeno un Natale più decente la soluzione migliore è quella di rimandarlo. Da giugno in poi tutte le date vanno bene, dal momento che il tempo è buono e si può stare all’aperto. Non solo: per quel periodo – si spera – forse saranno pronte anche le prime dosi del vaccino contro il coronavirus. Insomma, basta avere un po’ di pazienza: non sarebbe la prima abitudine rivoluzionata dal 2020.
Questa, poi, sarebbe anche gradevole: se ci si pensa, passare il Natale in spiaggia e al caldo non è per niente male. Gli australiani hanno sempre fatto così e nessuno se ne è mai lamentato. Anzi.