Contro il regime di PutinL’Unione europea deve avere il coraggio di sanzionare gli oligarchi russi, dice Alexei Navalny

Il leader dell’opposizione russa che lo scorso agosto è stato vittima di avvelenamento ha parlato alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo chiedendo che Bruxelles non riconosca il risultato delle elezioni per scegliere i parlamentari della Duma se anche solo un oppositore sarà estromesso dalla corsa

LaPresse

«Non sono il primo a non sarò neppure l’ultimo a subire un avvelenamento. L’importante è che i cittadini russi sappiano che l’Europa in toto e in particolare il Parlamento europeo non resteranno in silenzio di fronte a questi avvenimenti», ha detto il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, prendendo la parola nella audizione alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo.

«Vedo che in Europa c’è un ampio dibattito su come relazionarsi con la Russia. Non serve però modificare la vecchia strategia quanto piuttosto crearne una nuova perché al momento in Russia c’è un governo diverso anche solo rispetto a due anni fa». Secondo Navalny bisogna distinguere molto bene il rapporto con la popolazione russa e lo Stato «che invece deve essere trattato per quello che è: un gruppo di criminali che temporaneamente hanno il potere nelle loro mani».

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Le elezioni del Parlamento russo e le sanzioni contro Mosca
Nella sua audizione il leader dell’opposizione russa si è concentrato su due questioni: le prossime elezioni per eleggere la Duma (il Parlamento russo, ndr) e le sanzioni che da anni l’Unione europea commina al regime di Putin per la mancata piena attuazione degli Accordi di Minsk del 2015 che hanno messo fine alla crisi Ucraina.

Per quanto riguarda le elezioni Navalny cita il caso degli altri due relatori dell’audizione, l’ex viceministro dell’Energia Vladimir Milov e il presidente della regione di Krasnoselsky Ilya Yashin che sono stati estromessi dalla Duma e incarcerati per essersi presentati in passato alle elezioni. «Per questo chiedo al Parlamento europeo di non riconoscere il risultato delle elezioni della prossima Duma se anche solo una persona che vorrà candidarsi sarà estromessa».

Per quanto riguarda le sanzioni secondo Navalny non ha senso punire colonnelli e generali che si macchiano dei crimini del regime di Putin perché sono persone che non viaggiano molto al di fuori della Russia e non hanno conti correnti nelle banche d’Europa. «L’Unione europea dovrebbe colpire invece gli oligarchi, anche quelli della nuova generazione come il circolo attorno a Putin. Loro devono essere il bersaglio delle sanzioni. Fino a che gli yacht di Alisher Usmanov o Roman Abramovich rimarranno attraccati ai porti di Monaco e Barcellona i russi non vedranno mai con serietà le sanzioni europee».

Chi è Navalny
Navalny viene spesso definito “blogger”, ma è un termine riduttivo per l’uomo che con le sue denunce sferzanti, documentate e ironiche su Youtube ha raccontato la corruzione dei ministri e governatori russi. Da solo ha dato una voce univoca allo scontento contro Vladimir Putin e ha organizzato un mini impero mediatico per rispondere alla propaganda del Cremlino.

Lo scorso 20 agosto Navalny ha avuto un collasso durante un volo interno da Tomsk a Mosca, dopo aver bevuto un té avvelenato con un agente nervino della famiglia Novichok. Lo conferma anche un test effettuato dall’ospedale Charité di Berlino, dove Navalny è stato curato. Parliamo di un veleno che può essere sviluppato solo in laboratori militari statali russi e non da privati. Il che suggerirebbe che dietro l’attentato ci siano le autorità russe

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna con forza l’attentato ad Alexei Navalny. E gli eurodeputati hanno anche chiesto un’indagine internazionale sul caso.

Al dibattito parteciperanno anche il vicepresidente della Fondazione Russia Libera Vladimir Kara-Murza, l’ex viceministro dell’Energia Vladimir Milov e il presidente della regione di Krasnoselsky Ilya Yashin.

 

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