La situazione d’emergenza legata alla pandemia giustifica misure «temporanee» di sostegno all’economia, ma nella legge di bilancio italiana sono previste troppe misure a lungo termine che rischiano di pesare nel tempo sulle finanze pubbliche e quindi sull’economia e la crescita. L’Italia è invitata dunque a monitorare «l’uso, l’efficacia e l’adeguatezza delle misure e a tenersi pronta ad adattarle, se necessario, alle circostanze mutevoli».
È questo, in sintesi, il messaggio principale che arriva dalle consuete pagelle d’autunno della Commissione europea, stilate sulla base delle bozze di manovra che gli Stati hanno inviato a Bruxelles. Quest’anno, con il Patto di stabilità e crescita sospeso, non si trovano giudizi quantitativi sul debito, quanto valutazioni sulla qualità delle tante spese in deficit messe a bilancio dai governi.
La maggior parte dei Paesi dell’Eurozona ha previsto nei documenti programmatici di bilancio quasi esclusivamente misure tampone temporanee per rispondere alla pandemia, con effetti nel 2021-2022. Ma non l’Italia. Circa un terzo delle spese della nostra manovra si protrarrà nel medio-lungo termine, con una coda lunga anche sui conti pubblici.
Da qui il semaforo rosso di Bruxelles. Se – scrivono dalla Commissione – nel complesso la maggior parte delle misure previste dall’Italia nel 2021 è in linea con le raccomandazioni europee di sostegno all’attività economica in un contesto di incertezza, tuttavia alcune misure non sembrano essere temporanee o compensate da ulteriori iniziative fiscali o di riduzione della spesa.
Mentre le misure pari allo 0,3% del Pil sono temporanee, un altro pacchetto pari all’1,1% del Pil non lo è. La Commissione si riferisce alle decontribuzioni per il Sud, al taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, all’introduzione dell’assegno unico per i figli, così come alle maggiori risorse assegnate ai ministeri e ad altre amministrazioni pubbliche per le nuove assunzioni.
Spese che l’Italia non potrebbe permettersi sul lungo termine, quando rientreranno i paletti sui debiti. Considerato il livello del debito pubblico italiano prima dello scoppio della pandemia, raccomandano da Bruxelles, è importante comunque «garantire che, quando si adottano misure di sostegno, sia preservata la sostenibilità fiscale a medio termine».
«Affinché l’Europa si riprenda e sia competitiva sulla scena mondiale», ha spiegato in un comunicato il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, «abbiamo bisogno di misure di sostegno mirate e temporanee, nonché di riforme e di investimenti ben scelti che guidino una ripresa equa, inclusiva e sostenibile». Ma «alcune misure previste nelle finanziarie 2021 di Francia, Italia, Lituania e Slovacchia non sembrano essere temporanee o accompagnate da misure compensative».
Nella pagella italiana, la Commissione ricorda la differenza nelle previsioni economiche tra Roma e Bruxelles. Secondo le previsioni d’autunno europee, l’economia italiana si contrarrà del 9,9% nel 2020, crescendo del 4,1% nel 2021. Laddove invece la Nadef italiana prevede un -9% quest’anno e un rimbalzo del 6% l’anno prossimo. «Le previsioni della Commissione sono significativamente più pessimiste per il 2021», fa notare Bruxelles.
Certo, si spiega, la differenza sta nel fatto che non si è potuto tenere dell’impatto degli investimenti non ancora finanziati dal Next Generation Eu, ma neanche della recente recrudescenza dell’economia che non fa che peggiorare le stime future. Tanto più che l’Ufficio parlamentare di bilancio ha segnalato che le proiezioni sono effettivamente soggette al rischio di revisioni al ribasso. E il 27 ottobre e il 10 novembre 2020 l’Italia ha adottato due ulteriori pacchetti di misure per affrontare le ricadute economiche legate alla recrudescenza della pandemia, con un impatto di bilancio totale dello 0,3% del Pil nel 2020, non considerato né nel Documento programmatico di bilancio né nelle previsioni della Commissione. Mentre un nuovo scostamento di bilancio da 20 miliardi si affaccia alla finestra, allargando il buco del debito.
«Rischi di squilibri sembrano essere in aumento negli Stati membri che già presentavano squilibri prima della pandemia influenzale», ha fatto sapere l’esecutivo comunitario. La Commissione europea quindi si prefigge di stilare in primavera nuovi rapporti sugli squilibri macroeconomici in 12 Paesi, che sono gli stessi dell’anno scorso: Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia.
Nel 2021, comunque, fanno sapere dalla Commissione, arriverà la prima tranche del 10% dei fondi europei, che per l’Italia è quantificata in 7,1 miliardi di euro. Ora Bruxelles attende il Recovery Plan italiano. La Commissione, ricordano, «valuterà che le riforme e gli investimenti inclusi nel piano di ripresa e resilienza sono coerenti con le priorità politiche dell’Unione europea e le sfide individuate nel contesto del semestre europeo».