Quattro decreti legge ristori in poco più di un mese. L’ultimo, il ristori quater approvato nella notte dal governo, utilizza gli 8 miliardi provenienti dallo scostamento di bilancio a cui il Parlamento ha dato il via libera la scorsa settimana. Salgono così a 18 i miliardi distribuiti da tutti i decreti ristori, a partire dal primo dello scorso 28 ottobre. E arrivano a 108 i miliardi stanziati in deficit dallo scoppio della pandemia in poi.
«Lo voglio ribadire con forza: non siete soli, lo Stato è al vostro fianco», ha annunciato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Ecco cosa c’è nel decreto:
Rinvio tasse
Il decreto estende la proroga al 30 aprile 2021 del secondo acconto Irpef, Ires e Irap – prima limitata ai soggetti dei settori per cui è prevista la chiusura delle attività e nelle zone rosse – anche a tutte le imprese sul territorio nazionale con ricavi inferiori ai 50 milioni nel 2019 e con un calo del 33% del fatturato nel primo semestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
Inoltre, per tutti i contribuenti, a prescindere dal fatturato, ci sono dieci giorni in più, dal 30 novembre al 10 dicembre, per gli acconti e per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e Irap che serviranno per calcolare le perdite e vedere chi rientra nel rinvio ad aprile.
Rinviati al 16 marzo contributi, ritenute e Iva di dicembre per le attività chiuse nelle zone rosse, per i ristoranti in zone arancioni e rosse, per tour operator, agenzie di viaggio e alberghi nelle zone rosse. Il rinvio vale anche per le imprese con ricavi inferiori ai 50 milioni e con un calo di almeno il 33% del fatturato a novembre 2020 rispetto a novembre 2019.
Il decreto dispone poi un’ulteriore proroga, al primo marzo 2021, dei pagamenti legati ai programmi di rottamazione ter e di «saldo e stralcio» delle cartelle esattoriali. Allo stesso tempo, viene data la possibilità di rientrare nelle precedenti rottamazioni, la uno e la due, ai contribuenti decaduti perché hanno pagato in ritardo o non hanno pagato una delle rate previste dal piano di dilazione.
Il decreto legge dispone quindi una tregua fiscale, prevedendo anche il fermo delle «ganasce» amministrative e delle altre procedure esecutive come ipoteche e pignoramenti per chi ricomincerà a pagare. Ma se il debito col fisco è superiore a 100mila euro, il contribuente potrà rientrare solo se in «comprovate difficoltà economiche».
Misure per gli stagionali
Vengono stanziati 700 milioni per erogare un bonus una tantum di mille euro le categorie di lavoratori che avevano percepito lo stesso bonus con il decreto legge agosto e con il primo decreto ristori, e cioè stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo.
L’indennizzo viene esteso anche agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo in possesso di determinati requisiti, ai lavoratori stagionali appartenenti a comparti diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato il rapporto di lavoro involontariamente, ai lavoratori con contratto intermittente e ai venditori a domicilio.
Viene inoltre rifinanziato con 92 milioni il Fondo per le associazioni sportive creato col primo decreto ristori. A dicembre sarà erogata un’indennità di 800 euro ai lavoratori del settore sportivo che avevano beneficiato dei bonus.
Altri 62 milioni sono destinati al comparto sicurezza per le indennità e il pagamento degli straordinari del personale delle forze di polizia e dei vigili del fuoco.
Verso il decreto ristori 5
Ma dopo il ristori 4 si parla già del ristori 5. Potrebbe arrivare negli ultimi giorni di dicembre, subito dopo l’approvazione della legge di bilancio. Il provvedimento servirebbe a soddisfare la richiesta di estendere i contributi a fondo perduto a quelle imprese, lavoratori autonomi e professionisti, che anche se non costretti a chiudere, hanno però sofferto il calo degli affari.
La richiesta è trasversale. Lo chiedono i Cinque Stelle Stelle. Ma è anche una delle condizioni poste da Forza Italia al governo per votare sì allo scostamento da 8 miliardi. Mentre nel governo già si pensa a un nuovo scostamento di 20 miliardi per il 2021.