Dalle cave di amianto nel torinese fino ai poli petrolchimici della laguna veneziana passando per il quartiere Santa Giulia di Milano edificato su una discarica. “La Terra di Sotto” è un libro che denuncia, attraverso la forza evocativa di parole, fotografie e cartografiche, le criticità ambientali della “Megalopoli Padana”. È un viaggio che racconta, da Torino a Venezia, snodandosi lungo l’autostrada A4, il significato, le implicazioni e gli effetti lasciati in eredità dalla contaminazione dei prodotti industriali, dalla produzione e gestione di 700 tonnellate di rifiuti quotidiani e da un secolo di sviluppo tutt’altro che sostenibile. Un macigno pesantissimo che graverà, anche e soprattutto, sulle prossime generazioni.
Scegliendo la fotografia come sua guida e linguaggio principale, “La Terra di Sotto” (edito da Penisola Edizioni) vuole stimolare il dibattito, la ricerca e lo studio di soluzioni di un problema invisibile anche alla Megalopoli stessa, raccontando al grande pubblico casi di inquinamento industriale, contaminazioni ambientali e discariche – come la Ghemme in provincia di Novara o la Gerenzano a Varese – spesso sostenuti dalla criminalità organizzata. Testimonianze del mondo sotterraneo, e ammalato, del Settentrione.
«La spinta a pubblicare un libro fotogiornalistico è arrivata dal momento in cui il solo inchiostro riversato per raccontare questi fatti non mi è sembrato più sufficiente – racconta a Linkiesta Luca Rinaldi, giornalista investigativo che ha redatto il saggio d’apertura e i quattro capitoli del libro – L’elemento fotografico diventa imprescindibile per una presa di coscienza della società e per mostrare quanto le criticità ambientali possano essere subdole o insidiose, anche senza mostrare paesaggi tragici o segnati dall’inquinamento».
Le fotografie, scattate tra il 2014 e il 2019, sono di Luca Quagliato mentre il saggio “La terra dello scarto”, a chiusura del volume, è del ricercatore in architettura del paesaggio Matteo Aimini. Le cartografiche, invece, di Massimo Cingotti, la grafica di Roberta Donatini e la curatela di Steve Bisson. «Tra il 2014 e il 2016 Luca Quagliato viaggia molto tra Piemonte e Lombardia e porta a casa i primi scatti poi confluiti ne “La Terra di Sotto” – spiega Rinaldi – Eravamo entrambi a conoscenza dei reciproci lavori, ma non ci eravamo mai incontrati prima del 2016. Io mi occupavo da cronista sempre più spesso del tema perché i fatti riguardanti l’ambiente e le sue criticità nel nord Italia erano sempre di più all’ordine del giorno. Allora decidiamo di unire le due esperienze con la promessa di portare a casa più materiale possibile da ogni fatto o trasferta di lavoro che riguardasse il tema».
Così nasce “La Terra di Sotto”, il cui titolo, pensato dal giornalista Roberto Maggioni, vuole sottolineare la capacità dell’inquinamento di viaggiare spesso sottoterra, sfuggendo all’attenzione e alla coscienza collettiva. «Ci sono situazioni in cui il paesaggio è tutt’altro che segnato – sottolinea Rinaldi – Su tutti il caso dell’inquinamento da Pfas in Veneto: una contaminazione invisibile della seconda falda acquifera più importante d’Europa che ha determinato una ricaduta significativa sulla salute e sulle abitudini di chi vive nel triangolo tra Vicenza, Padova e Verona. Ed è proprio a ciò che sta sotto i nostri piedi che stiamo costruendo il mondo di domani».
Ma “La Terra di Sotto”, prima di essere un libro, è un progetto con un fine preciso. Informare e mostrare lo stato dell’ambiente e divulgare dati spesso irraggiungibili o incomprensibili al cittadino: per «far capire che su questa “terra di sotto” stiamo costruendo il mondo di domani», suggerisce Rinaldi. Un progetto che, secondo i suoi ideatori, potrebbe diventare un percorso formativo da inserire nei programmi scolastici. «Spero e mi aspetto che La Terra di Sotto possa diventare uno strumento utile soprattutto per le nuove generazioni e gli studenti».
“La Terra di Sotto” ha visto la luce grazie al sostegno e alla collaborazione di IrpiMedia ma anche di Transparency International Italia e Brad&K Productions. «IrpiMedia è la testata giornalistica che dirigo del consorzio di giornalisti Investigative Reporting Project Italy – spiega Rinaldi – L’esperienza accumulata e la libertà di approfondimento che c’è in questa realtà mi hanno permesso di poter dedicare il tempo giusto alla pubblicazione. Transparency International Italia e Brad&K sono stati decisivi per portare a termine il crowdfunding con cui abbiamo finanziato la stampa del libro e una parte del lavoro che è stato fatto. Così come importantissimo è stato ogni singolo contributo arrivato durante la stessa campagna: molto ambiziosa, ma andata in porto».
Ora, il sogno di Luca Rinaldi è vedere “La Terra di Sotto” andare in ristampa con altre 500 copie. E, pensando alla fase post-Covid, partire con un percorso di mostre fotografiche.