Secondo il New York Times Donald Trump avrebbe discusso con i suoi consiglieri se concedere una grazia preventiva a tre dei suoi cinque figli, Donald Trump Jr., Eric Trump e Ivanka, a suo genero Jared Kusher e al suo avvocato personale Rudy Giuliani. Il presidente degli Stati Uniti uscente teme che il dipartimento di giustizia della futura amministrazione Biden possa vendicarsi colpendo la sua famiglia, anche se nessuno dei suoi figli finora è stato ancora incriminato. Eric e Ivanka potrebbero essere coinvolti nell’inchiesta della procura di New York sulle presunte frodi ed evasioni fiscali della Trump Organization.
Donald Trump Jr. era stato indagato dal procuratore speciale per il Russiagate, l’ex direttore del FBI Robert Mueller III, per i contatti avuti durante la campagna elettorale del 2016 con alcuni russi che offrivano materiale compromettente contro la candidata democratica Hillary Clinton. Ma le indagini non si sono mai tradotte in una incriminazione. Kushner invece ha fornito in passato false informazioni alle autorità federali per ottenere il security clearance, l’autorizzazione per accedere a informazioni e documenti top secret. Ma il presidente Trump garantì lo stesso il nulla osta, bypassando l’intelligence.
Trump teme invece che Giuliani possa essere incriminato per il suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura di New York per il per i suoi affari in Ucraina e il suo ruolo nell’espulsione dell’ambasciatrice americana a Kiev. Ovvero gli episodi al centro del processo di impeachment contro Trump. La grazia presidenziale, tuttavia, non copre i reati statali o locali. «Sono stati quattro anni fantastici. Stiamo cercando di farne altri quattro. Altrimenti, ci vediamo tra quattro anni». Sono le parole usate dal presidente americano Donald Trump per annunciare la sua candidatura alle elezioni del 2024 durante la festa di Natale che si è svolta alla Casa Bianca.
Il New York Times, questa volta assieme alla Cnn, ha pubblicato anche un altro scoop: il dipartimento di Giustizia starebbe indagando per scoprire se gli intermediari di un detenuto federale abbiano offerto o meno ai funzionari della Casa Bianca una tangente in cambio di una potenziale grazia da parte di Trump.
«L’indagine sulla grazia è una fake news!» ha scritto Trump su Twitter, ma secondo i due media ci sarebbe la prova di questa indagine: un documento giudiziario in cui il giudice della corte distrettuale di Washington, Beryl Howell, autorizza alcuni procuratori ad avere accesso ai documenti contenuti in apparecchiature informatiche sequestrate nei mesi scorsi in un’indagine che ruota intorno a questa ipotesi.
Gli archivi consultati dal New York Times non rivelano i nomi delle persone potenzialmente coinvolte e nessuno sembra essere stato pubblicamente incriminato per la vicenda. Gli inquirenti ritengono che i device sequestrati possano rivelare email su una presunta attività criminale, compreso uno «schema segreto di lobbying» e una cospirazione corruttiva che offre «un contributo politico sostanziale in cambio di una grazia presidenziale o di una sospensione della pena» per un imputato condannato il cui nome è però omesso.