Questa mattina mi son svegliato e ho effettuato un bonifico a Più Europa, uno a Italia Viva, uno ad Azione, uno a Base Italia di Marco Bentivogli e uno a Voce Libera di Mara Carfagna, lo schizofrenico nucleo liberal-democratico da cui l’Italia deve e può ripartire se non vuole arrendersi al monopartitismo perfetto del fronte sovranista-populista e dei suoi volenterosi complici.
Un grande paese, in realtà nemmeno uno modesto, non può essere costretto all’alternativa tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini, un’alternativa peraltro finta perché i due leader fortissimi rappresentano la stessa cosa e sono irresponsabili e incapaci allo stesso modo, l’uno con la pochette e l’altro con la felpa.
L’Italia merita di meglio e tutto, tutto, è meglio dei trumpiani e dei putiniani italiani, intenti come Trump a costituirsi in partito dei patrioti e come Putin a non dire una parola sull’avvelenamento, sull’arresto e sulla repressione dell’opposizione russa.
Assieme ai tanti riformisti del Partito democratico, privatamente disgustati dalla linea Vichy di Zingaretti-Bettini, ma ancora troppo cauti nell’esprimere il dissenso pubblico, l’area elettorale che va da Renzi a Calenda, da Bentivogli a Carfagna, con i radicali di Emma Bonino e con i socialisti e i socialdemocratici, sarebbe già decisiva adesso per qualsiasi maggioranza in Parlamento e potenzialmente maggioritaria nel paese vista l’imbarazzante incapacità di fare alcunché dei Cinquestelle e dei leghisti, di Conte e di Fontana.
D’accordo, Renzi e Calenda non si sopportano, ciascuno con buone ragioni, Carfagna non riesce a guidare quel che resta di Forza Italia, Bentivogli e Bonino ci provano solitari, Gentiloni, Gori, Nannicini, Quartapelle e Bonaccini cercano di salvare il salvabile nel Pd in mano agli adolescenti, ma al di là delle antipatie reciproche tra i capi e dell’eccessiva prudenza dei riformisti saranno gli elettori e la legge elettorale a costringerli a mettersi insieme e a trovare un modo ragionevole per costruire il polo dei presentabili, dei decenti, cioè quell’alleanza contro gli stronzi di cui scriviamo da più di un anno.
L’occasione è adesso, e passa attraverso la destituzione prima del mozzorecchi Alfonso Bonafede detto Fofò Dj e poi di Conte e Casalino, allargando la maggioranza o anche tenendo la stessa ma esercitando l’egemonia sui babbei a cinquestelle, anziché subirla come ha fatto il Pd, ma soprattutto facendo entrare gli adulti a Palazzo Chigi con pochi ma precisi compiti da qui alla scadenza naturale della legislatura.
I compiti sono quattro: presentare un piano strategico per lo sviluppo e la ripresa dell’Italia, e poi eseguirlo, organizzare uno sforzo di tipo bellico per vaccinare h24 gli italiani, applicare la Costituzione che prevede la competenza esclusiva dello Stato, senza bisogno di discutere con le Regioni, figuriamoci farlo attraverso uno come Francesco Boccia, sulla «profilassi internazionale» e se c’è «un pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica» e, infine, eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.
Conte non è in grado di fare niente di tutto ciò, come si è visto, i Cinquestelle vabbé, mentre la leadership del Pd anziché guardare la luna si concentra su una bizzarra guerra ideologica fuori tempo contro il blairismo-clintonismo, nonostante i brillanti risultati ottenuti dal 2016, Brexit, Trump e cancellazione dei socialisti in Francia.
Cinque anni dopo, peraltro, in Gran Bretagna, in America e in Francia hanno capito la lezione e quindi hanno cacciato Corbyn, hanno puntato su Biden e hanno abbandonato l’ideologia del Venezuela sulla Senna, mentre noi siamo ancora con l’avvocato del popolo amico di Trump e di Putin come baluardo democratico per evitare la presa del potere di un altro amico di Trump e di Putin già suo vice fino all’anno precedente, anche se più truce.
L’Alleanza contro gli stronzi è l’unica strada percorribile, nonostante sia ancora lontana e malgrado la litigiosità dei suoi possibili protagonisti. Eppure Renzi ha dimostrato anche in questa fase di essere uno dei pochi capaci di determinare gli eventi, anche alla guida di un partitino; Calenda, quando si slogga da Twitter, è l’unico che prova ad affrontare le questioni in modo empirico e razionale; Bonino e Bentivogli garantiscono rigore e principi, Carfagna dà credibilità di centro e i riformisti del Pd sanno governare. Tutti insieme sarebbero una forza politica seria e determinante. Oggi non lo sono.
Per questo bisogna accelerare il processo di alleanza, che già tra Più Europa e Azione pare stia funzionando. Se i riformisti del Pd si facessero sentire davvero, spiegando a Zingaretti e compagnia che affidarsi a Conte è la via maestra per il fallimento dell’Italia e del Pd medesimo e che l’obiettivo primario del loro stare in politica non è annientare Renzi, semmai il cinquestellismo, si potrebbe addirittura avere subito un nuovo governo senza Conte e senza Casalino. Forse anche senza Bonafede.
Aiutiamoli, quindi. Questa mattina mi son svegliato e l’ho fatto, con cinque versamenti online, ovviamente senza iscrivermi. Fatelo anche voi: donate, se potete, direttamente sui siti di Più Europa, Italia viva, Azione, Base Italia e Voce libera. Oppure sostenete Linkiesta, l’unico giornale né con Conte né con Salvini né con i loro volenterosi complici.