Con la sua indecorosa dipartita dalla carica di presidente, Donald Trump ha fatto del male a se stesso, al suo partito e agli Stati Uniti d’America. Di alcune cose avrebbe potuto essere orgoglioso: i suoi tagli alle tasse e la deregolamentazione, che hanno avuto un buon impatto sull’economia del Paese. Non sono stati solo gli americani più ricchi a beneficiarne, ma anche gli afroamericani e gli ispanici, che hanno votato per lui in numero maggiore rispetto al 2016.
Le sue dichiarazioni sul Covid-19 sono state assurde, ma almeno – a differenza dei leader politici europei – ha ordinato abbastanza vaccini dimostrando un ottimo tempismo e ha fornito sostegno governativo alla società Moderna. Quest’ultima è un’altra cosa di cui Trump avrebbe potuto prendersi il merito.
Ma il suo comportamento dopo la sconfitta elettorale ha fatto sì che la gente non potrà ricordare nulla di positivo del suo mandato. Sarà semplicemente visto come una persona che non sa accettare la sconfitta, un uomo che insiste nel rimanere aggrappato alla convinzione di aver vinto le elezioni con un ampio margine, anche se ogni tribunale – compresa la Corte Suprema, organo a maggioranza conservatrice – ha respinto all’unanimità le sue richieste.
Trump, che ha sempre ammirato gli autocrati e i dittatori, ha inoltre alimentato i dubbi sulla sua disponibilità a schierare i militari per mantenersi al potere.
Questi dubbi sono stati sollevati non solo dai media liberal, ma da tutti e dieci gli ex segretari della difesa statunitensi in vita, che di recente hanno scritto una lettera collettiva al popolo americano. Più recentemente è emersa la registrazione di una conversazione telefonica tra Trump e il segretario di stato repubblicano della Georgia, una conversazione che può essere interpretata solo come un incitamento alla truffa elettorale.
Le azioni di Trump hanno avuto un ruolo importante nel consegnare ai Democratici la loro prima maggioranza in Georgia in 28 anni. Questo non è solo un male per i Repubblicani, che sono diventati minoranza al Senato, ma è soprattutto un male per gli Stati Uniti d’America. Perché ora Joe Biden sarà libero di governare e non dovrà adottare un approccio bipartisan per gestire un Senato dominato dai Repubblicani. Questo a sua volta rafforzerà le posizioni della sinistra radicale nelle file dei Democratici: politici come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders, che sognano un Paese socialista. La sinistra radicale deve pertanto ringraziare anche Trump.
A Trump tutto questo non importa. Anzi, può essere anche contento di aver fatto del male al suo partito, dato che tantissimi repubblicani non lo hanno sostenuto nella sua assurda campagna per dimostrare la presunta frode elettorale di cui sarebbe stato vittima. La buona notizia però è che in questo modo il GOP (Grand Old Party, nome con cui è noto il Partito Repubblicano) potrebbe essere in grado di emanciparsi da Trump più rapidamente. Dove sono le nuove leve di questo partito, dov’è il nuovo Ronald Reagan? Speriamo che i Repubblicani possano subito voltare pagina.