Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden questa sera, intorno alle 20.30, si collegherà con il Consiglio europeo. Un evento atteso per rilanciare l’alleanza tra Europa e Stati Uniti dopo la presidenza di Donald Trump, partendo proprio dalla lotta alla pandemia. E dalla sfida della campagna vaccinale, che vede il vecchio continente arrancare tra rallentamenti e intoppi, mentre dall’altra parte dell’Oceano si prosegue spediti.
Alla vigilia dell’intervento di Joe Biden al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione a Bruxelles le aspettative per «l’aiuto americano» erano altissime, scrive Repubblica. Non si parlerà di numeri e fiale, ovviamente. Ma si preparerà il terreno per arrivare a risultati tangibili nelle prossime settimane.
«La nostra immediata priorità è affrontare la pandemia, non vedo l’ora di rafforzare la catena di approvvigionamento globale dei vaccini», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. L’ambizione è di gettare le basi di «un’agenda globale Ue-Usa» dopo la frattura con Trump. Si parlerà delle sfide strategiche poste da Russia e Cina, sulle quali Biden chiederà maggiore allineamento agli europei. E poi di pandemia e vaccini.
L’aiuto americano dovrebbe concretizzarsi con la disponibilità delle aziende americane Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson a condividere i brevetti con le fabbriche europee che puntano a convertire le produzioni per aumentare le forniture continentali. Ci si aspetta poi un impegno di Washington a garantire che Johnson&Johnson, l’ultimo vaccino approvato dall’Ema, rispetterà le consegne previste dal contratto con la Ue: 55 milioni di dosi entro giugno, fondamentali per l’Unione. E ancora, l’impegno ad aprire il più rapidamente possibile lo stabilimento europeo della multinazionale Usa a Leida, in Olanda, e l’intensificarsi del flusso di materie prime verso l’Unione per fabbricare i vaccini. Con la speranza che a tarda primavera, quando la campagna di immunizzazione Usa sarà avanzata, la Casa Bianca deroghi al Defence Production Act e rifornisca la Ue con i suoi vaccini.
Intanto, il nuovo Meccanismo rafforzato contro l’export messo ieri sul tavolo da Ursula von der Leyen potenzialmente bloccherà l’uscita di qualsiasi vaccino dalla Ue. Le nuove regole Ue possono lasciare senza rifornimenti il Regno Unito dalla produzione del continente, dal quale Londra ha già importato 10 milioni di dosi senza spedirne in cambio nemmeno una delle sue.
Ma un primo passo di pacificazione si è visto ieri, quando è uscito questo comunicato congiunto in cui si dice che Ue e Gran Bretagna hanno raggiunto un accordo per arrivare «ad una soluzione vantaggiosa per tutti (win-win)» sulle forniture. Nei prossimi giorni «proseguiranno le discussioni » sui dettagli. Bruxelles punta a una piena «reciprocità», a ottenere (come previsto dal contratto) i vaccini di AstraZeneca prodotti nel Regno Unito se Londra vorrà continuare a importare le fiale delle altre aziende nella Ue. Si parla anche di crescita degli scambi di materie prime. Ma soprattutto l’Unione punta ad aprire oltremanica fabbriche delle Big Pharma che hanno contratti con Bruxelles, sfruttando il tessuto industriale britannico per aumentare la produzione totale di vaccini a beneficio di entrambi i blocchi. Che così smetterebbero di farsi la guerra.