Stamattina il Consiglio dei ministri ha sbrogliato il complicato giro di nomine nelle più importanti ambasciate italiane. Armando Varricchio, ambasciatore uscente a Washington, andrà a Berlino, lasciata libera da Luigi Mattiolo, oggi consigliere diplomatico di Mario Draghi.
Varricchio sarà sostituito da Mariangela Zappia, prima donna ambasciatrice negli Stati Uniti, che si trasferisce di pochi chilometri: era rappresentante permanente alle Nazioni unite, ruolo anch’esso occupato per la prima volta da una donna. Zappia aveva legato molto con il ministro Luigi Di Maio, che come primo viaggio del suo mandato alla Farnesina era andato proprio all’Onu, nel settembre del 2019.
La terza nomina di grande importanza è quella di Piero Benassi, ex consigliere diplomatico di Giuseppe Conte e per pochi giorni sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi segreti, che si trasferirà a Bruxelles per guidare la rappresentanza permanente presso l’Unione europea.
Il giro di sedi risolve un problema non da poco conto alla Farnesina. Varricchio e Benassi aspiravano da tempo al ruolo più ambito tra i diplomatici, la Segreteria generale, oggi tenuta da Elisabetta Belloni, e questo aveva frenato da tempo il giro di nomine.
Se Benassi aveva capito che arrivarci sarebbe stato difficile e si era molto legato al suo ruolo alla presidenza del Consiglio (la capacità mostrata nelle trattative per il recovery fund non è stata secondaria nella scelta di mandarlo a Bruxelles), Varricchio aveva sempre fatto capire che non avrebbe accettato altro che la Segreteria generale, dopo Washington.
La scelta di Mario Draghi, che ha liberato la sede di Berlino, fondamentale in questo anno di transizione (il mandato di Angela Merkel scade a settembre 2021), ha cambiato le carte in tavola ed evitato nuove proroghe abbastanza inusuali.
Resta “scoperta” la rappresentanza permanente alle Nazioni unite, ma è molto probabile, confermano diverse fonti a Linkiesta, che il posto verrà assegnato entro pochi mesi a Maurizio Massari. L’ex ambasciatore alla rappresentanza permanente presso l’Unione europea deve trascorrere un periodo a Roma per questioni di carriera, poi potrà ripartire.
Infine, Gianluigi Benedetti, oggi a Tel Aviv, sostituirà Giorgio Starace in Giappone, mentre Fabrizio Di Michele sarà il nuovo Console generale a New York al posto di Francesco Genuardi, nominato ambasciatore in Belgio. A Bamako è stato nominato Stefano Antonio Dejak, a Niamey Emilia Gatto, a Jerevan Alfonso di Riso. Non è stato ancora deciso chi prenderà il posto di Benedetti a Tel Aviv, quindi è possibile che il nuovo ambasciatore si trasferirà a Tokyo dopo l’estate, lasciando un po’ di tempo anche al collega al momento in Giappone per trovare una nuova destinazione.
Risolta la questione degli incarichi esterni, la struttura della Farnesina dovrà ora occuparsi di una ristrutturazione interna.
Al ministero degli Esteri sarà creata una nuova Direzione generale, di cui non è ancora stato deciso il nome ma che informalmente viene definita come «public diplomacy», che dovrebbe prendere alcune competenze della Direzione sistema paese.
In particolare, dovrebbe dirigere il servizio stampa, l’Unità di analisi e programmazione e il comparto che si occupa della lingua e della cultura.
Secondo quanto risulta a Linkiesta, a guidare la nuova direzione sarà un diplomatico di peso, probabilmente l’ambasciatore uscente di una tra le sedi di Tokyo, Mosca, Londra, Parigi, Il Cairo e Ankara, che andranno a scadenza tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Il testo per la creazione è quasi pronto, questione di giorni, ma tra i vari passaggi burocratici non sarà approvato prima della fine dell’anno, e forse anche oltre. Da lì, dopo il g20 a presidenza italiana, comincerà un nuovo giro.