«Un impegno comune per offrire ai cittadini italiani principi fondamentali e soluzioni concrete che si ispirino ai valori liberaldemocratici, riformisti, repubblicani ed europeisti. Con un programma per risanare l’Italia nel medio-lungo periodo, dal punto di vista economico e sociale».
Nasce su questi principi il nuovo comitato scientifico costituito da Azione, Più Europa, Partito repubblicano italiano, Alleanza liberaldemocratica per l’Italia e Liberali.
Si chiama “Programma per l’Italia” ed è presieduto da Carlo Cottarelli, economista, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici e attuale consulente del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta.
Cottarelli avrà il compito di elaborare proposte coinvolgendo personalità indipendenti del mondo della cultura, dell’economia, delle professioni, del lavoro, dell’imprenditoria, del volontariato e della politica. Durante l’incontro di presentazione in videoconferenza ha parlato dei valori espressi dal comitato, a partire dall’uguaglianza delle possibilità per tutti, che è un principio cardine della Costituzione.
Cottarelli ne ha parlato a Linkiesta, a margine della presentazione: «In Italia l’ascensore sociale non funziona più. I dati dell’Ocse dicono che sempre più spesso il reddito di una persona dipende dalla famiglia in cui nasce: ci vogliono cinque generazioni per passare da un livello di povertà a un livello medio, in altri Paesi ce ne vogliono due. È evidente che in Italia i servizi fondamentali, a partire da Istruzione e Sanità, non sono uguali per tutti. E vale anche a livello d’impresa, dove uguaglianza significa concorrenza nel mercato, lotta alle lobby, lotta alla corruzione».
Le proposte di “Programma per l’Italia” dovranno andare anche oltre i singoli progetti di riforma e lo stesso Next Generation Eu: «Quando parliamo di Recovery parliamo di 200 miliardi in 6 anni. Sono 35 miliardi all’anno. Noi abbiamo, già adesso, una spesa pubblica di 870 miliardi l’anno: è chiaro che da solo non può bastare, i programmi a medio termine non si possono esaurire con il Recovery Plan», dice Cottarelli.
Del nuovo comitato faranno parte anche Sara Biglieri, Rosamaria Bitetti, Michele Bugliesi, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Giuliano Cazzola, Alessandro De Nicola, Mirko degli Esposti, Franco Debenedetti, Silvia Enrico, Giampaolo Galli, Riccardo Gallo, Fabio Garaventa, Oscar Giannino, Giovanni Gilli, Michele Governatori, Alessandra Lanza, Andrea Mazziotti, Enrico Musso, Giulia Pastorella, Alberto Pera, Bepi Pezzulli, Barbara Pontecorvo, Carlo Scognamiglio, Simona Viola e molti altri.
Intervenuta in diretta durante la presentazione, Alessandra Lanza – senior partner di Prometeia, società italiana di consulenza, sviluppo software e ricerca economica – ha sottolineato l’importanza di gettare le basi non tanto per risolvere i problemi portati dalla crisi, quanto per costruire il futuro: «Per troppo tempo l’Italia ha smesso di credere nel proprio futuro. Adesso c’è bisogno di una nuovo pragmatismo: c’è bisogno di concretezza, l’Italia deve ripartire da poche cose, ma fatte bene, fatte subito, che siano terreno fertile e sicuro per le nuove generazioni. E la mia generazione deve fare la sua parte per garantire ai giovani di oggi un’Italia più giusta, più equa».
Al dibattito ha partecipato anche Emma Bonino. La leader di Più Europa si è spesa in un appello alla concretezza della politica, che sembra essersi smarrita: «Parliamo di transizione ecologica e digitale, di lotta alle disuguaglianze, di un bisogno di giustizia. Siamo ovviamente tutti d’accordo su questi temi, ma dobbiamo individuare le strategie da mettere in campo per decidere come fare le cose».
Un esempio pratico, partendo dalla politica ambientale: la prima domanda da porsi è «da dove si inizia? Dai rifiuti, dalla mobilità, dall’edilizia? Finora la politica ha posto gli obiettivi senza indicare la via: la politica non può parlare senza sapere cos’è ragionevole, cosa è fattibile».
Un concetto ribadito anche dal leader di Azione, Carlo Calenda, che ha citato la scarsa chiarezza della prima bozza del Recovery Plan presentata dal governo Conte come esempio di una politica che vive di slogan e non di soluzioni.
Calenda ha poi voluto lanciare un messaggio sul pericolo di rilassarsi in presenza di un governo come quello attuale presieduto da Mario Draghi: «È un errore nel quale l’Italia cade spesso: si trova una soluzione temporanea, in questo caso di un anno o un anno e mezzo, e ci si riposa. Poi quando finisce l’effetto temporaneo ci ritroviamo al punto di partenza con una politica di populismo e opportunismo, come quella che abbiamo visto con Lega e Cinquestelle negli ultimi anni. Una politica che ci ha allontanato dal resto d’Europa sui principali indicatori economici e sociali: dall’inclusività al lavoro femminile, dagli asili nido alla scuola. Questo è il momento di produrre idee per il presente e il futuro».