Il dopo MerkelAnnalena Baerbock sarà la candidata dei Verdi tedeschi alla Cancelleria

Secondo gli ultimi sondaggi il Bündnis 90/Die Grünen è destinato ad assicurarsi tra il 21 e il 23% dei voti, arriverebbe così al secondo posto, appena dietro la CDU/CSU. In ogni caso il partito ambientalista eserciterà un’influenza decisiva sulle politiche del prossimo governo federale tedesco e potrebbe addirittura guidare il prossimo esecutivo di coalizione

LaPresse

Per la prima volta nella storia della Repubblica Federale di Germania, il partito dei Verdi ha formalmente nominato un proprio candidato per correre per la posizione di cancelliere nelle elezioni federali del 27 settembre e, potenzialmente, per succedere ad Angela Merkel. Per qualche tempo non è stato chiaro quale dei due leader – Annalena Baerbock e Robert Habeck – i Verdi avrebbero scelto. Lunedì mattina, hanno finalmente annunciato che Annalena Baerbock sarà la loro candidata. 

La quarantenne Baerbock sarebbe la più giovane cancelliera nella storia della Repubblica Federale – sarebbe anche la cancelliera più a sinistra che la Germania abbia mai avuto. Ha studiato politica e diritto internazionale ed è co-leader dei Verdi dal gennaio 2018, ruolo che condivide con Robert Habeck. I Verdi si considerano un partito “femminista”, e questo potrebbe essere stato il fattore decisivo che ha fatto sì che sia stata lei – piuttosto che Habeck – a essere scelta. Durante le interviste, entrambi i politici sono stati messi regolarmente sotto tiro per la loro scarsa comprensione delle questioni complesse. I loro critici li hanno bollati come pieni di opinioni e poveri di fatti. Mentre Habeck è stato in precedenza ministro nello Schleswig-Holstein, Baerbock non ha esperienza di governo.

La Baerbock riuscirà comunque ad avere successo nel suo tentativo di diventare cancelliera della Germania? È già quasi certo che i Verdi otterranno un numero record di voti alle prossime elezioni. Nelle ultime elezioni federali del 24 settembre 2017, il partito ha ottenuto solo l’8,9% dei voti, diventando così il partito con meno seggi dei sei partiti che compongono il parlamento tedesco. Secondo gli ultimi sondaggi, questa volta i Verdi sono destinati ad assicurarsi tra il 21 e il 23% dei voti – il che li metterebbe al secondo posto, appena dietro la CDU/CSU. 

Qualunque cosa accada, i Verdi eserciteranno un’influenza decisiva sulle politiche del prossimo governo federale tedesco. Dopo tutto, gli unici governi di coalizione concepibili dopo le elezioni di settembre sono quelli in cui i Verdi deterranno la cancelleria o almeno occuperanno un posto molto forte all’interno del futuro governo. Lo scenario più plausibile, al momento, è un’alleanza tra la CDU/CSU e i Verdi. Se questi due partiti insieme non otterranno abbastanza voti, la CDU/CSU e i Verdi potrebbero governare con un terzo partner, il liberale FDP. 

Non è inoltre da escludersi, anzi ci sono buone probabilità, che la Germania finisca con un governo di sinistra guidato dai Verdi in coalizione con la SPD e Die Linke. I socialdemocratici (SPD) sono scivolati bruscamente a sinistra negli ultimi anni e hanno abbracciato politiche simili a quelle del Labour sotto Jeremy Corbyn. Die Linke è l’ultima incarnazione dell’ex partito comunista che governava la Germania dell’Est (dopo aver cambiato diverse volte il proprio nome). Il partito è guidato dalla trotskista Janine Wissler. Soprattutto gli imprenditori sono turbati dalla prospettiva di un governo tripartito di sinistra. Infine, meno probabile ma non del tutto fuori questione, l’ipotesi di un governo guidato dai Verdi insieme alla SPD e alla FDP. 

Allargando lo sguardo all’Europa, i Verdi sono impegnati ad andare oltre gli Stati nazionali per indirizzarsi verso una “Repubblica federale europea”. Nel perseguimento di questo obiettivo finale, vorrebbero che «l’UE si dotasse di uno strumento per creare una propria politica fiscale permanente, il cui uso non possa essere bloccato dai singoli paesi in caso di crisi». Essenzialmente, questo significherebbe togliere potere ai parlamenti nazionali e imporre salari minimi e standard sociali elevati in tutta Europa. 

I Verdi sposano una politica economica che assegna un ruolo estremamente forte per lo Stato e che prevede una elevata tassazione per i lavoratori e i ricchi. Come extrema ratio, chiedono la nazionalizzazione delle società immobiliari. Nella capitale tedesca, Berlino, i Verdi sostengono attivamente un’iniziativa per nazionalizzare le società immobiliari che detengono più di 3.000 appartamenti in affitto. 

Una delle principali caratteristiche dei Verdi è la loro distanza dal settore privato: il 44% dei membri del partito è dipendente pubblico o lavora nel settore pubblico, e i dipendenti pubblici rappresentano anche il gruppo più grande all’interno dei loro elettori. 

In politica estera, l’approccio dei Verdi potrebbe portare al deterioramento delle relazioni con la Russia e la Cina. Tradizionalmente il partito è stato anche molto critico nei confronti degli Stati Uniti. Soprattutto, è probabile che sorgano conflitti con gli Stati Uniti perché i Verdi vogliono tagliare le spese per la difesa e rifiutano esplicitamente l’impegno assunto dai ministri della difesa della NATO per spendere il 2% del PIL proprio per la difesa. Inoltre, secondo il programma e i principi del partito dei Verdi, la loro politica estera e di sicurezza sarà anche “femminista” – qualunque cosa ciò possa significare. 

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