Il nuovo scostamento di bilancio che il governo si appresta a chiedere al Parlamento sarà di circa 40 miliardi di euro. Nuove spese che saranno in parte necessarie a finanziare le opere «fuori budget» previste dal Recovery Plan, e in parte per coprire i nuovi sostegni per le attività penalizzate dalle restrizioni anti Covid.
Il premier, intanto, punta ad allentare le misure restrittive. Ma la richiesta fatta al Comitato tecnico scientifico per le riaperture di alcuni settori è quella di stilare protocolli di riapertura meno stringenti e più flessibili. Le riaperture dovrebbero essere graduali, andando di pari passo con i dati epidemiologici. In ogni caso, si vuole attendere «altre due settimane», almeno fino a quando il Cts non avrà valutato appieno l’effetto del rientro a scuola della gran parte degli studenti e un calo consolidato dei contagi – scrive La Stampa.
Parallelamente si lavora ai prossimi aiuti. Ieri Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco a Palazzo Chigi hanno fatto il punto delle misure necessarie nel prossimo decreto, in modo da quantificare la cifra di extradeficit.
Già domani il consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera al nuovo Documento di economia e finanza (Def) con l’aggiornamento delle stime macroeconomiche e la richiesta di ulteriore scostamento di bilancio al Parlamento. Venerdì prossimo, o al massimo il 26 aprile, arriverà il decreto bis con gli aiuti.
Dovrebbe essere un decreto molto diverso da quello varato poche settimane fa. Gli aiuti saranno concessi ai lavoratori autonomi e ai commercianti per affrontare i costi fissi: Imu per gli immobili commerciali, tassa di occupazione del suolo pubblico, un credito d’imposta per il pagamento degli affitti e una nuova moratoria sui mutui.
La seconda manifestazione ieri a due passi da Palazzo Chigi ha comunque confermato a Draghi la necessità di accelerare con quelle spese e aprire anche agli emendamenti al primo decreto sostegni. Solo al Senato sono state presentate 2.852 proposte di modifica per le quali il governo ha messo a disposizione 550 milioni di euro.
La discussione interna alla maggioranza è quanto ampia dovrà essere la platea dei beneficiari. In cima alla lista ci sono turismo e ristorazione, i settori che più di ogni altro stanno pagando l’emergenza. Al Tesoro, dove si lavora anche all’ultima stesura del Recovery Plan, si decide tutto nei prossimi due giorni. Il Documento di economia e finanza dovrebbe prevedere una crescita stimata quest’anno superiore al 4%. Meno di quanto si sperava fino a qualche mese fa.