«Dobbiamo dimostrare che la democrazia funziona ancora, che il nostro governo funziona e che noi possiamo lavorare per la nostra gente», dice il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel suo primo discorso davanti a Camera e Senato riuniti in sessione plenaria. La sua è un’«agenda ambiziosa» che prevede un ruolo più ampio dello Stato per riscrivere il «patto sociale» americano – scrive il New York Times. Una «scommessa rischiosa» per un Paese fortemente diviso e polarizzato.
Biden ha rivendicato i risultati raggiunti dal suo governo: gli oltre 200 milioni di americani già vaccinati e il sostegno a famiglie e imprese del primo pacchetto di interventi da 1.900 miliardi di dollari. E poi ha annuncia l’arrivo dell’American Families Plan, un altro provvedimento da 1.800 miliardi per l’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’infanzia. Nel provvedimento ci sono anche misure anti povertà, tra cui 45 miliardi di dollari in pasti gratis per i bambini di famiglie a basso reddito. Il tutto finanziato da un aumento dal 37% al 39,6% dell’aliquota sui redditi «dell’1% più ricco della popolazione e delle grandi corporation».
«I veri avversari dell’America sono gli autocrati, la Cina, la Russia e altri. Stanno scommettendo contro di noi», ha detto Biden. «Dopo aver visto l’assalto a Capitol Hill, pensano che la nostra democrazia non sarà in grado di competere con loro, di funzionare. Questa è la competizione centrale del XXI secolo. Dobbiamo dimostrare che si sbagliano. Possiamo e dobbiamo farlo insieme».
Biden ha citato Franklin Delano Roosevelt, il presidente che portò il Paese fuori dalla «Grande crisi» e dalla Seconda Guerra mondiale: «Roosevelt diceva: in America ciascuno fa la sua parte. Questo vi chiedo di fare». Ai Repubblicani ha detto: «Possiamo discutere, sono pronto ad ascoltare le vostre idee, ma sia chiaro: per me non fare niente non è un’opzione».
Ecco le principali parti del discorso, sintetizzate dal Corriere:
La politica economica
Biden propone l’intervento pubblico più massiccio dal Dopoguerra a oggi. In totale sono 6.000 miliardi tra spesa pubblica e agevolazioni fiscali. Le manovre coprono, di fatto, tutti gli aspetti della vita economica e sociale. Dalle infrastrutture tradizionali, strade, ponti eccetera, alla riconversione energetica. Ma l’aspetto più originale è la massa di denaro pubblico per rilanciare l’istruzione pubblica e gratuita per tutti. Nell’American Families Plan, sono previsti 200 miliardi di dollari per mandare all’asilo tutti i bambini americani dai 3 ai 4 anni. Altri 190 miliardi serviranno per offrire due anni di università gratis nei corsi dei cosidetti «community college», istituti che possono abilitare a una specializzazione, perfezionabile, poi, con altri due anni negli altri atenei.
Welfare all’europea
Il presidente sta costruendo pezzo per pezzo una struttura di protezione simile a quella dei Paesi europei. Era l’idea di fondo dei candidati più radicali, Bernie Sanders ed Elizabeth Warren. Ci sono congedi di maternità retribuiti; confermati il credito di imposta per le famiglie con figli a carico; contributi per le cura dei bambini.
Riforma fiscale
Biden sta assemblando una riforma fiscale tutta concentrata «sull’1% più ricco della popolazione e sulle grandi corporation». Già previsto l’aumento dell’aliquota sugli utili delle imprese, dal 21 al 28%. Il leader americano dice di «non voler punire nessuno», ma annuncia un contrasto durissimo contro i «paradisi fiscali», tra cui «la Svizzera» elencata con le «Bermuda e le Isole Cayman». Tornerà al 39,6% l’aliquota che Donald Trump aveva ridotto al 37% sullo scaglione di reddito annuo oltre i 400 mila dollari all’anno.
Laburismo
La bussola economica di Biden è orientata verso il ceto medio. Ma in questa categoria, il presidente comprende anche i «blue collar», i lavoratori meno qualificati. Così ha sottolineato come il 90% dei posti che nasceranno con il piano sulle infrastrutture <non richiedano una laurea> e il 75% «non necessiti un diploma professionale post scuole superiori». È, dunque, «un piano modellato per i blue collar». Ancora: «Non ho niente contro Wall Street, ma questo Paese è stato costruito dal ceto medio. E i sindacati hanno costruito la classe media». Lo schema ha una sua coerenza: valorizzazione del ceto medio operaio e dei sindacati con accenti da laburismo britannico degli Anni Settanta, cui si aggiunge, un tocco di protezionismo alla Trump: «Mio padre mi ripeteva sempre: “buy America”». Biden rilancia anche la proposta di portare a 15 dollari il salario minimo a livello federale. Operazione finora bloccata dall’ala moderata dei democratici.
La sfida tecnologica
Nel mix del presidente, il ceto medio-operaio convive con la centralità della scienza e della ricerca tecnologica. Biden chiede al Paese di unirsi per battere la concorrenza della Cina. I settori strategici sono «le batterie per l’auto elettrica, le biotecnologie, i chips dei computer, l’energia rinnovabile. Siamo indietro, il governo federale spende solo l’1% del pil per la ricerca, ora raddoppieremo la cifra».
La crisi «razziale» e le armi
Biden definisce «terroristi» i suprematisti bianchi. È molto attento, però, a non appiattire il giudizio sulla polizia: «La maggioranza degli uomini e delle donne in uniforme serve con onore la comunità». È uno dei pochissimi passaggi in cui ha raccolto anche l’applauso dei repubblicani. Tuttavia è necessaria una riforma per evitare abusi di potere e migliorare l’addestramento. La «legge George Floyd» è già stata approvata dalla Camera. «La vari anche il Senato magari il mese prossimo, quando cadrà il primo anniversario dell’uccisione di George Floyd (25 maggio ndr)». Appello simile a una stretta per le norme sul controllo delle armi.
Immigrazione
È il capitolo in cui l’Amministrazione è più in difficoltà. Si coglie anche nelle parole di Biden che sostanzialmente si limita a chiedere al Congresso di passare le leggi per regolarizzare i migranti da lungo tempo residenti negli Stati Uniti. A cominciare dai «Dreamers», i minorenni arrivati negli anni al seguito delle famiglie.
Politica estera
È stato il capitolo più snello e senza novità sostanziali, al netto della «sfida» con la Cina per la leadership mondiale in questo secolo. Biden è pronto a collaborare con Pechino dove si può, per esempio sul «climate change», ma niente più amnesie sui diritti umani. Inoltre il governo «manterrà una forte presenza militare nell’area indo-cinese. Non per causare un conflitto, ma per evitarlo». Rapidi cenni anche a Putin: «Accordi se sono nel nostro interesse; risposte decise e proporzionate agli attacchi cibernetici». Confermato il ritiro dall’Afghanistan, con una notazione: «Il terrorismo è evoluto. Oggi al Qaeda e Isis sono in Yemen, Siria, Somalia e in altri luoghi in Africa e nel Medio Oriente. E noi sorveglieremo i terroristi con i nostri servizi di intelligence».