Aperturisti moderatiGelmini spiega che a fine mese ci sarà un’altra verifica per maggiori allentamenti

La ministra per gli Affari regionali non indica vincitori e vinti, ma dice che molte delle misure presenti nel decreto erano state chieste dal centrodestra. Forza Italia aveva chiesto di portare subito il coprifuoco alle 24. Ma, «è stato trovato un punto di equilibrio». E a fine maggio sarà valutato l’andamento dei contagi per ulteriori aperture

(LaPresse)

Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, di Forza Italia, commenta sul Corriere della sera l’accordo raggiunto nel governo sulle riaperture graduali. E mentre il collega leghista Giorgetti dice che da Forza Italia si sarebbe aspettato un sostegno più forte su questioni come il coprifuoco allungato, la ministra sposa la linea della gradualità di Draghi e promette che a fine mese ci sarà una nuova verifica per procedere con maggiori allentamenti.

«Non mi piace né l’attività di issare bandierine né quella opposta, di indicare vincitori e vinti», dice Gelmini riferendosi a Salvini. «Abbiamo tutti convenuto sul fatto che la gradualità sia la strada più giusta e di buon senso. I dati molto positivi ci consentono di andare spediti per non chiudere più. La logica non è solo riaprire, ma evitare fughe in avanti e passi indietro. Io sono soddisfatta, è stato trovato un punto di equilibrio».

Forza Italia però aveva chiesto il coprifuoco alle 24. «Abbiamo condiviso la scelta di abolirlo dal 21 giugno, accorciandolo da subito alle 23 e poi, dal 7 giugno, alla mezzanotte», spiega. «In questo decreto ci sono scelte importanti, molte delle quali chieste dal centrodestra. I centri commerciali aperti dal prossimo weekend, l’anticipo dei parchi tematici, i matrimoni col green pass, il via ai ristoranti anche al chiuso».

E poi, «in Consiglio dei ministri è stato ribadito che alla fine del mese ci sarà un check delle misure e sarà valutato l’andamento dei contagi e delle vaccinazioni. Se i dati lo consentiranno ci saranno ulteriori misure di allentamento».

Quanto alla maggioranza di governo e all’ipotesi che Pd e M5S puntino a far uscire Salvini dal governo per farsi una «maggioranza Ursula», Gelmini dice: «Comprendere cosa vogliano fare Pd e M5S non è facilissimo, ma non ci sarà nessuna maggioranza Ursula. Salvini e Berlusconi hanno scelto di sostenere Draghi e non cederanno alle provocazioni».

E se fosse Salvini a voler uscire dal governo? «Alla sinistra piacerebbe, ma assolutamente no. Noi siamo dentro questo governo complesso per affrontare l’emergenza sanitaria e economica. Non ci staremo un giorno in più, ma fino a quel momento il nostro compito è dare una mano all’Italia».

Ma se la Lega non vuole fare le riforme? «Il centrosinistra ha montato una sciocca polemica sul nulla, Salvini ha votato in cdm il Pnrr e dentro ci sono impegni precisi sulle riforme. Non saranno quelle volute dal centrodestra, perché non credo Letta e Speranza voterebbero la flat tax o la separazione delle carriere, ma su riduzione e semplificazione delle aliquote fiscali, come sulla durata dei processi, dei punti di intesa si troveranno».

Su Giorgia Meloni pronta a correre per Palazzo Chigi, dice: «Ho molta stima di Giorgia, donna in gamba che ha fatto un grande percorso. Ma la scelta di FI e Lega di rimboccarsi le maniche per tirar fuori il Paese dalla crisi, avrà un peso quando si dovrà individuare il candidato premier».

Draghi deve andare al Colle o restare al governo? «I governi non hanno una data di scadenza e difficilmente un’esperienza come questa potrebbe proseguire senza Draghi. Se avremo superato l’emergenza e agganciato il treno della crescita saremo tutti più liberi. Dipenderà dalle risposte che riusciremo a dare da qui al 2022».

Sulla vicenda delle richieste di chiarimenti della Corte europea dei diritti dell’uomo in merito alla condanna a Berlusconi, spiega: «Nutro più di qualche dubbio su come è stata gestita quella vicenda. Ci aspettiamo che venga fatta piena luce, per il presidente Berlusconi e per la democrazia. Quanto al risarcimento un’idea ce l’avrei, ma la tengo per me». Il Quirinale? «Lo ha detto lei. Io non rispondo, è troppo presto», conclude.

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