Sistema a tre livelliRecovery plan, trovato l’accordo sulla governance

A gestire il Pnrr sarà una cabina di regia a “geometria variabile” presieduta da presidente del Consiglio con ministri competenti di volta in volta convocati. Ci sarà inoltre un livello di dialogo sociale, attraverso un tavolo permanente con parti sociali ed enti territoriali, e un livello tecnico, con una segreteria tecnica presso la presidenza del Consiglio

AP/LaPresse

Intesa sulla governance per il Recovery Plan. Nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi è stato illustrato lo schema della governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che sarà tradotto in un decreto legge nei prossimi giorni in cui si individuano scopi e modalità.

Sarà una cabina di regia a “geometria variabile” presieduta da presidente del Consiglio con ministri competenti di volta in volta convocati, con ruolo di indirizzo e coordinamento, monitoraggio periodico, individuazione criticità normative, e la redazione di una relazione per le Camere che sarà periodica ed anche su richiesta delle stesse ogni volta il Parlamento lo ritenga opportuno.

Il decreto legge delinea inoltre un sistema di governance articolato su tre distinti livelli: un livello politico, con cabina di regia a Palazzo Chigi e direzione generale al Mef; un livello di dialogo sociale, attraverso un tavolo permanente con parti sociali ed enti territoriali; un livello tecnico, con una segreteria tecnica presso la presidenza del Consiglio.

Solo la governance del Recovery è stata al centro del vertice tra il premier Draghi e i ministri rappresentanti della maggioranza. A quanto si apprende dall’Ansa, nel corso dell’incontro sarebbe stata ribadita la volontà di portare il tema in consiglio dei ministri questa settimana, approvando il decreto che conterrà anche le misure per il reclutamento del personale necessario all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Una nuova cabina di regia, ma sul tema delle semplificazioni, dovrebbe invece tenersi tra mercoledì e giovedì. Le prossime settimane saranno quindi saranno cruciali. Il primo pacchetto, secondo l’agenda Draghi, è mirato alla deregulation delle norme su appalti, ambiente e urbanistica: gli appalti sono previsti questa settimana e il cronoprogramma prevede per maggio anche gli altri due provvedimenti volti ad eliminare le vischiosità burocratiche per chi vuole costruire.

Subito dopo si tratterà il tema giustizia. Si comincia con l’intenzione di calendarizzare alla Camera la riforma dell’ordinamento giudiziario entro il prossimo mese di giugno per proseguire – il cronoprogramma prevede entro quest’anno – con riforme del processo penale, civile e giustizia tributaria.

Compare poi il tema della concorrenza, naturalmente richiesto con forza da Bruxelles nelle canoniche raccomandazioni: quattro provvedimenti che partono a luglio con la presentazione alle Camere della legge sulla concorrenza 2021 che prevede – spiega il cronoprogramma del governo – un protocollo per le reti di telecomunicazioni in aree senza copertura e la regolamentazione delle concessioni per la gestione dei porti. Draghi e i suoi si impegnano anche per il 2022 con una nuova legge per la concorrenza che andrà ad incidere sul grosso del nostro sistema dei servizi pubblici: dalle concessioni idroelettriche alle gare per il gas naturale e alla razionalizzazione dei servizi pubblici locali. Infine, con la legge per la concorrenza 2024 si prevede anche di regolarizzare la legge di affidamento delle concessioni autostradali. Luglio invece sarà, come è noto e ora confermato anche dal cronoprogramma, il mese della riforma fiscale.

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