PARLIAMO DI SICUREZZA
La Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro del 28 aprile, salvo poche eccezioni, non ha destato particolare attenzione. Ci è voluto l’infortunio mortale di una 22enne, Luana D’Orazio, operaia in una fabbrica tessile di Prato, perché le morti bianche diventassero un’emergenza per la politica e l’opinione pubblica. Eppure qualche giorno prima, nel nuovo deposito di smistamento di Amazon ad Alessandria, un operaio di 50 anni era morto dopo una caduta di sei metri. E l’elenco si è allungato di giorno in giorno negli ultimi giorni, da Bergamo a Parma. I sindacati venerdì hanno scioperato a Prato, dove è arrivato anche il ministro Andrea Orlando. E domani si tengono quattro ore di sciopero a Varese.
Partiamo dai dati In Italia, si parla di due morti sul lavoro al giorno. Nei primi tre mesi del 2021 si contano 185 decessi a fronte dei 166 nel 2020. Con la pandemia, gli incidenti “in itinere”, cioè quelli che avvengono durante il tragitto casa-lavoro, sono diminuiti nettamente, ma gli altri sono aumentati. Il decreto Cura Italia ha equiparato la malattia e il decesso da Covid a infortunio, e le morti per pandemia rappresentano circa un terzo degli incidenti mortali dal 2020 a oggi. Per il resto, si tratta soprattutto di morti legate alla mancanza di prevenzione.
Quali sono le norme in Italia? Dopo la morte di Luana D’Orazio, alcuni esponenti politici si sono ricordati all’improvviso che esiste una Commissione monocamerale d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e la sicurezza, creata nel 2019 al Senato e non ancora costituita. Ma “le leggi ci sono, il Testo unico del 2008 è stata una conquista. Ora bisogna investire nella formazione e nei controlli”, ha ricordato Rossana Dettori, segretaria nazionale della Cgil con delega alla sicurezza. E in effetti quando i controlli si fanno i risultati parlano da soli: il tasso di irregolarità riscontrato dall’Ispettorato nazionale del lavoro nelle 10mila aziende ispezionate l’anno scorso è del 79,3%. Il problema è che 10mila imprese ispezionate sono una piccolissima percentuale sul totale.
I controlli L’Ispettorato nazionale del lavoro, istituito dal Jobs Act con l’ambizione di accorpare le funzioni di vigilanza di ministero, Inps e Inail, conta 1.500 ispettori e 4.500 dipendenti complessivi, a fronte però di una pianta organica di 6.500. Poi ci sono le Asl e i loro servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro, che nel 2009 contavano 5mila addetti tra ispettori e medici e già erano sotto organico, e ora sono 2mila, spiega Dettori. Il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, dice che servirebbero più ispettori, oltre che una riforma per avere un unico soggetto che faccia i controlli.
Pnrr da rivedere? Nel Recovery Plan, il tema della sicurezza sul lavoro non c’è. O meglio, ci sono le misure contro il lavoro sommerso e contro il caporalato, che sono spesso fenomeni legati all’assenza di sicurezza. Ma servirebbe una prospettiva di più ampio respiro. Il Movimento Cinque Stelle ha proposto un disegno di legge per istituire una Procura nazionale sul lavoro specializzata. E l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, oggi consigliere dell’Inail che insieme a Livia Turco è stato l’autore del Testo unico del 2008, propone di inserire nel Recovery una serie di incentivi alle imprese che presentano piani di prevenzione. Ricordando tra l’altro che non sono state ancora completate neanche tutte le deleghe della legge del 2008, come ad esempio la patente a punti per le imprese dell’edilizia che hanno meno infortuni.
Crescita sicura Eppure proprio il mondo dell’edilizia è il più colpito dalle morti sul lavoro, insieme all’agricoltura. Le principali cause di morte sono le cadute dall’alto, lo schiacciamento o il crollo di muri, il ribaltamento di mezzi e la fulminazione. E nel prossimo periodo la situazione potrebbe peggiorare. Con gli investimenti del Pnrr e la crescita prevista nel settore edile, se non si prendono misure adatte potremmo assistere a un aumento nel numero di morti e degli incidenti – dicono i sindacati. “Non possiamo permetterci un boom modello anni ‘60 con più crescita e meno sicurezza”, avverte Damiano.
- I sindacati hanno annunciato di voler «aprire una grande vertenza nazionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro». E il ministro Andrea Orlando ha dato la sua disponibilità ad avviare un tavolo sull’aggiornamento del Testo unico.
- «Nel marzo 2020 con il governo e le parti datoriali abbiamo scritto il protocollo per la sicurezza dai contagi, facciamo lo stesso per la messa in sicurezza complessiva dei luoghi di lavoro», chiede Dettori. «Le leggi ci sono, ora mettiamoci i soldi per gli ispettori e per la formazione, che deve riguardare anche nuovi pericoli e nuove patologie legate per esempio allo smart working».
RECOVERY ITALIA
Facciamo il bis È slittato a questa settimana il decreto sostegni bis, che poggia sui 40 miliardi di scostamento di bilancio, con gli aiuti a imprese e famiglie. Il consiglio dei ministri dovrebbe tenersi giovedì. Ma è ancora aperto il confronto sulle modalità di erogazione dei contributi a fondo perduto: la Lega chiede di tenere conto anche dei costi fissi, cosa che però allungherebbe i tempi dei bonifici. Ma ci sono anche altri ostacoli politici da superare: l’aiuto ai comuni in dissesto, il blocco dei licenziamenti, il pacchetto turismo chiesto dal Pd e il nodo Alitalia.
- Mayday La cosiddetta «Norma Ita» potrebbe infatti finire nel decreto per assegnare alla nuova compagnia una parte consistente dei 3 miliardi stanziati l’anno scorso dal decreto rilancio. Mentre il salvataggio è ancora a rischio.
- Saracinesche abbassate Domani i centri commerciali invece manifesteranno contro le chiusure nei weekend.
La tregua Il Movimento Cinque Stelle ha fatto sapere che riproporrà per il decreto sostegni bis l’emendamento per la cessione del credito di imposta su investimenti 4.0 e bonus mobili alle aziende, stralciato dal sostegni 1 per l’impatto che avrebbe avuto sui conti pubblici dopo il «no» della Ragioneria. I grillini avevano minacciato di non votare la fiducia, poi è arrivata la tregua. Il Senato ha dato il via libera, ora il provvedimento passa alla Camera.
Autonomi Il ministro Orlando ha firmato il decreto sull’esonero contributivo per i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle Casse, con un reddito annuo non superiore a 50mila euro, che abbiano avuto un calo del fatturato del 33%.
- Bauli in piazza Lavoce.info scrive che, dopo i bonus emergenziali dati per la crisi Covid, per i lavoratori dello spettacolo occorre una riforma su lavoro e previdenza.
Non è un Paese per giovani I sindacati bocciano la proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che per il dopo quota 100 ha ipotizzato una riforma sulle pensioni in due step: in pensione a 62 anni con un assegno calcolato solo sul contributivo, integrato poi con la parte retributiva al compimento dei 67 anni, in modo da superare così lo scalone della legge Fornero.
- Intanto Repubblica ha raccontato che nel 2019 all’Inps venne data una corsia preferenziale per favorire la liquidazione delle pratiche legate a quota 100.
FASE DUE
Il tempo delle riforme Il Recovery Plan italiano ha preso concretamente forma nei dettagli e nel cronoprogramma contenuti nelle quasi 2.500 pagine trasmesse a Bruxelles. Ma dopo la scrittura, per il governo Draghi ora parte la stagione delle riforme e dei decreti collegati al piano. Nei prossimi giorni sono attesi il provvedimento sulla governance e quello sulle semplificazioni normative su procedure e assunzioni veloci negli enti pubblici. E da oggi si apre anche il cantiere della giustizia: la ministra Cartabia incontra i capigruppo della Camera per aprire il complicato dossier del processo penale.
- Il Foglio si è chiesto però perché le previsioni italiane prevedono la creazione di soli 750mila posti di lavoro con i fondi del Recovery. Vale a dire 3,9 posti ogni milione di euro speso. In Francia sono 12, in Spagna 11,5, in Germania 8,2.
Cronache da Porto Nel corso del «summit sociale» di Porto, il premier Draghi ha sottolineato la spaccatura del mercato del lavoro tra garantiti e non, chiedendo la costituzione di un fondo unico europeo per la disoccupazione. Draghi vorrebbe un impegno immediato per il rinnovo del programma Sure. Ma con molti Paesi nordici ancora impegnati nelle ratifiche dei Recovery Plan, sembra difficile. Eppure niente sembra più urgente per la ripresa post pandemia.
Cantiere lavoro Nel Recovery Plan «ci sono 6 miliardi per riformare le politiche attive», ha ricordato Draghi dal summit europeo di Porto. «È il momento di fare una proposta sussidiaria», dice Giuseppe Zingale, general manager della divisione welfare di IG-Samsic HR, che propone una collaborazione tra centri per l’impiego e agenzie private per il lavoro e una riforma dell’Anpal per un coordinamento efficace a livello nazionale.
DOSSIER CALDI
Addio rete unica? Repubblica si è accorta che il Recovery Plan non cita il progetto della rete unica a banda larga caro all’ex premier Conte. E in effetti il ministro Colao ha spiegato che il governo organizzerà delle gare per portare la rete in tutta Italia. Lo Stato metterà in campo dei sussidi, e in alcuni casi potranno anche essere consorzi di più aziende a contenderseli. Insomma, l’interesse di Tim e Open Fiber a mettere insieme le proprie reti adesso prescinde dalla strategia del governo. Sarà una scelta.
La crisi dei chip Lo stabilimento di Melfi di Fca ha fermato la produzione per una settimana a causa della crisi dei semiconduttori che sta investendo soprattutto il settore automobilistico. Si calcola che nei primi tre mesi dell’anno la carenza sia costata a Stellantis la mancata produzione di 190mila vetture.
- Nel Recovery Plan spunta un investimento di 750 milioni per la creazione di una fabbrica di microchip a Catania.
L’altro giro I lavoratori della ex Embraco hanno manifestato a Torino in occasione della partenza del Giro d’Italia, chiedendo un incontro al Mise. Senza interventi del governo, la cassa integrazione scadrà il 22 luglio, dopodiché i 400 operai saranno licenziati.
- Intanto per guidare la task force sulle crisi aziendali al Mise si fa il nome di Paolo Reboani, economista del lavoro con un lungo curriculum.
LAVORO IN QUARANTENA
O i figli o il lavoro In occasione della festa della mamma, Save The Children ha diffuso un rapporto in cui si calcola che su 249mila donne che in Italia hanno perso il lavoro nel corso del 2020, ben 96mila sono madri con figli minori. Su dieci dimissioni, solo tre sono di uomini.
Chi torna e chi no Il nuovo modello ibrido di organizzazione del lavoro, con l’alternanza tra la presenza in ufficio e l’attività da remoto, potrebbe creare nuove disparità nel mercato. Le donne potrebbero scegliere di continuare a lavorare da casa per ragioni familiari, restando escluse da promozioni e avanzamenti di carriera. E poi c’è quella parte della forza lavoro che, per ovvie ragioni, dovrà essere sul posto: sono quelli che hanno rischiato di più di contagiarsi durante la pandemia e ora si aspettano miglioramenti.
Salario democratico Bbc racconta la storia della società di software argentina 10Pines, dove le richieste di aumento dei salari vengono discusse e decise tra i colleghi.
AGENDA Da oggi sarà possibile consultare la dichiarazione dei redditi precompilata del 2021. Martedì 11 maggio l’Istat diffonde il dato sulla produzione industriale a marzo e il bollettino sull’andamento dell’economia italiana, mentre Intesa Sanpaolo presenta il “Rapporto di analisi dei settori industriali”. Mercoledì 11 maggio la Commissione Ue pubblica le nuove stime economiche, mentre al Senato è prevista la costituzione della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Venerdì 14 al Mise si tiene il tavolo sull’ex Ilva.
Buona settimana,
Lidia Baratta
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