Ocasio Cortez può vantare un seguito di oltre 8 milioni di utenti su Instagram, 11 milioni su Twitter e più di 1,5 milioni su Facebook, Meglio di lei nell’ambito politico statunitense solo Barack Obama, Donald Trump, Joe Biden e Kamala Harris. Sui social dunque, una deputata con appena due anni di esperienza riesce a concorrere sullo stesso piano di presidenti e vicepresidenti.
Ma l’impatto che Ocasio Cortez sta avendo sul modo di comunicare non riguarda solo i successi ottenuti, va oltre.
È indubbio ad esempio che la vittoria contro Joe Crowley sia arrivata anche per merito di un’eccezionale video elettorale, intitolato The courage to change, caricato su Youtube e diffuso sui vari social network.
Come indiscutibile è la sua abilità nel condizionare il dibattito pubblico statunitense: grazie alle sue capacità di engagement sui social il partito democratico è continuamente alle prese con le proposte da lei presentate, con i temi ed i problemi da lei messi in luce. Non poco per una deputata di 31 anni.
Per descrivere l’utilizzo dei social di AOC, il Professor Jan Blommaert, della Tilburg university, descrive l’account Twitter come il cervello e quello Instagram come il cuore della strategia comunicativa di Ocasio Cortez.
La presenza sui social di AOC si realizza principalmente su questi due social, e su ognuna delle due piattaforme c’è una profonda diversità di contenuti, di toni, di linguaggio quasi come fossero volti a “vendere” due versioni diverse della deputata, a parlare a due platee diverse.
Su Twitter i temi trattati da Ocasio-Cortez sono più politici, riferimenti alle dinamiche interne al partito, commenti sui fatti del giorno, attacchi secchi e taglienti al partito repubblicano.
Su questo social il limite del numero dei caratteri dei tweet le impone una certa semplicità e nettezza nelle affermazioni ed inoltre, nonostante i grandi numeri, AOC utilizza Twitter per rivolgersi ed incidere principalmente sulla “bolla” politica e giornalistica. Contenuti quindi nonostante la chiarezza espositiva più per gli addetti ai lavori, per gli attivisti, per un pubblico principalmente già coinvolto ed interessato alla politica.
Su Instagram invece emerge un’altra dimensione di AOC, tratteggiata da contenuti più “leggeri”, che oscillano tra frammenti di vita privata ed il racconto della sua attività politica. Lo strumento delle storie risulta infatti molto utile per un racconto quasi quotidiano del suo lavoro al Congresso, ma anche per instaurare un’interlocuzione con i suoi milioni di seguaci.
Ricorrente è infatti lo schema del Q & A, attraverso il quale Ocasio-Cortez risponde alle domande dei suoi seguaci tramite dirette o storie. Nel suo feed, ossia la sezione di un profilo Instagram che raccoglie l’insieme dei post pubblicati, le immagini ed i video postati costituiscono prevalentemente materiale proveniente da fotografi o videomaker, contenuti quindi molto curati e professionali.
Sulle storie invece viene pubblicato del materiale molto più grezzo, semplice, spesso composto di selfie o video fatti direttamente dalla deputata dal suo cellulare, caratterizzati tuttavia da una grande componente di autenticità.
Il territorio delle storie Instagram è divenuto ormai appannaggio di staff iper specializzati, con un lavoro di editing sempre più importante e professionale.
Ma da subito Ocasio-Cortez con questi mezzi ha avuto una grande affinità, anche per un semplice fattore anagrafico, che le ha permesso di sfruttare in maniera intelligente le diverse funzionalità che vengono di volta in volta introdotte con gli aggiornamenti dell’applicazione.
La sua dimestichezza con lo strumento si rivela un fattore in più, che la distingue da molti esponenti politici con profili Instagram estremamente curati ma che risultano spesso freddi e distaccati in quanto frutto dell’esclusivo lavoro dello staff comunicativo.
La leggerezza alla base della comunicazione Instagram di Ocasio Cortez viene letta dai suoi detrattori come un segno di incompetenza, di banalizzazione di tematiche complesse che spesso vengono ridotte ai pochi secondi necessari per postare una storia.
Secondo il racconto repubblicano AOC nasconderebbe dietro un utilizzo “pop” dei social le sue carenze in materia di politica economica, fiscale o energetica, mancanze dovute tra i tanti fattori anche alla sua giovane età.
Eppure proprio su questa apparente debolezza Ocasio Cortez ha impostato il proprio progetto politico. Su Instagram infatti c’è un bacino d’utenza molto giovane di età, ragion per cui un utilizzo efficace, semplice e al passo con i tempi del social risulta particolarmente attrattivo per i più giovani.
Ma questa capacità di rendere pop tematiche politiche ambisce e riesce molto spesso a mettere in risalto, a rendere popolari dei temi, o dei momenti della politica americana particolarmente rilevanti. È come se la formula leggera dell’utilizzo di Instagram sia un modo non per indebolire, ma per rafforzare i temi al centro della sua proposta politica.
Un social dinamico in cui in genere prevalgono contenuti di intrattenimento, viene quindi usato per rivestire con un abito più leggero tematiche complesse e talvolta pesanti: come la violenza di genere o la crisi ambientale.
Non si tratta di contenuti politici semplicemente calati su Instagram, ma di veicolare questi messaggi adattandoli e rendendoli conformi a quel tipo di ambiente, a quel genere di pubblico.
Un esempio dell’esecuzione di questa ricetta mediatica si può nel video racconto con ben trentuno storie della giornata in cui le è stato somministrato il vaccino per il covid-19. Un modo in questo caso per approfondire e chiarire in maniera semplice ma non superficiale numerosi dubbi o perplessità molto diffuse sulla rete riguardo il vaccino.
Questa strategia comunicativa le permette di rivolgersi e parlare ad un’enorme platea di giovani, sempre più lontani dagli schermi televisivi, dalla carta stampata, e da social come Facebook e Twitter.
Alleggerimento che Ocasio-Cortez attua cercando in numerosi modi di creare interesse attorno alla sua attività, intento che ricerca anche provando a mostrare ai cittadini le istituzioni da dentro, da dietro le quinte, attraverso i suoi occhi. È anche così che una seduta di una commissione parlamentare diventa occasione non per parlare ai pochi addetti ai lavori presenti, ma per produrre video da milioni di visualizzazioni sui suoi social.
Emblema di questo approccio, di questa attenzione per le giovani generazioni sono anche le numerose dirette effettuate da AOC sul social media Twitch. Su questa piattaforma nel 2020 AOC ha infatti effettuato più volte delle dirette mentre partecipava a vari giochi online come animal crossing o among us.
Già Obama nel 2008 irruppe nel mondo dei videogiochi, comprando degli spazi pubblicitari, ma il tentativo di Ocasio-Cortez di trasformare anche momenti più “conviviali” come questi per discorrere di temi politici ed essere ascoltata da centinaia di migliaia di ragazzi sembra aprire nuove prospettive per l’incrocio tra politica e gaming.
L’abilità di Ocasio-Cortez nell’utilizzo dei social network si riflette anche nel rappresentare un modello di politico che in modo innovativo concilia due diversi ingredienti, la vicinanza e la lontananza dalla propria base, dal proprio elettorato.
In un certo senso, il successo di Ocasio-Cortez è alimentato dalla valenza iconica che ha assunto, testimoniata dall’enormità dei suoi numeri sui social, più consoni ad una popstar che una deputata neoeletta; i social ed un’intelligente attitudine al rapportarsi anche con i media tradizionali hanno portato quindi un po’ alla costruzione di un vero e proprio “mito”, un idolo per tante ragazze e ragazzi anche oltreoceano.
Ma quest’aura che in teoria potrebbe marcare una sorta di distacco dalle persone comuni, è mitigata da una grande cura dei simpatizzanti e degli elettori. Come anche Elizabeth Warren, anche AOC è solita aspettare diverse ore i suoi sostenitori per scambiare delle opinioni, stringersi la mano, o anche semplicemente scattare un selfie.
Potrebbe sembrare normale prassi per un candidato che come lei risponde a un preciso territorio, ma il fatto che lei ed il suo staff pongano così tanta importanza nella cura, nell’attenzione ai militanti, al contatto ed il confronto reale con le persone non è un elemento scontato.
Un’attenzione alla mobilitazione fisica, all’organizzazione sul territorio che nonostante tutto fa dell’uso dei social uno strumento, e non il cuore dell’azione politica di AOC.
Vi è quindi una dinamica messa in moto dai social che produce anche un allontanamento del politico, una mitizzazione, la quale però non la distoglie da un legame fisico con gli elettori, elemento che per molti potrebbe sembrare arcaico nel mondo di Twitch, Instagram e Facebook, ma che costituisce ancora lo spirito originario della politica.
da “Virtual Politik. Elezioni e consenso nel regno di Internet”, di Giovanni Crisanti e Tommaso Sensi, Lupetti editori, 2021, pagine 120, euro 22,90