Antonio MondaCerca di fuggire dalle notizie, ascolta Bob Dylan e legge il libro dei libri

Antonio Monda

Antonio Monda dirige la Festa del Cinema di Roma, insegna alla New York University, scrive per La Repubblica e La Stampa ed è autore di numerosi saggi e romanzi, l’ultimo dei quali è “Il principe del mondo” (Mondadori). Animatore culturale di qua e di là dell’Atlantico, il New York Times ha descritto il suo appartamento di Manhattan come «il più vitale, se non l’ultimo salotto culturale di New York». Qui risponde al questionario de Linkiesta, ispirato a The Interrogator di Monocle, sui suoi consumi informativi e culturali e su una certa competizione con Frank Sinatra.

A che cosa sta lavorando?
Al nono romanzo della mia saga di dieci libri sulla New York del Novecento. Ogni libro è ambientato in un decennio diverso e questo nono, collocato negli anni Trenta ha un titolo preso da un verso di Bob Dylan: “Black is the color, none is the number”, Nero il colore, nulla il numero. Ma sto flirtando con l’idea di utilizzare soltanto la seconda parte del verso chiamarlo “Il numero è nulla”.

Appena sveglio dove cerca le notizie del giorno?
Non le cerco mai, in genere mi trovano anche se tento di fuggirle.

A colazione legge i giornali col caffè, con una spremuta o con che cos’altro?
So che mi farò qualche nemico, ma non leggo giornali cartacei da anni, e poco anche quelli online.

Sotto la doccia cosa canticchia?
“I’ve Got You Under My Skin”, ma Frank Sinatra è più bravo.

In che ordine legge i giornali?
Non ho un ordine preciso. Ma, ripeto, non credo di essere un lettore tipo.

Che musica sta ascoltando ultimamente?
Bob Dylan e molta musica classica, in particolare Bach, che ritengo il più grande di tutti i tempi. Come del resto Dylan, nel suo genere.

Come la ascolta: in streaming, vinile, alla radio?
In streaming.

I magazine che non mancano sul divano nel weekend?
L’unica rivista alla quale sono abbonato è il New Yorker. Ma lo leggo quando capita durante la settimana.

L’ultimo libro che le è piaciuto?
“Apeirogon” di Colum McCann: imperdibile. A mio avviso il libro più importante dell’anno.

Che serie tv sta guardando?
Ho visto solo “The Crown”, e “Hunters”, quella con Al Pacino e i cacciatori di nazisti. Era orribile e divertentissima allo stesso tempo.

Un film che lei ha visto in anteprima e che a noi piacerà la prossima stagione?
“The Tragedy” di Joel Coen, con Denzel Washington nel ruolo di Macbeth e Frances McDormand in quello di Lady Macbeth. È uno splendido adattamento, e il primo film firmato solo da Joel.

Torneremo nei cinema?
Si, ma credo che diventerà sempre di più un fenomeno simile all’opera lirica: di nicchia per grandi appassionati.

Social di riferimento?
Instagram, ma non sono molto attivo.

Ascolta i podcast?
Molto poco, e in questo caso non so neanche chi ho deluso.

Si addormenta con un libro, con un magazine, con una serie tv, con un podcast o con un talk show?
Leggo sempre un brano della Bibbia, perché, come dice il nome, è il libro dei libri.

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Qui le puntate precedenti di La dieta culturale

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