Che c’entrano Grimes, il comunismo di Karl Marx e l’intelligenza artificiale (IA)? Apparentemente poco, in realtà, in modi diversi, sono le tre gambe di una rivoluzione (e Marx ha sempre parlato di rivoluzioni, giusto?).
Partiamo dalla meno nota (almeno in Italia), cioè Grimes. Per chi non seguisse la scena pop d’avanguardia, Grimes, all’anagrafe Claire Bouscher, è una delle cantanti più innovative degli ultimi anni e ha segnato la scena pop con una serie di canzoni e video che, invece di puntare a corteggiare le nuove schiere di adolescenti in cerca di conferme, hanno tratteggiato una serie di visioni futuristiche (l’ultimo si chiama, sempre per restare in tema, Miss Anthropocene).
Non a caso, Grimes (dal 2018) è anche la compagna di Elon Musk e qui il suo percorso si intreccia con uno degli innovatori più radicali che sono al centro della rivoluzione dell’intelligenza artificiale (a lui e Sam Altman si deve, per esempio, il progetto Open AI di cui si parla tanto in questi giorni, il progetto Neuralink per interfacciare computer e cervelli e la linea a guida completamente automatica delle automobili Tesla).
Qualche giorno fa, Grimes ha fatto scalpore per avere postato su TikTok un video dove dichiarava che l’intelligenza artificiale permetterà la realizzazione del sogno di Karl Marx: una società comunista senza proprietà privata. Le sue dichiarazioni sono rimbalzate per la rete. Un delirio della fidanzata di uno dei dieci uomini più ricchi del mondo?
Sorprendentemente, credo che Grimes abbia colto qualcosa di molto profondo, anche se forse le cose non andranno ottimisticamente come pensa lei …
Grimes vive nel mondo meraviglioso della Silicon Valley, circondata dalla classe di imprenditori e innovatori che più, nella storia della specie umana, ha visto trasformare la propria capacità in successo economico. Anche Marx viveva a Londra nel momento di massima espansione economica e industriale dell’impero britannico. Non è solo una coincidenza.
Grimes ha capito che l’intelligenza artificiale, come la rivoluzione industriale, cambierà tutto, soprattutto la struttura economica della società.
Come si arriva al comunismo? Parto da una considerazione banale, ma raramente espressa in modo esplicito. Qualsiasi attività, nel momento in cui viene eseguita in modo rapido, efficiente, ed economico da una macchina, di solito da una intelligenza artificiale, perde dignità e valore.
Mi ricordo di un uomo che portava la frutta al terzo piano del condominio dove vivono i miei genitori. Era un uomo piccolo ma asciutto, ed era fiero di quante mele riuscisse a portare rapidamente su per le scale. Poi, improvvisamente, installarono l’ascensore.
Quel giorno, quell’omino piccolo e asciutto prese qualcosa: era diventato inutile. In passato molti si vantavano della loro grande memoria, oggi abbiamo Google.
Matematici famosi fino agli anni Cinquanta si vantavano di compiere operazioni matematiche a mente, ma nessuno oggi lo fa più. Chi si ricorda di avere fatto una divisione su carta? O a mente? La calcolatrice fa tutto e molto più rapidamente e in modo più affidabile.
Non solo, ma nel momento in cui una macchina diventa capace di fare qualcosa, la macchina è preferibile. Perché? Perché è più affidabile. Ammettetelo, negli ultimi anni, quando chiedete a un tassista di portarvi in un indirizzo poco noto, se avete l’impressione che non segua Google Maps o qualche altro navigatore, vi siete insospettiti e preoccupati. Magari dovevate prendere l’aereo (quando si viaggiava ancora) e avete dato una sbirciatina al vostro cellulare per essere sicuri che il tassista non prendesse iniziative discutibili, facendovi perdere l’aereo.
D’altronde, lo sappiamo bene, i prodotti fatti dalle macchine, sono perfetti. Quelli fatti a mano saranno sicuramente più preziosi e gradevoli, ma solo quando non rispondono a uno scopo pratico (andreste in aereo con un motore costruito a mano? Ne dubito).
Oggi però questo processo sta interessando tantissimi altri settori, dove l’uomo pensava di avere l’esclusiva e non essere raggiungibile (un po’ come le balene dell’antartico che mai avrebbero pensato un giorno di vedere arrivare una specie di scimmie su scafi di acciaio per dargli la caccia …).
È qualcosa di continuo e sempre più rapido. Da qualche settimana la mia università ha comprato un sistema di editing dei testi in lingue straniere. Oggi sul Corriere si commercializzava una soluzione in grado di ascoltare una riunione e di scrivere automaticamente un verbale. Ogni giorno nuovi prodotti sono in grado di sostituirsi a compiti che fino a ieri erano prerogativa degli esseri umani.
Molto bene, dicono in tanti, in questo modo l’intelligenza artificiale lavorerà per noi. Il problema è che l’intelligenza artificiale non è al servizio della collettività, ma è proprietà di quelle realtà che hanno saputo investire in questa nuova tecnologia e che, oggi, possono diventare i nuovi faraoni che deterranno il potere.
È quello che è stata definita la società idraulica: il mugnaio che possiede il mulino, decide il prezzo della farina.
D’altronde lo si vede già. Il rapporto tra il reddito minimo e la ricchezza di chi controlla le nuove tecnologie sta raggiungendo livelli mai raggiunti prima. Per Bill Gates spendere 1 milione di dollari è come per un impiegato spendere un euro. Pensateci domani quando comprerete qualcosa per un euro … con lo stesso sforzo i padroni dell’informatica potrebbero elargire (o scialacquare) un milione di dollari. I nuovi faraoni. Il fidanzato di Grimes, appunto…
E questo è già qualcosa che dovrebbe darci da pensare, perché si corre il rischio di prendere per ineluttabile una situazione di ingiustizia sociale mai verificata. Almeno, se accettiamo l’esistenza dei faraoni, siamone consapevoli.
Anche perché, molti, oggi, lavorano per erigere nuove piramidi. Ci stiamo allontanando rapidamente dagli ideali democratici e liberali che, dalla metà del Ottocento alla fine del secolo scorso, sembravano avere messo radici profonde nella coscienza delle persone.
Certo Sam Altman (uno dei fondatori di OpenAI) ha recentemente dichiarato che, in 10 anni, l’intelligenza artificiale sarà in grado di produrre ricchezza pari a
13.500 dollari per ogni cittadino americano. Ha persino proposto di istituire un fondo sociale nazionale
(in America) che prelevi il 2.5% del valore di mercato delle grandi aziende nel campo dell’intelligenza artificiale e lo distribuisca ai cittadini.
Nel frattempo però ha venduto i diritti per la sua creazione più avanzata, GPT-3, alla Microsoft ed è diventato ancora più straricco di svariate centinaia di milioni di euro (ed era già incluso tra i 20enni più di successo dalla rivista Forbes).
Ma torniamo a Grimes e ai comunisti o ai faraoni prossimi venturi (due estremi ugualmente probabili a questo punto). Per effetto dell’intelligenza artificiale, fra qualche anno, molti di noi saranno come l’omino piccolo e asciutto che portava le mele dopo l’installazione dell’ascensore. Visto che la nostra competenza non sarà più paragonabile a quella delle macchine, che cosa ci resterà da barattare, vendere, svendere?
Solo una cosa: la nostra libertà, che è poi quella briciola di potere che, messa insieme a quella di tutte le altre persone, si compone nel formare il leviatano del potere.
Lo abbiamo visto succedere con il virus e con il sistema sanitario. Si fronte a un pericolo, anche relativamente piccolo, la società e le persone sono state pronte a cedere quote di libertà. Salute e benessere.
Di fronte alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, la classe media (in senso culturale e professionale, non economico) si troverà priva della sua funzione. Quello che sapeva fare (preparare documenti, scrivere relazioni, fare analisi dati, mansioni burocratiche, persino compiti complessi come diagnosticare malattie, tradurre, redigere contratti) saranno svolti con maggiore efficienza dall’intelligenza artificiale.
L’ufficio senza carta diventerà presto l’ufficio senza impiegati.
A questo punto, come nel capitale di Marx, la società si troverà di fronte a un bivio: o la condivisione dei beni grazie a un reddito di cittadinanza universale distribuito a tutti (ma dove finirà la tendenza umana a volere qualcosa di più del vicino?) o pochissimi accumuleranno un potere e una ricchezza infinita (i nuovi faraoni proprietari delle tecnologie da cui tutti dipenderanno).
La prima opzione, il comunismo auspicato da Grimes e sognato da Marx, richiederebbe una condivisione universale. Sappiamo come è andata nella storia. Non benissimo. La seconda opzione, vedrà invece una continua concentrazione e una progressiva riduzione del valore delle persone. Con buona pace di Grimes vedo più probabile un nuovo faraone del comunismo universale.
Ma forse l’intelligenza artificiale ci stupirà e ci proporrà una nuova soluzione. Come la stessa Grimes aveva cantato, qualche traccia fa, “Biology is superficial. Intelligence is artificial. Submit, submit, submit”. Forse il nuovo faraone non sarà una persona, ma una intelligenza artificiale. In fondo, la storia non si ripete mai.