La pandemia ha scosso la vita di tutti, in ogni luogo e in ogni settore. Ha cambiato ogni cosa per sempre? Di certo ha accelerato dinamiche che avrebbero impiegato molto più tempo a raggiungere gli obiettivi preposti.
Ricerca scientifica, equilibri politici, turismo, media, moda, tutto in trasformazione: persino il modo di rapportarsi ai codici di abbigliamento tipici degli gnomi della finanza.
Dimenticate le bretellone del Gordon Gekko interpretato dal Michael Douglas in “Wall Street” (1987) ma superate pure il completo gessato di Di Caprio in “The Wolf of Wall Street” (2013).
I grandi istituti di credito come JPMorgan, Citigroup, e Goldman Sachs, si sono resi conto che i loro dipendenti sono restii a riassumere il loro abbigliamento precedente, dopo più di un anno di lavoro da casa passato principalmente indossando t-shirt sopra e pantaloni della tuta sotto, adatti alle riunioni in Zoom.
Così mentre hanno dato inizio a piani di graduale ritorno alle scrivanie frettolosamente abbandonate a metà del 2020 i dirigenti senior (ma senior a NY può significare avere 33 anni…) stanno allentando i codici di abbigliamento imposti allo staff che impiegano. Sebbene non abbiano inviato promemoria formali, il loro messaggio è che i dipendenti di ritorno dovrebbero sentirsi liberi di vestirsi in modo rilassato in un’estate con pochi incontri effettuati di persona con i clienti.
Così i giovanotti che a Manhattan tornano nei loro uffici si fanno notare ora per il loro abbigliamento casual: maschi in polo con pc sostenuti da zainetti tecnici, ma soprattutto donne senza più tacchi alti, un tempo considerati di rigore.
Essere casual a Wall Street non significa necessariamente indossare capi economici. Di sneaker, polo e ballerine ne esistono in tutte le fasce di prezzo: ma nessuno per considerarsi cool indosserebbe più l’orologione acciaio e oro di un tempo, sostituito ovviamente dall’Apple Watch.
Puro make up? Non esattamente. Assai significativa è la ragione fondamentale per cui le banche stanno (e già avevano lentamente iniziato a farlo prima del marzo 2020) eliminando i codici di abbigliamento tradizionali: si tratta di competere per l’acquisizione e la conservazione di talenti.
In un mercato come quello americano, gli istituti di credito si trovano oggi a competere sempre più intensamente con le aziende dell’high tech, da sempre più friendly sia per l’adozione del lavoro a distanza che per i codici di abbigliamento (e l’orientamento di genere) dei loro dipendenti.
Le banche insomma sono costrette a presentare di loro stesse un’immagine meno soffocante. Non è esagerato dire che si tratta anche per questi (un tempo) templi del potere di una questione di vita o di morte. Stanno persino cercando di assumere una coorte di dipendenti più diversificata: a fianco delle scrivanie dei laureati in Finance and Business Administration – a sorpresa – cominciano a sedersi laureati in storia.