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Nuove sigleDa Stem a Steam: le competenze del futuro tra tecnologia e creatività

Il nuovo acronimo include anche la “A” di “Arte”, incorporando l’apprendimento del pensiero critico e della creatività per risolvere i problemi e connettere le informazioni

(Unsplash)

L’educazione Stem, acronimo che sta per Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica, da sola potrebbe non bastare più. Un mercato del lavoro in rapido cambiamento richiede sempre più profili multidisciplinari, i cosiddetti “polymath”, ovvero coloro che sanno unire più discipline per creare contaminazioni e generare cambiamento. Ecco che all’acronimo Stem è stata aggiunta la “A” di arte, trasformandosi in Steam. La nuova formulazione incorpora il pensiero critico e la creatività da applicare in situazioni reali, per risolvere problemi e valutare le informazioni in maniera innovativa.

La “A” di Arte
In questo caso l’arte è intesa quindi come scoperta e creazione, capacità di risolvere problemi percorrendo diverse strade, con un approccio sinergico tra materie scientifiche e umanistiche. Invece di insegnare le discipline in compartimenti stagni di materie indipendenti, l’apprendimento diventa interdisciplinare.

E l’importanza dell’istruzione Steam è stata sottolineata anche dal “Comitato Europeo delle Regioni”, in un parere in cui indica nel potenziamento di queste competenze uno degli elementi che possono contribuire allo sviluppo delle economie dell’Unione Europea.

In Italia sono già attivi diversi progetti. La valorizzazione dell’istruzione Steam è uno degli elementi su cui si fonda, ad esempio, il Piano Nazionale Scuola Digitale (legge 107/2015): un progetto del ministero dell’Istruzione che ha l’obiettivo di innovare il sistema educativo italiano attraverso la digitalizzazione.

Anche la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, recentemente ha sottolineato l’importanza di potenziare questo tipo di insegnamento fin dalle fasce d’età più basse: «Dobbiamo lavorare sulle competenze Steam, soprattutto delle bambine, già a partire dalla scuola dell’infanzia, sia sul fronte delle alunne ma anche sul fronte della formazione docenti».

Tra i progetti più interessanti c’è “STEAMonEdu”, un progetto europeo finanziato dal programma Erasmus promosso da Grecia, Germania, Italia, Romania e Spagna per creare strumenti che facilitino lo sviluppo e l’adozione delle politiche educative Steam e per migliorare la capacità degli educatori di applicarle. STEAMonEdu è stato incluso anche nel progetto Repubblica Digitale del ministero dell’Innovazione. E rappresenta un primo tentativo a livello europeo di portare nel vocabolario dell’Unione europea il termine Steam.

Il progetto, come si legge sul sito ufficiale, prevede anche la costituzione e l’animazione di una community europea di educatori in ambito Steam che usufruiranno di corsi di formazione gratuiti per implementare le proprie competenze.

E l’obiettivo è anche quello di proporre policy a ogni livello governativo per implementare l’approccio Steam nelle scuole, mettendo a disposizione delle istituzioni una piattaforma di riferimento completa per la definizione dei profili professionali richiesti e della programmazione didattica.

In Italia stanno nascendo intanto nuovi percorsi di questo tipo. Un esempio è “STEAM Lab”, del ministero dell’Istruzione, che prevede l’implementazione di aule dedicate alla sperimentazione di percorsi competitivi in ambito Steam per studenti di ogni ordine e grado.

Ed esiste anche il Liceo Steam a Bologna, Rovereto e Parma: un percorso di studi che propone una vera rivoluzione nel modo di fare scuola in Italia, provando ad allinearsi ad alcune delle più avanzate esperienze internazionali e puntando su percorsi essenziali e proiettati al futuro, che non possono prescindere da una revisione profonda dei modi e dei tempi di lavoro a scuola.

Gli insegnamenti alternano studio e attività pratiche e favoriscono uno stretto confronto con le aziende, «sfidando costantemente gli studenti verso un approccio problem-solving, per valorizzare la loro crescita a tutti i livelli», si legge nel sito. Lo scopo è quello di proporre agli studenti un percorso di studio capace di prepararli ad «affrontare le sfide dell’odierna società complessa globale con una preparazione competitiva» che mescola le discipline umanistiche, il sapere scientifico con «l’uso intelligente ed etico delle tecnologie».

L’ispirazione arriva dalla «visione dell’uomo diffusasi in Italia all’inizio dell’era moderna: l’incontro di concetti del Platonismo (le idee come modelli, l’anima come mediatrice, l’uomo come micro-demiurgo) e dell’Aristotelismo (la sostanza dentro la natura, la complessità della vita, l’ordine finalistico del mondo) per infondere nello studente nuovo coraggio nell’immaginare, sperimentare e prendere le redini del proprio futuro».

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