Sessualità e biologie fluide non sono mai stati così al centro dell’attenzione generale come in questo (speriamolo) momento dopo pandemia.
È l’effetto dell’interesse verso questi status dimostrato dagli appartenenti alla Generazione Z, destinati a divenire presto una fetta di mercato importantissima per consumi di ogni genere. Ma non si tratta solo di questo.
A fronte di corpi sempre più scolpiti nelle palestre di ogni parte del globo, innanzi ad esibizioni di cuti scritte e disegnate in maniera sempre più fitta, i caratteri sessuali secondari sembrano aver perso di importanza. Quelle appendici che sviluppiamo dopo la pubertà come segnali che vengono in aiuto alla continuazione della specie paiono contare meno di un tempo.
Tutti indifferentemente indossiamo jeans, t-shirt, sneaker, felpe con cappuccio o senza. L’esplosione dello skin care ambosessi è un dato di fatto. Così come la colorazione dei capelli o l’avanzata degli smalti colorati per unghie indistinguibile tra i giovanissimi di ambo i sessi. Anche distinguere in lavatrice la biancheria dell’uno o dell’altra tra adolescenti, Millennial, Generazione X, ma ormai pure baby bomers, è diventata un’attività che richiede grande di attenzione.
Questo era già vero prima dell’arrivo del Covid-19. Poi mesi passati davanti a Zoom hanno rafforzato il tutto. Ci siamo vestiti per lungo tempo come se i nostri corpi fossero oggetti di scena appena drappeggiati per sostenere teste utili ad apparizioni sui riquadri di piccoli schermi.
I designer di moda hanno preso nota. Durante l’ultima tornata di show dole linee di genere tradizionali, hanno cominciato a mescolarsi: niente a che vedere con l’unisex anni Sessanta però, qui il mood è differente. I designer sono andati ben oltre. Perché la moda, per lo meno quella occidentale (non vale per quella dei designer giapponesi ad esempio), si è sempre costruita per svelare ed esaltare il corpo. Così in passerella ora appaiono anche modelli/e gender fluid, o decisamente transessuali (che non è affatto la stessa cosa).
C’è un altro aspetto che va sottolineato. Viviamo un tempo carico di ansia, in cui gli incontri nella vita reale sono vissuti come carichi di pericoli, ed ecco che i designer nella stragrande maggioranza dei casi hanno reagito drappeggiando, ornando, ma soprattutto, oscurando le forme del corpo.
I social poi hanno fatto la loro parte. Il potente, terribile, ammaliante Tik Tok si è dotato di un nuovo filtro chiamato Blue & Red – subito diventato virale. Trasforma il tuo viso con caratteristiche stereotipate maschili (su uno sfondo blu) o con caratteristiche femminili (su uno sfondo rosso). Ad utilizzarlo per lo più giovanotti giovani che sperimentano l’euforia di genere.
Nell’insieme si tratta di un sistema di segnali che oltrepassa concetti che per millenni ha governato le nostre società. Il ddl Zan e i suoi 1000 emendamenti? Tutto sarà presto assorbito dal protocollo Billie Eilish.