È il più caldo lago balneabile dell’arco alpino: un’attrazione irresistibile per molti villeggianti che qui trovano le condizioni ideali per praticare i più diversi sport, rilassarsi e divertirsi. A completare il già invitante quadro, la cultura e le tradizioni di Caldaro e Termeno, affiancata da una ricca offerta enogastronomica che vi farà immergere nella piacevolissima e tranquilla vita locale. Scopri nel nostro reel il percorso e le sue tappe.
Il giro del lago
Il Lago di Caldaro (Kalterer See) si trova a 216 m di altitudine, 4 km a nord dal centro di Termeno (Tramin) e 4 km a sud da quello di Caldaro (Kaltern), paese al quale deve il suo nome. Il borgo Campi al Lago invece, il posticino più soleggiato del lago, si trova direttamente sulla riva settentrionale. La parte verso sud è un canneto, qui si trova il noto Biotopo Lago di Caldaro con oltre 100 specie di uccelli stanziali, che rappresenta inoltre un importante punto di sosta per gli uccelli migratori. Fare il giro del lago a piedi o in bicicletta è senz’altro una delle attività predilette, e vi consentirà di conoscere meglio i dintorni, con una fatica relativa. Attenzione a ciò che succede intorno alle ore 13: è il momento dell’“Ora”, un vento meridionale proveniente dal Lago di Garda, che si presenta ogni giorno puntualmente e fa gioire surfisti e velisti.
La strada del vino
Nei vigneti di Caldaro e Termeno, la vite trova le perfette condizioni di maturazione: il clima mediterraneo, le Alpi che la proteggono dal freddo, e il terreno fertile e vocato sono la quadratura del cerchio per i tantissimi produttori locali. Qui passa la strada del vino, una tra le più affascinanti e piacevoli d’Italia, da percorrere con calma. Qui troverete tante occasioni di gustare i vini locali, dal pinot al lagrein, dalla schiava al Gewuerztraminer. Noi ci siamo innamorati dello shop della Kellerei Kaltern, dove fermarsi per fare scorte per l’inverno e assaporare un calice insieme ai 650 soci di questa cantina sociale, che è una tra le più sensibili al territorio, alle persone e ai prodotti fatti per bene, prima cantina italiana, prima cooperativa, a fregiarsi del sigillo FAIR’N GREEN, una certificazione che prevede dei processi tesi a migliorare in modo continuativo gli standard di ogni azienda partecipante almeno del 3% ogni anno, verificato da analisi garantite da istituti indipendenti. Se siete fortunati e amate sperimentare, cercate i vini “xxx”, la selezione speciale dell’enologo Andrea Moser, che ogni anno prepara queste edizioni uniche di grande fascino, che vi stupiranno. Il winecenter non è solo enoteca ma anche luogo d’arte ed eventi, bottega di vini e di specialità sudtirolesi. E se amate vini più classici la selezione Quintessence vi regalerà assaggi fini, complessi e meravigliosamente semplici da amare.
La polenta di Caldaro
Il granturco è originario delle Americhe e fu portato in Europa da Cristoforo Colombo. La sua diffusione lungo l’Adige è dovuta all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria che, dopo la bonifica dell’Adige, costrinse i contadini a cui furono assegnati i terreni a coltivare il granturco, una pianta che asciuga i terreni paludosi. Nel corso del tempo i campi di granturco lasciarono il posto ai vigneti e ai frutteti, ma recentemente a Moso di Caldaro sono riapparse le coltivazioni di “Polenta di Caldaro“. Fortemente radicata nella cucina tradizionale locale, non può mancare nei suoi piatti tipici. Si ritrova sia durante la vendemmia, sia al pranzo nel vigneto che nella cucina di tutti i giorni: polenta e salsicce, polenta e gulasch, polenta e gorgonzola, polenta con le uova all’occhio di bue e polenta con il latte. Un tempo, la polenta si mangiava anche a colazione e a merenda col caffè d’orzo. Se riuscite a trovare qualcuno che ve la prepara all’aperto, proprio come si faceva un tempo, sarà un’esperienza da ricordare.
L’architettura degli anni 70
Per gli appassionati di design e architettura una visita al Seehotel Ambach è d’obbligo, anche solo per un pranzo o un aperitivo vista lago. Circondato da vigneti e frutteti, è uno dei più affascinanti hotel dell’Alto Adige – si affaccia in posizione pittoresca direttamente sul Lago di Caldaro, di cui si gode la vista da tutte le camere. L’ampio parco con spiaggia privata e la grande terrazza offrono tranquillità e relax, mentre il lago, le colline, le montagne e i boschi tutt’attorno invogliano all’attività fisica. I colori saturi degli interni e le forme sinuose sono la dimostrazione di come le costruzioni dell’uomo si possano integrare nella natura senza stravolgerla. La zia dell’attuale proprietario si affidò ciecamente all’architetto Othmar Barth per la costruzione nel 1973 e anche per le successive misure di conservazione non toccò mai nulla senza prima rivolgersi a Barth. Lei stessa visse fino alla fine in una suite del proprio albergo. L’architetto considerava l’albergo una delle sue opere più riuscite e, spesso, trascorreva qui le proprie ferie, pur vivendo nella vicina Bressanone.
La cascata
Una romantica passeggiata tra bosco e cascate, con angoli che sembrano riportare a dei rigogliosi giardini giapponesi, va messa nel carnet di viaggio. Percorrendo a piedi la discesa (o la salita, a seconda delle energie!) della gola Rastenbach dal Monte di Castelvecchio fino a lago scoprirete un paesaggio fatato, dove mancano solo elfi e gnomi. La pace, il canto degli uccellini, le cascate e le passerelle, il muschio e l’ombra degli alberi saranno vostri compagni di viaggio fino a quando la vista sul lago vi permetterà di riprendere fiato, e di ammirare dall’alto quello che vi aspetta al ritorno.
I castelli
Nei dintorni del lago tanti castelli imponenti costellano i picchi montuosi. Castel Roncolo, dall’alto di un imponente sperone roccioso, domina l’intera città di Bolzano. Racchiude il più ampio ciclo di affreschi profani di epoca medievale. Ma tanti sono i manieri che costellano questa zona, per un tour storico che vi porterà alla scoperta di paesini arroccati difesi da possenti mura. Il Castel Novale, all’ingresso della Val Sarentino ma nel comune di Renon, uno dei castelli medioevali più belli, attualmente abitato. E se volete provare l’ebrezza di essere castellani per una notte, a Bolzano c’è Castel Hörtenberg, un castello rinascimentale trasformato in hotel, circondato da quattro alte torri. Sarete trasportati fuori dal tempo.
Il grembiule
Attraversando l‘Alto Adige si vedono spesso artigiani e agricoltori con un caratteristico grembiule blu. È il “firtig”, parte integrante della divisa da lavoro. Il grembiule blu non è solo una sorta di divisa, ma svolge anche compiti di natura pratica: all‘occorrenza diventa un pratico asciugamano e la sua tasca un comodo portadocumenti. Anche a Caldaro il grembiule blu è molto più di un semplice pezzo di stoffa, ma quasi una seconda pelle. Fino a pochi anni fa, il grembiule fresco di stiro rappresentava l‘abito della domenica, da sfoggiare in piazza dopo la messa, prima di dirigersi nella vicina locanda per un bicchiere di vino. Quello di Caldaro si differenzia da quelli degli altri comuni altoatesini per il suo particolare ricamo. Come una sorta di biglietto da visita per chi lo indossa, è sinonimo di unione e di conoscenza delle tradizioni. Perché, come dicono qui “Un uomo senza grembiule è vestito solo a metà”.
Vita da local
Per entrare ancora più in contatto con le realtà locali, è possibile scegliere al posto di un soggiorno in hotel una vacanza nei masi e nelle aziende agricole dei viticoltori locali, dove scoprire l’autentica vita locale e fare degustazioni nel luogo d’origine. Le case sono a conduzione familiare, decorate nel tipico stile sudtirolese e spesso situate in luoghi soleggiati e tranquilli, circondati da vigneti e frutteti.
Al ristorante
Piatti tradizionali ma anche cucina creativa, sempre fedele ai grandi prodotti del territorio: mangiare sul lago di Caldaro è una delle attività che vi sarà più facile. Tante le proposte, dalle piccole tavole tradizionali come lo Spekkeller, ai ristoranti di tono come il Ritterhof. Se siete alla ricerca di qualcosa che esca dai canoni tradizionali, a pochi chilometri dal lago c’è il ristorante Alpes, all’interno dell’hotel Bad Shoergau. Cucina creativa fatta di divertissement sul tema altoatesino, grande attenzione al riuso delle eccedenze, grande tecnica e uso possente delle fermentazioni ma votate esclusivamente al gusto. Esperienza di grande impatto, anche grazie alla meravigliosa accoglienza del patron Gregor, mattatore della sala e sperimentatore del territorio.
Merenda
Non perdete l’occasione, a metà pomeriggio, di fare la tipica merenda contadina altoatesina: un bicchiere di Schiava accompagnato da schüttelbrot, il tipico pane “duro” e aromatico con speck e formaggio grigio, e di godervi le prime colazioni, che qui sono sempre un momento gastronomicamente rilevante. Cercate nei menu di rifugi alpini, malghe e ristoranti e avrete solo l’imbarazzo della scelta.