L’Ucraina è da sempre uno dei Paesi europei che periodicamente torna al centro delle discussioni di politica internazionale. È uno Stato molto grande, confina con la Russia (e per questo ha le attenzioni degli Stati Uniti), si affaccia sul Mar Nero ed è uno snodo fondamentale per la politica energetica europea.
A inizio luglio un’inchiesta della rivista Time ha riacceso i riflettori sul Paese: il settimanale ha rivelato l’esistenza un piano di espansione in Ucraina dell’Academi, compagnia militare privata americana precedentemente conosciuta con il nome di Blackwater e di proprietà dell’imprenditore Erik Prince.
L’articolo, firmato da Simon Shuster, spiega che negli ultimi mesi Prince ha avuto incontri di alto livello a Kiev per portare avanti la sua agenda, formulata nel giugno 2020, che prevede acquisizioni e fusioni nel Paese europeo. Una serie di progetti – costruzione di stabilimenti per la produzione di munizioni, rilevamenti di impianti produttivi dell’aeronautica e altro – che potrebbero fruttare fino a dieci miliardi di dollari per la sua Academi.
Quello descritto dal Time è un piano audace e ben congegnato, che ben si adatta alla storia e al passato da uomo d’affari di Prince. Per quasi un quarto di secolo, l’ex Navy Seal è stato un pioniere nell’industria militare privata, creando e sviluppando eserciti in Medio Oriente e in Africa, addestrando commando nella sua base in North Carolina e schierando forze di sicurezza in tutto il mondo per il Dipartimento di Stato e la Cia.
«Se Trump avesse ottenuto un secondo mandato, Prince avrebbe trasformato in realtà buona parte dei progetti negoziati nel corso dei lunghi mesi di difficili trattative. Con l’arrivo di Biden allo Studio Ovale, però, le cose sono cambiate», spiega Time.
L’inchiesta del settimanale si basa su interviste e conversazioni con sette fonti, tra cui attuali ed ex funzionari statunitensi e ucraini, oltre a persone che hanno lavorato direttamente con Prince per cercare di realizzare le sue ambizioni ucraine.
«I documenti descrivono una serie di iniziative che darebbero a Prince un ruolo fondamentale nell’industria militare ucraina e nel conflitto in corso con la Russia, che ha causato più di 14mila vittime da quando è iniziato, sette anni fa», si legge nell’articolo.
Le proposte, come detto, sono particolarmente ambiziose: una mira a creare una nuova compagnia militare privata che attirerebbe personale tra i veterani della guerra in corso nell’Ucraina orientale; un altro accordo porterebbe alla costruzione di una nuova fabbrica di munizioni in Ucraina; un terzo accordo consoliderebbe le principali aziende ucraine dell’aviazione e del settore aerospaziale in un consorzio che potrebbe competere con colossi come Boeing e Airbus.
Ma, soprattutto, le iniziative di Prince sembravano sposarsi perfettamente con gli interessi geopolitici degli Stati Uniti, spiega Time fornendo anche un esempio pratico: «Prince ha gareggiato con un’azienda cinese per acquistare una fabbrica ucraina chiamata Motor Sich, che produce motori aeronautici avanzati. La Cina ha cercato quei motori per sviluppare la sua forza aerea. Gli Stati Uniti, preoccupati per la rapida crescita dell’esercito cinese, hanno a lungo esortato l’Ucraina a non cedere a Pechino. Prince è emerso come l’alternativa americana, offrendosi di salvare la fabbrica dalle grinfie della Cina».
Sul fronte ucraino, Prince è stato affiancato dall’imprenditore Andriy Artemenko e dal parlamentare Andriy Derkach. Ma proprio Artemenko e Derkach hanno fatto sollevare qualche sopracciglio a Kiev: il primo perché nel 2017 aveva offerto all’amministrazione Trump un “piano di pace” per la guerra in Ucraina che prevedeva le modalità con cui gli Stati Uniti avrebbero potuto revocare le sanzioni contro la Russia; il secondo in passato era stato accusato di lavorare per gli interessi della Russia.
Anche attorno alla figura di Prince, scrive Time, c’era più di qualche dubbio. Nel 2007 alcuni mercenari della Blackwater – la compagnia militare privata di Prince – avevano sparato su una piazza affollata a Baghdad, uccidendo 17 civili e ferendone altri 20.
«La testimonianza di Prince al Congresso sull’incidente ha portato a un dibattito nazionale sulla privatizzazione della guerra, trasformando Prince, all’età di 38 anni, nel volto ribelle del mercenario moderno», sottolinea l’articolo.
E poi si aggiunge un dettaglio ancor più rilevante: «Sulla scia di quegli omicidi, la Blackwater ha perso un contratto da 1 miliardo di dollari per proteggere i diplomatici e i funzionari statunitensi in Iraq. Ma l’azienda ha cambiato nome e ha continuato a fare affari come se nulla fosse successo. L’Amministrazione Obama ha concesso importanti contratti all’azienda di Prince per fornire sicurezza nelle zone di conflitto. Gli interessi di Prince si espansero ben oltre il settore militare. Commerciava petrolio e minerali in Africa. Ha radunato un esercito privato per il suo amico, il principe ereditario di Abu Dhabi. Ha preparato un commando in Somalia per combattere i pirati nel Golfo di Aden. Ha aiutato ad addestrare una squadra d’assalto per la Cia».
Quando Prince per la prima volta mise gli occhi sull’industria militare ucraina il conflitto con la Russia era in una sorta di stallo, con bombardamenti piuttosto rari. I colloqui di pace si erano fermati e il governo ucraino era alla ricerca di una via d’uscita dall’impasse.
L’Amministrazione Trump ha fatto poco in merito: la priorità dell’ex presidente non era favorire un processo di pace, ma sfruttare quella situazione per i propri vantaggi interni. Durante la sua campagna per la rielezione, Trump ha chiesto all’Ucraina di indagare sul suo avversario, Joe Biden, e ha offerto aiuti militari all’Ucraina come mezzo di pressione politica.
Alcuni consiglieri del presidente Volodymyr Zelensky hanno visto in Prince un modo per riparare il danno: volevano che aiutasse a organizzare un incontro con qualcuno nella cerchia ristretta di Trump, idealmente Jared Kushner, il genero del presidente.
Ma Prince non era disposto a fare da tramite in quel modo, spiega il Time citando una persona informata sui fatti con cui ha parlato: «Erik ha detto molto chiaramente che non aveva le chiavi della Casa Bianca di Trump e che non voleva giocare a quel gioco».
Uno dei principali vantaggi che Prince ha portato sul tavolo è stata la sua agenda di contatti nel mondo in via di sviluppo. Aveva lavorato per molti anni in Medio Oriente e in Africa, occupandosi di signori della guerra e autocrati che potevano diventare nuovi clienti per armi e aerei ucraini.
Il principale difetto del suo piano, però, dice Derkach in un’intervista a Time, era la cooperazione richiesta dai capi delle fabbriche e oligarchi locali dell’Ucraina, che controllano gran parte del complesso militare-industriale.
Derkach spiega che il vero limite della questione non era tanto nel piano di Prince, quanto nell’Ucraina stessa: «È un problema di corruzione politica del Paese, qui ci sono i direttori di fabbrica che non vogliono firmare documenti e rinunciare al potere. Ricordo di avergli detto: hai lavorato ovunque, ma l’Ucraina è speciale».
Uno dei momenti cruciali dell’accordo, sottolinea Time, è arrivato a fine giugno 2020. «L’Ucraina si è mossa per consolidare la sua partnership con Prince. Le cose sembravano muoversi rapidamente. L’ufficio del presidente Zelensky ha messo in contatto Prince con uno studio legale a Kiev che lavora spesso per il governo ucraino. Gli avvocati hanno preparato un quadro legale per completare l’accordo voluto da Prince».
Sembrava tutto pronto per avviare ufficialmente le operazioni. Ma al momento il piano sembra arrivato a un impasse. Da un lato i progetti di Prince sembravano prevedere il pagamento di tangenti, scrive Time, con delle «offerte di partecipazione» che un ex procuratore federale degli Stati Uniti, intervistato dal settimanale, ha definito «sospette». Dall’altro perché il ritorno del Partito Democratico alla Casa Bianca potrebbe aver scombinato i piani di Prince.
L’imprenditore è storicamente legato ai Repubblicani e l’Amministrazione Biden non sembra molto predisposta a sostenerlo nei suoi movimenti internazionali.
«Tutto questo», conclude l’inchiesta di Time, «lascia poco chiaro lo stato dei piani di Prince per l’Ucraina. E un portavoce del Dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti sostengono gli sforzi dell’Ucraina per bloccare la vendita di Motor Sich all’azienda cinese, ma hanno evitato di prendere posizione su chi dovrebbe possedere la fabbrica o di dire qualcosa su Prince».